«Ama dichiara di aver raggiunto il 43% di differenziata? Dobbiamo capire se sono dati reali o se sono stati pesati i cassonetti senza guardare cosa c’era dentro. Abbiamo seri dubbi e avvieremo un audit aziendale. Anche perché molti dirigenti sono stati premiati lautamente in seguito a questo risultato». È una dichiarazione devastante quella rilasciata durante la prima riunione della Commissione capitolina Ambiente dal neo-assessore Paola Muraro, che apre la crepa nel tabù della "virtuosa" raccolta differenziata romana e mette in discussione il 43% tanto sbandierato dall’attuale presidente di Ama, Daniele Fortini, e prima di lui dall’ex sindaco Ignazio Marino e dal suo assessore Estella Marino. Dubbi che Il Tempo si era posto in tempo non sospetti, quando il 28 ottobre 2015 e ancora il 31 dello stesso mese vennero pubblicati i dati forniti in esclusiva al nostro giornale dal Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), che parlavano sì di una crescita, ma che posizionava la Capitale "solo" al 34,68%. Ben 8 punti percentuali sotto. Sarà dunque un audit, che probabilmente la Muraro chiederà come primo atto al successore di Fortini, a fare luce sulla vicenda. Tenendo conto che se Ama avesse davvero fornito dati sbagliati riguardo la raccolta, avrebbe automaticamente alterato i dati economici sul conferimento negli impianti terzi, contribuendo all’attuale emergenza. Non solo. L’assessore in Commissione ha anche parlato di premi in denaro ai dirigenti, «derivanti da questo risultato»: secondo la Muraro «gli assegni sono stati pagati a giugno, anticipatamente, perché a un certo punto hanno capito che avrebbe vinto Virginia (Raggi, ndr) e hanno accelerato i tempi». Molto presto, però, il tempo delle denunce finirà e bisognerà passare ai fatti. «Qual è il piano sulla differenziata? Porta a porta o cassonetti?», chiedevano lucidamente durante la riunione di ieri i consiglieri Andrea De Priamo (FdI) e Valeria Baglio (Pd). Qui la Muraro è sembrata poco chiara. «Saranno i cittadini a dirci se vogliono il porta a porta o i cassonetti», ha dichiarato l’assessore, che poi ha provato a entrare nel dettaglio: «Per ovvi motivi - ha detto - in Centro sarà fatto il porta a porta. Nel resto della città decideranno i cittadini: se un municipio vuole la raccolta casa per casa si farà quella, sennò si metteranno cassonetti». L’assessore tuttavia non chiarisce se questa decisione avverrà attraversoreferendum o determinazione municipale o altri modi. Molto più chiaro, a dire la verità, è il report che il sindacato Usb ha consegnato nelle mani proprio dell’assessore Muraro e anche al deputato M5S Stefano Vignaroli, "alto consigliere" di Virginia Raggi sul tema rifiuti. Secondo la sigla - che per prima ha denunciato lo stato dei tmb di Rocca Cencia e Salario - la raccolta porta a porta riguarda nemmeno un terzo del territorio cittadino, mentre solo la metà dell’umido conferito si può definire "nobile".La raccolta casa per casa non si espande per l’insufficienza di personale: secondo l’Usb servirebbero 1.000 operatori in più, da assumere ex-novo. Con quali soldi? «Mancano 4,5 miliardi di cui non si hanno più traccia - sostiene Giovanni Belluomo - Abbiamo presentato ben 13 esposti in Procura. I soldi ci sono, il gioco vale la candela».
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