venerdì 7 febbraio 2014

Latina caso rifiuti e fallimento raccolta differenziata Obiettivi smarriti e vizi antichi di Latina Ambiente tra scandali e arresti

La mission della spa pubblico-privata dei rifiuti, doveva essere quella di garantire l’ottimiz - zazione del servizio reso ai cittadini e assicurare nel medio periodo il progressivo decremento dei costi e dunque delle bollette. Quello che abbiamo invece visto accadere negli ultimi quindici anni, cioè da quando esiste Latina Ambiente, è il costante e inarrestabile aumento dei costi di un servizio che non ci è mai parso egregio, e nemmeno buono. Gestione approssimativa? Il socio privato, quello che di fatto gestisce il servizio dal punto di vista operativo, prosciuga i bilanci aziendali trascurando le esigenze e le tasche dei cittadini? Il socio pubblico, ovvero il Comune, non esercita nei modi e nelle forme dovute i necessari controlli sull’andamento gestionale dell’azienda? Diciamo che è successo tutto e anche qualcosa di più. E diciamo pure che da quando il sindaco Di Giorgi ha imposto un ruolo più significativo del socio pubblico all’interno della spa, le aspettative di un nuovo corso sono naufragate prima sugli scogli della resistenza del partner privato e poi su quelli più insidiosi delle disavventure giudiziarie di Unendo, Ecoambiente e chissà chi altro. Ma l’operazione di facciata all’insegna del motto «più potere al socio pubblico» non poteva sortire effetti migliori senza un effettivo cambio di rotta, anche culturale da parte dell’ammi - nistrazione. Il sistema dell’af - fidamento diretto di una serie di servizi che rientrano di diritto nella voce igiene ambientale ma che sono stati progressivamente espunti dalle competenze di Latina Ambiente, non sono un segnale confortante sul versante della gestione e della volontà di risparmiare. Quanto ci vuole per mettere in campo quello che il contratto di appalto prevede, ovvero l’avvio della raccolta differenziata in centro (doveva essere il primo step e invece non se n’è mai fatto niente), e per estenderla a tutto il territorio comunale? Ma soprattutto quanto ci vuole per cominciare a pensare ai rifiuti come ad un servizio per i cittadini, pagato dai cittadini, piuttosto che farne la prateria dove scorrazzano indisturbati appalti, subappalti, servizi e sottoservizi, in nome dell’irrinunciabile clientelismo da retrobottega? Latina Editoriale Oggi 7 febbraio 2014

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