venerdì 22 luglio 2016

Le bolle di gas che fanno tremare la Siberia

Due ricercatori hanno scoperto nella tundra bolle contenenti metano e C02 "duecento volte superiore alla norma". E a calpestarle sembrano un materasso ad acqua

Nell'isola di Belyy i ricercatori Alexander Sokolov e Dorothee Ehrichdell'Environmental Research Centre di Labytnangi hanno scoperto almeno 15 zolle, di circa un metro di diametro, che appaiono come  "una gelatina, un tappeto elastico o un materasso ad acqua" e nascondono bolle sotterrane. Un fenomeno definito "preoccupante". Se perforate infatti queste emanano metano e anidride carabonica. Le cause del fenomeno non sono ancora completamente accertate, ma i due scienziati ritengono che la formazione delle bolle sia legata al caldo inusuale e all'innalzamento delle temperature: lo strato di permafrost, ovvero il terreno perennemente ghiacciato, si sarebbe scongelato permettendo al gas intrappolato di muoversi verso la superficie.

Le bolle di gas che fanno tremare la Siberia
Alexander Sokolov

Il Siberian Times ha pubblicato un video e parte di un reportage realizzato dai due scienziati che hanno descritto questo fenomeno come "unico, pericoloso e imprevedibile". Secondo le loro rilevazioni infatti dalle bolle fuoriusciva una concentrazione di CO2 venti volte superiore alla norme mentre quella di metano era "almeno 200 volte più alta". Lo scienziato Sokolov, che insieme al collega ha scoperto queste bolle "camminando per ore a circa 800 chilometri di distanza dal Circolo Polare Artico", sostiene che "in 20 anni di lavoro è la prima volta che vediamo un fenomeno simile".

Dopo aver bucato la bolla i geologi hanno osservato che "non usciva odore e non c'era alcun liquido", mentre i gas sono stati rilevati attraverso un analizzatore. Entrambi si sono detti preoccupati per "le conseguenze del rilascio del gas", specificando che la presenza di questi gas accumulati circa un metro sotto terra "non è da escludere sia legata al surriscaldamento globale. E' evidente anche ai dilettanti che questo è un allarme molto serio. Ora serve uno studio completo e interdisciplinare". I due hanno sospeso la ricerca sull'ecosistema e fino alla fine di agosto si dedicheranno al caso delle bolle.

Quello delle bolle si somma a diversi fenomeni che stanno preoccupando i ricercatori in Siberia: a sud, sulle penisole Yamal e Taimyr, diversi crateri si sono improvvisamente formati nel permafrost e per la loro grandezza nel 2013 erano stati ribattezzati addirittura come dei "big bang" naturali visto che anche questi potrebbero essere dovuti da esplosioni di metano.

A tutto ciò, si aggiungono gli spostamenti degli orsi polari tracciati con collari satellitari che, a causa delle temperature sempre più elevate, si stanno spostando con maggiore frequenza verso l'entroterra in cerca di cibo. Studi recenti stimano che entro il 2100, se i cambiamenti climatici attuali non muteranno, saranno liberate nell'atmosfera più di 200 miliardi di tonnellate di CO2 fuoriuscite dal permafrost. http://www.repubblica.it/ambiente/2016/07/22/news/le_bolle_che_fanno_tremare_la_siberia-144647515/?ref=HRLV-19

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