venerdì 28 aprile 2017

Greenpeace Pinne di squalo illegali su peschereccio italiano in Sierra Leone, chiediamo provvedimenti severi

Lo scorso 15 aprile la nostra nave Esperanza e la guardia costiera della Sierra Leone, durante un’operazione congiunta di monitoraggio contro la pesca illegale nei mari dell’Africa occidentale, hanno scoperto un caso di spinnamento illegale di squali (shark finning) su un peschereccio battente bandiera italiana, l’Eighteen, di proprietà della compagnia siciliana Asaro Matteo Cosimo Vincenzo srl.
Si tratta di una gravissima violazione delle normative Ue, il primo caso che ci risulta coinvolgere direttamente un peschereccio italiano. Sebbene il finning non sia ancora stato proibito dalla legislazione della Sierra Leone, il Regolamento comunitario in materia non solo vieta questa pratica su tutti i pescherecci Ue e in tutti i mari, ma proibisce alle imbarcazioni comunitarie anche la detenzione, il trasbordo e lo sbarco di pinne di squalo.
La terribile pratica del finning consiste nel taglio delle pinne degli squali, e il successivo rigetto della carcassa dell’animale, spesso ancora vivo, in mare. Le pinne di squalo sono l’ingrediente principale di una famosa e tradizionale zuppa asiatica, per questo hanno un commercio molto diffuso ed estremamente remunerativo.
Il finning è una pratica crudele e inaccettabile! Oltre a rappresentare uno spreco di risorse che non ha giustificazioni, contribuisce a decimare le popolazioni di squali, fondamentali per mantenere in equilibrio la salute degli oceani, ma già in fortissimo declino in tutti mari del mondo a causa della pesca eccessiva e illegale.
Abbiamo prontamente segnalato questo grave caso di illegalità alle autorità competenti e all’Ue, ora ci aspettiamo che vengano prese severe misure nei confronti dei responsabili, sia da parte della Commissione europea che da parte dell’Italia.
Oltre a quello dell’Eighteen, le autorità hanno scoperto altri tre casi di pesca illegale, rispettivamente su due navi cinesi e su un peschereccio coreano. A bordo di uno dei due pescherecci cinesi sono state trovate 70 buste contenenti carcasse di squalo. Le autorità della Sierra Leone hanno ordinato a questi tre pescherecci di tornare al porto di Freetown per compiere ulteriori indagini.
L’area dell’Africa occidentale ha assoluto bisogno di rafforzare le proprie politiche di gestione della pesca. Le risorse marittime della regione si stanno esaurendo a una velocità allarmante, soprattutto a causa dei troppi pescherecci che competono per pochi pesci, spesso praticando pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Dobbiamo fermare il saccheggio in corso, una grave minaccia per i milioni di persone della regione che dipendono dagli oceani per il loro cibo.
Chiediamo una migliore gestione delle attività di pesca nei mari dell’Africa occidentale, in modo da mettere fine alla pesca eccessiva e illegale. I governi locali e le nazioni che hanno flotte di pesca operanti in queste aree, come l’Italia, gli Stati membri dell’Ue e la Cina devono assumersi maggiori responsabilità e lavorare congiuntamente per assicurare la legalità, la sostenibilità ambientale di queste attività e una distribuzione socialmente equa delle risorse. 

Per questo, la nostra nave Esperanza continuerà la sorveglianza di questi mari insieme alle autorità locali fino all’inizio di maggio. http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/Trovate-pinne-di-squalo-illegali-su-un-peschereccio-italiano-in-Sierra-Leone-chiediamo-provvedimenti-severi-/

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