venerdì 7 febbraio 2014

La barzelletta chimica: scomparse le armi di Assad ancora nessuna data per l'arrivo a Gioia Tauro

SCADUTO IERI IL TEMPO PER LA CONSEGNA DI TUTTO L’ARSENALE, MA GRAN PARTE RIMANE FUORI DAL CONTROLLO ONU. NESSUNA DATA PER L’ARRIVO A GIOIA TAURO La Siria non sta mantenendo gli impegni sottoscritti per la distruzione del suo arsenale chimico e non ha rispettato la data – ieri, mercoledì 5 febbraio – entro cui 1.200 tonnellate d’agenti chimici dovevano essere evacuate dal suo territorio. La tensione sta crescendo, anche se Mosca garantisce per Damasco. In questa storia, filava tutto troppo liscio: l’ac - cordo tra Usa e Russia; il consenso di Assad; la rapidità delle operazioni di individuazione e recupero degli arsenali chimici siriani; persino il Nobel all’or - ganizzazione Onu per l’interdi - zione delle armi chimiche (Opac). L’unico granello di sabbia nell’ingranaggio internazionale pareva essere l’opposizione della gente di Calabria a che le operazioni di trasbordo degli agenti avvengano nel porto di Gioia Tauro, dove funzionari dell’Opac hanno effettuato un primo sopralluogo. Invece ecco l’intoppo. L’Opac dall’Aja conferma e dà il quadro: 700 tonnellate di agenti chimici, i più pericolosi, quelli che servono a produrre yprite e sarin, dovevano lasciare la Siria entro dicembre, 500 tonnellate di agenti chimici “di 2° categoria” dovevano partire ieri. FINORA, neppure 30 tonnellate sono state trasferite, con due carichi, il 7 e il 27 gennaio. E restano da distruggere circa 120 tonnellate di isopropanolo, queste sul territorio siriano, entro il 31 marzo. Gli agenti chimici vengono evacuati dalle navi danese Ark Futura e norvegese Taiko, che ora fanno la spola da Cipro e caricano uno o due con- tainer la volta. A Gioia Tauro, avverrà il trasbordo: l’unità Usa Cape Ray, attrezzata per procedere alla distruzione in alto mare, incrocia già nel Mediterraneo. In visita a Beirut, il ministro degli Esteri Bonino giudica “inaccettabili” i ritardi di Damasco e conferma il ruolo di Gioia Tauro, “per operazioni che si svolgeranno in 36/48 ore”. Quando? Dipende dall’arrivo del carico. “C’è irritazione – dice la Bonino - anche perché i ritardi costano”. Il piano di disarmo chimico approvato dall’Onu, prevede che tutto l’arsenale sia distrutto entro il 30 giugno. L’intesa permise d’evitare un raid Usa, dopo che l’uso dei gas in estate aveva fatto centinaia di vittime. In caso di inadempienza della Siria, possono scattare sanzioni e pure l’uso della forza. Per giustificare i ritardi, Damasco evoca problemi di sicurezza legati al conflitto: il trasferimento via terra da Homs al porto di Latakia avviene a rilento. La Siria chiede equipaggiamenti che l’Opac giudica “eccessivi”. Nelle ultime 24 ore, il conflitto, che va avanti dal marzo 2011, ha fatto 60 vittime. L’Onu denuncia casi di bambini soggetti a torture e violenze “raccapriccianti” e calcola in oltre 3 milioni i rifugiati, 7 milioni le persone private di aiuti umanitari. G. G. Il fatto quotidiano 6 febbraio 2014

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