venerdì 28 aprile 2017

mafia capitale Al processoI magistrati: “La forza d’intimidazione deriva dal vincolo associativo che crea omertà” “Dai pollici spezzati dietro al benzinaio al sindaco di Roma”

L’organizzazione
Il presidente della
cooperativa ci
mette il “capitale
istit uzionale”,
il Nero la “ris erva
di violenza”
Dopo la
copertina
del l ’E spresso
“l’ex Nar
si mostra
gratificato
da tale
riconoscimento
e ne
coglie le
opportunità
criminali”
LA MEMORIA
DEI PM
La scheda
n GLI
ARRESTI
L’inchiesta
Mafia
Capitale
emerge il 2
dicembre
2014 con
l’arresto
dell’ex Nar
Massimo
Carminati,
del capo
della coop 29
giugno
Salvatore
Buzzi e di
numerosi
politici
del Pd e del
centrodestra
n 46
IMPUTATI
Tra i politici
solo Luca
Gramazio (ex
Pd) risponde
di mafia, quasi
tutti gli altri di
corruzione.
L’ex sindaco
Gianni
Alemanno in
un separato
giudizio VALERIA PACELLI
“La mafia ha scelto in
gran parte del territorio
nazionale
di bandire dalla
propria attività criminale” le
ritorsioni violente “perché sa
che in certi territori, certi
comportamenti non solo tollerati
e provocano la reazione
delle forze dell’ordine, impediscono
gli affari”. Ma a casa
propria, “nel suo territorio,
continua a fare la mafia perché
deve conservare il suo potere
criminale”. Il pm Giuseppe
Cascini, con Paolo Ielo e Luca
Tescaroli, nei giorni della loro
requisitoria hanno raccontato
così ai giudici del Tribunale
l’organizzazione che viveva
nel “mondo di Mezzo”. Fino a
ieri, quando ci sono state le dure
richieste di condanna: 28
anni per il presunto capo,
Massimo Carminati; 26 anni e
tre mesi per l’uomo ritenuto il
suo braccio destro, Salvatore
Buzzi.

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