domenica 30 aprile 2017

Il dossier della Shell scampato all’esplosione che uccise Mattei Le 40 pagine fornite al giornalista che era con lui furono rispedite indietro e dimenticate

Giorgio Carlevaro
”Me le rimandarono
poche settimane
dopo, nessuno mi ha
mai chiesto di leggerle”
Dal mercato italiano
al petrolio sovietico
Tra i documenti che la Shell
affidò in via confidenziale al
cronista del Time William
McHale, c’era uno studio sui
bilanci dell’Eni tra il 1957 e il
1959 (in cui ci si poneva la
domanda di come facesse a
operare con successo in Italia),
uno sull’importazione di petrolio
dall’Urss , alcuni attacchi di
Mattei alle “Sette sorelle” e una
lettera del 1961 in cui il
coordinatore europeo della Shell
suggeriva una “competizione
senza animosità” agli attacchi
che da quello arrivavano
La scheda
n WILLIAM
MCHALE era
diventato da
poco
caporedattore
della
redazione
romana del
Time quando
l’autorevole
periodico per
il quale
lavorava gli
chiese una
storia da
copertina sul
fondatore
dell’Eni che
dall’Italia
stava facendo
concorrenza
ai grandi
colossi del
petrolio
mondiale. Per
loro, lo stesso
Mattei aveva
coniato il
nome di
“Sette
sorelle ”: erano
Esso, Shell,
British
Petroleum,
Mobil, Texaco,
Socal e Gulf
L’uomo che fondò l’Eni
ERA NATO IL 29 APRILE di 111 anni fa Enrico
Mattei. Ad Acqualagna, nelle Marche, oggi nella
provincia di Pesaro e Urbino. Figlio di
carabiniere, aveva fondato una piccola impresa
chimica. Era stato anche tra i fondatori della Dc,
aveva fatto la Resistenza con i nomi di
“Marconi ”, “Este ” e “Monti”, nella componente
cattolica del Comitato di Liberazione Nazionale.
Fu, soprattutto, l’uomo che, mandato a chiudere
l’Agip, finì per farne un colosso dell’energia. Da
sempre legato alla sinistra Dc, allargò il suo
orizzonte politico per condurre la propria
battaglia “internazionale ” sul petrolio e
l’indipendenza energetica dell’Italia. Fondò uno
dei più moderni giornali dell’epoca, Il Giorno. Il
27 ottobre del 1962 il suo aereo privato esplose
in volo sopra le campagne di Bascapè, nella
provincia pavese poco a sud di Milano. L’ipotesi
di un guasto meccanico lasciò poi il passo,
trent ’anni dopo, alla certezza dell’attentato. Del
quale, ancora oggi, non si conoscono i mandanti
» VANESSA RICCIARDI
Giorgio Carlevaro a 28
anni lavorava per la
Shell, una delle compagnie
petrolifere
del cartello delle Sette Sorelle,
quando un giorno di novembre
delle carte annerite e bruciacchiate
arrivarono sulla
sua scrivania, nell’Ufficio studi
e informazioniin piazza Augusto
Imperatore a Roma. Riconobbe
subito i documenti classificati
confidential: “Li avevo
dati io stesso a William McHale,
il caporedattore della sezione
romana di Time Lifeche era
in volo con Mattei quando morirono”.
Il 27 ottobre 1962, nei
cieli di Bascapè, esplose l’ae -
reo su cui viaggiava il presidente
dell’Eni, Enrico Mattei.
Non ci furono superstiti, ma
quelle carte si salvarono: “Le
custodisco da allora. In 55 anni
nessuno è mai venuto a chiedermi
di consultarle” raccon -
ta Carlevaro al Fatto.
Il dossier Shell si compone
di 40 pagine dattiloscritte.
Carlevaro le portò con sé
quando nel 1974 lasciò la compagnia
petrolifera diventando
due anni dopo direttore della
Staffetta Quotidiana, testata
che si occupa di petrolio ed energia.
Ne scrisse per la prima
volta nel 2009 su quel giornale:
“Una serie di documenti in
lingua inglese, inviati dalle sedi
centrali di Londra e dell’Aja
della Royal Dutch/Shell”. Il
primo, datato 4 luglio 1962, è
alquanto mal ridotto: “U n’analisi
commentata dell’inde -
bitamento a lungo termine
dell’Eni”, racconta. La restante

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