lunedì 30 settembre 2013

La conferenza dei sindaci approva la"mozione Cusani" per l'acqua pubblica. In 11 dicono no.

Aprilia, Bassiano, Pontinia, Formia, Cori, Roccagorga, Amaseno, Giuliano di Roma, Nettuno, Priverno, Lenola intendono superare la gestione privata, ma non come è stata proposta dal presidente della Provincia di Latina. La conferenza dei sindaci approva la"mozione Cusani" per l Undici Comuni dell'Ato 4 (Aprilia, Bassiano, Pontinia, Formia, Cori, Roccagorga, Amaseno, Giuliano di Roma, Nettuno, Priverno, Lenola) dicono no alla mozione Cusani per la ripubblicizzazione dell'acqua. "I sottoscritti - recita la nota congiunta diramata al termine della conferenza dei sindaci - ritengono che non si possa parlare di ripubblicizzazione quando si vuole solo acquistare quote che appartengono a soggetti privati inseriti in società alle prese con gravissime condizioni finanziarie e che, peraltro, non hanno nemmeno avanzato formalmente proposta in tal senso. Per noi - spiegano i sindaci - ripubblicizzazione vuol dire superare la gestione privatistica del servizio e seguire l'indirizzo espresso dai referendum per cui l'acqua è un bene comune da gestire con criteri di efficienza e senza alcuna forma di profitto. Come da delibera in allegato, gli undici Comuni hanno chiesto che la conferenza dei sindaci prendesse posizione su tre punti ritenuti imprescindibili: 1. ritorno a un soggetto di diritto pubblico; 2. valutazione e analisi della situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società Acqualatina, prioritaria rispetto a qualunque ipotesi di ripubblicizzazione; 3. potere decisionale in mano ai Comuni. "La Provincia di Latina, dal 1 gennaio 2014, non esisterà più. Anche nel pieno delle sue funzioni, non ha alcuna competenza nella scelta del soggetto. E' inaccettabile che il presidente abbia il mandato esclusivo a trattare con Acqualatina, così come è inaccettabile che si arroghi, senza diritto, il potere di gestire il processo in autonomia". Radicale la frattura generatasi nel corso della conferenza dei sindaci. "Avevamo sottolineato questi aspetti già nella riunione di lunedì scorso - prosegue la nota congiunta - e per questo abbiamo presentato una nostra proposta. Purtroppo, non ci è stato permesso di esporla in modo chiaro per l'atteggiamento scorretto mostrato dal Presidente della Provincia il quale ha troncato la discussione e imposto la messa al voto della mozione pronunciandosi, per quanto non avesse diritto al voto, indisponibile a qualsiasi mediazione. Per tale motivo, ci siamo alzati e abbiamo abbandonato l'aula senza poter peraltro rientrare, perché a seguito del voto, l'assemblea è stata sciolta. Abbiamo tuttavia sottoscritto e messo agli atti la nostra proposta e da quella intendiamo partire per le prossime azioni". La battaglia va avanti. Sabato 5 ottobre si terrà a Formia un vertice tra i Comuni che intendono procedere ad "una vera ripubblicizzazione del servizio". L'invito è "a tutti gli altri Comuni, perché vengano a discutere il progetto e a collaborare alla definizione di un nuovo ed efficiente modello di gestione del ciclo delle acque. La condizione in cui versa Acqualatina è drammatica e per uscirne è necessario procedere uniti, a prescindere dalle appartenenze politiche". "La delibera approvata oggi a maggioranza dai sindaci appartenenti all'Ato 4 in merito al futuro della gestione del servizio idrico integrato, rappresenta una occasione importante ai fini di valutare la possibilità di una eventuale ripubblicizzazione del servizio stesso". Lo afferma il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, che aggiunge altri commenti alla riunione di questa mattina: "Con la delibera si assegna un mandato esplorativo, nell'ambito delle sue funzioni, al presidente dell'Ato 4, Armando Cusani, al fine di verificare l'eventuale sussistenza delle condizioni per un accordo con il socio privato di Acqualatina S.p.A. che porti l'intera compagine azionaria in mano pubblica. Naturalmente questo mandato non impegna in alcun modo e non è vincolante per i sindaci e quindi per i Comuni dell'Ambito Territoriale Ottimale ma rappresenta un eventuale punto di partenza per aprire nuovi scenari. Solo nelle ipotizzate fasi successive di questo processo, infatti, si andranno a verificare in dettaglio tutti gli aspetti relativi ad un possibile accordo per il passaggio di quote: dall'analisi dei bilanci di Acqualatina S.p.A. alla verifica della situazione debitoria; dai risvolti sulla erogazione dei servizi all'impatto eventuale sui bilanci dei Comuni. Ma, ripeto, questo avverrà solo dopo che il socio privato avrà esplicitato la volontà di un accordo. In tal senso, nella passata riunione dell'Ato 4 - continua Di Giorgi - io stesso, insieme ad altri colleghi sindaci, avevamo apportato modifiche e integrazioni alla delibera ripresentata oggi, proprio per incanalare il percorso nel giusto e corretto iter, nel rispetto degli organi e delle competenze statutarie e garantendo comunque che tutti i successivi passi sarebbero stati fatti dalla Conferenza dei Sindaci e quindi dai singoli Consigli comunali. Nonostante tutte queste giuste precauzioni, che andavano incontro anche alle richieste sollevate da alcuni Comuni dell'Ato 4, oggi non si è raggiunta l'unanimità ma la delibera è stata approvata a maggioranza, assegnando così un mandato esplorativo che, in ogni caso, non impegna in alcun modo la Conferenza dei Sindaci ma vuole essere il contributo del Comune di Latina, e degli altri enti che hanno approvato la delibera, al dibattito sulla eventuale ripubblicizzazione dell'acqua anche alla luce delle vicende referendarie e dei successivi sviluppi". http://www.studio93.it/news/read_news.php?news=64510&category=5

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