sabato 15 giugno 2013
Rovello Porro incidente nucleare presenza di Cesio 137 nell’organismo umano
A ROVELLO PORRO (CO), 24 anni fa è successo uno dei più importanti e gravi incidenti nucleari italiani. In una fonderia di alluminio che forgiava i telai dell’Alfa 133 una fonte radioattiva orfana, contenuta in un carico di alluminio proveniente dall’Est Europa, ed equivalente (secondo un articolo dell’Espresso del 3 luglio ’90) a una sorgente radioattiva stimata tra i 600 e i 6.000 Curie di Cesio 137 (ossia fra dal 4 al 40% delle ricadute globali di Chernobyl in Italia ) fu inavvertitamente fusa immettendo nell’aria una enorme quantità di particelle radioattive altamente nocive, senza che nessun allarme scattasse.
L’incidente e il fallout radioattivo furono nascosti per circa un anno e niente fu fatto per impedire la contaminazione delle falde acquifere, dei fiumi, dei terreni e niente fu detto alla popolazione sulle tonnellate di prodotti agricoli “concimati” con Cesio 137 e somministrati. Dopo la scoperta “casuale”, 12-15 mesi dall’incidente, le autorità intervennero alla bell’e meglio per bonificare semplicemente l’area industriale interessata, senza informare di nuovo adeguatamente la popolazione e senza avvisare gli acquirenti che, per l’anno passato, avevano preso possesso di Alfa 33 con telaio presumibilmente contaminato. Finite le operazioni di bonifica, un altro silenzio tombale ricadde sulla vicenda. Alcuni mesi fa Mondo in Cammino e Aipri, indirizzati da un articolo che citava l’episodio, sono così venuti a conoscenza dei dati inquietanti riguardanti il fallout a Rovello Porro e, dalla deduzione dei dati presenti nelle fonte pubbliche e sviscerati scientificamente e stante così la situazione, è risultato che le conseguenze sono ancora pesantemente presenti tutt’oggi. Dopo il nostro comunicato stampa del primo aprile scorso, alcune persone hanno rotto il muro del silenzio denunciando che esami specialistici da loro svolti autonomamente (dopo la comparsa di strani sintomi e patologie) avevano rivelato, fino all’altro ieri, la presenza di Cesio 137 nell’organismo.
Alla nostra richiesta di venire in possesso pubblico di dati per conoscere l’estensione del fallout, la sua presenza e la qualità radioecologica delle acque e dei terreni, nessuna risposta ufficiale è pervenuta. Il che lascia supporre che si teme a risollevare di nuovo il caso, soprattutto in mancanza di risposte “certe” rassicuranti, se non in presenza di sole demagogiche e di circostanza. Riteniamo che i il problema non possa essere risolto con il silenzio perché esso riguarda la salute di migliaia di persone e riteniamo che il diritto alla salute vada salvaguardato fornendo, anche a distanza di tempo, le raccomandazioni di sicurezza che il caso richiede e cercando di attenuare le conseguenze ancora presenti di radiocontaminazione, senza dimenticare anche di denunciare chi per oltre un anno ha taciuto. Tutta la vicenda di Rovello Porro è consultabile al seguente link http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2101.0 che riporta in fondo pagina un dossier completo e di facile consultazione.
Grazie per l’attenzione e per la condivisione che potrete dare nell’interesse di tutti noi cittadini utenti e consumatori. La tutela dei diritti umani di ogni cittadino (sia in veste di fruitore che di consumatore) è il più grande segno di democrazia. Nei due casi citati il diritto alla salute, all’informazione, all’uguaglianza sociale, la tutela al benessere psico/fisico, la tutela dell’ambiente, alla qualità del cibo, sono come minimo sospesi, se non - del tutto o parzialmente – violati o negati.
Grazie per la solidarietà che potrete e vorrete dimostrare e grazie, soprattutto, per i vostro indispensabile lavoro ed impegno.
La segreteria di Mondo in cammino
www.mondoincammino.org http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2112.0
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