lunedì 10 febbraio 2014

discarica di Borgo Montello La scatola «nera» dei rifiuti Riparte il processo sull’inquinamento delle falde, con qualche novità DETTAGLI

Nelle ultime settimane è emerso il nome del vero proprietario dei terreni su cui ancora si investe La scatola «nera» dei rifiuti Riparte il processo sull’inquinamento delle falde, con qualche novità DETTAGLI IMPUTATI LANDI, COLUCCI E RONDONI MA ORA SI SCOPRE CHE ATTORNO A MONTELLO C’È UNA RETE DI SRL LUOGHI L’AREA CHE SEMBRAVA SOLO FONTE DI GUAI ERA, INVECE, APPETIBILE MA SEMPRE PER GLI STESSI NOMI L’AVVOCATO BRUNO LANDI È UNO DEGLI IMPUTATI AL PROCESSO PER L’INQUINAMENTO DELLE FALDE L’IMPRENDITORE NAPOLETANO È IL VERO PROPRIETARIO DEI TERRENI DELLA DISCARICA DI GRAZIELLA DI MAMBRO Riprende fra due giorni il processo per l’inquinamen - to delle falde acquifere di Borgo Montello accertato negli anni scorsi e proprio in queste settimane sono emerse altre verità, forse utili anche ai fini di questo dibattimento, su chi ha gestito, comprato e poi venduto i siti vecchi, decrepiti e inquinati della super discarica alle porte della città. Il processo Al banco degli imputati ci sono Bruno Landi, arrestato a metà gennaio per un’altra inchiesta sui rifiuti nel Lazio, Nicola Colucci e Vincenzo Rondoni. Sono accusati di aver concorso tra loro in azioni che hanno deteriorato la falda soggiacente la discarica così come accertato da Arpa Lazio nel 2005. Un anno maledetto per gli imputati perché mette uno dei pochi punti fermi a quello che era successo in precedenza a Borgo Montello. Le discariche considerate inquinanti sono la S1,S2 e S3, un vero pozzo di veleni con il percolato che negli anni 90 aveva dato molti problemi. Eppure c’è stato un imprenditore che quei siti se li era comprati pagandoli profumatamente e forse nella consapevolezza che potevano essere fonte di guai. Questo imprenditore è il napoletano Giovanni De Pierro che secondo la Guardia di Finanza era a capo di una holding di più di 80 società del valore di 270 milioni di euro tra beni e azioni, tutto sequestrato poco più di una settimana fa. Tra quei beni c’è anche buona parte dei terreni su cui ancora oggi poggia l’area degli invasi gestiti da EcoAmbiente, la società indirettamente partecipata dal Comune di Latina. De Pierro ha acquistato i terreni nel 1994, tramite una sua società, la Immobiliare Giulia, da Ecomont srl che fallirà due anni più tardi. Pertanto Ecomont fa giusto in tempo a vendere alla Giulia Immobiliare riferibile a De Pierro e poi muore. Ma la cosa paradossale è che quando due settimane fa sono stati sequestrati i beni a De Pierro questi è risultato essere ancora il proprietario formale di quei terreni tramite sue società perché... ha ricomprato tutto dopo il fallimento. Forse De Pierro conosce così tanti segreti di Montello che non può permettere che lì sopra vadano altri soggetti e tutto deve restare sempre nell’ambito degli stessi nominativi, custodi di segreti indicibili e che forse neppure questo processo in corso riuscirà a portare a galla se resterà slegato da tutte le altre storie che ruotano attorno alla discarica di Latina. I veri padroni di Montello Sempre seguendo le visure della Camera di Commercio delle società sequestrate a De Pierro si scopre, infatti, che il 6 agosto del 1999 la società di Biagio Maruca (che è stato il primo , originario acquirente dei terreni di Montello negli anni ‘80), la Led srl, ha ceduto la maggioranza delle quote della Ecomont alla Ideal Building Maintenance, una delle società sequestrate dalla finanza a gennaio 2014. Bidoni Dunque il contratto avviene quando Ecomont è fallita, cotta, improduttiva... Solo a De Pierro poteva interessare un bidone simile. Ma perchè? O per conto di chi? E comunque Giovanni De Pierro non è il solo pazzo che va a fare affari con un soggetto fallito, cioè con la sua curatela. C’è anche EcoAmbiente che affitta i terreni dalla curatela Ecomont e comincia farci sopra grandi progetti, persino quello di una nuova discarica collegata all’impianto di Tmb e autorizzata dalla Regione Lazio, dal Comune di Latina, dall’Arpa, tutti senza chiedersi o andare a vedere chi era il vero proprietario dei terreni. Avrebbero scoperto, agevolmente, che è un imprenditore che ha sempre tenuto le mani e gli occhi su Montello, un collezionista di società già accusato di truffa aggravata e riciclaggio. Un imprenditore normale prima di fare investimenti per 35 milioni di euro su terreni riferibili a un simile soggetto ci avrebbe pensato dieci volte. Ecombiente no. E chi ha autorizzato il progetto, Regione e Conferenza di Servizi neppure ci deve aver badato. Deboli srl Un capitolo a parte in questa storia lo merita la ragione sociale di tutti i gestori delle discariche, deboli srl da rincorrere sia per il risarcimento del danno in caso di accertata responsabilità sull’inquinamento, sia per ottenere la bonifica e il mantenimento post mortem degli invasi, voce per la quale è inserita un’apposita quota in tutte le bollette per il servizio dei rifiuti di tutti i Comuni italiani. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Latina Editoriale Oggi 10 febbraio 2014

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