18.
Certo, dal 1945 le armi tacciono nel Continente europeo; tuttavia, la vera pace
— si ricordi — non è mai il risultato della vittoria militare, ma implica il
superamento delle cause della guerra e l'autentica riconciliazione tra i
popoli. Per molti anni, invece, si è avuta in Europa e nel mondo una situazione
di non-guerra più che di autentica pace. Metà del Continente è caduta sotto il
dominio della dittatura comunista, mentre l'altra metà si organizzava per
difendersi contro un tale pericolo. Molti popoli perdono il potere di disporre
di se stessi, vengono chiusi nei confini soffocanti di un impero, mentre si
cerca di distruggere la loro memoria storica e la secolare radice della loro
cultura. Masse enormi di uomini, in conseguenza di questa divisione violenta,
sono costrette ad abbandonare la loro terra e forzatamente deportate.
Una
folle corsa agli armamenti assorbe le risorse necessarie per lo sviluppo delle
economie interne e per l'aiuto alle Nazioni più sfavorite. Il progresso
scientifico e tecnologico, che dovrebbe contribuire al benessere dell'uomo,
viene trasformato in uno strumento di guerra: scienza e tecnica sono usate per
produrre armi sempre più perfezionate e distruttive, mentre ad un'ideologia,
che è perversione dell'autentica filosofia, si chiede di fornire
giustificazioni dottrinali per la nuova guerra. E questa non è solo attesa e
preparata, ma è anche combattuta con enorme spargimento di sangue in varie
parti del mondo. La logica dei blocchi, o imperi, denunciata nei Documenti
della Chiesa e di recente nell'Enciclica Sollicitudo rei socialis,50 fa sì che le controversie e discordie
insorgenti nei Paesi del Terzo Mondo siano sistematicamente incrementate e
sfruttate per creare difficoltà all'avversario.
I
gruppi estremisti, che cercano di risolvere tali controversie con le armi,
trovano facilmente appoggi politici e militari, sono armati ed addestrati alla
guerra, mentre coloro che si sforzano di trovare soluzioni pacifiche ed umane,
nel rispetto dei legittimi interessi di tutte le parti, rimangono isolati e
spesso cadono vittima dei loro avversari. Anche la militarizzazione di tanti
Paesi del Terzo Mondo e le lotte fratricide che li hanno travagliati, la
diffusione del terrorismo e di mezzi sempre più barbari di lotta
politico-militare trovano una delle loro principali cause nella precarietà
della pace che è seguita alla seconda guerra mondiale. Su tutto il mondo,
infine, grava la minaccia di una guerra atomica, capace di condurre
all'estinzione dell'umanità. La scienza, usata a fini militari, pone a
disposizione dell'odio, incrementato dalle ideologie, lo strumento decisivo. Ma
la guerra può terminare senza vincitori né vinti in un suicidio dell'umanità,
ed allora bisogna ripudiare la logica che conduce ad essa, l'idea che la lotta
per la distruzione dell'avversario, la contraddizione e la guerra stessa siano
fattori di progresso e di avanzamento della storia.51 Quando si comprende la necessità di questo
ripudio, devono necessariamente entrare in crisi sia la logica della «guerra
totale» sia quella della «lotta di classe».
23. … omissis
Ciò ha disarmato l'avversario, perché la violenza ha sempre
bisogno di legittimarsi con la menzogna, di assumere, pur se falsamente,
l'aspetto della difesa di un diritto o della risposta a una minaccia altrui
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