Qualche giorno fa la stampa nazionale ha ampiamente parlato delle perdite di petrolio in mare dalla raffineria Eni di Gela: “non meno di una tonnellata di petrolio” sversato, la necessità di una task force fra enti di controllo, maggiori interventi sulla sicurezza, manutenzione e controllo su chi estrae e raffina petrolio.
In realtà la Sicilia è sotto il mirino dei petrolieri da tempo: non c’è solo Gela votata da decenni al martirio del petrolio, ma proprio in queste settimane sono spuntate come funghi varie concessioni petrolifere lungo la riviera dell’isola fra Ragusa ed Agrigento: la Transunion ditta, l’ENI con due nuove concessioni ed un’altra al largo della valle dei Templi ad Agrigento.
E invece, è passata un po’ sotto silenzio, la lista dei 100 mari più belli del mondo stilata da Cnn che – sebbene le classifiche internet lascino il tempo che trovano – dovrebbe farci inorgoglirci tutti.
Secondo Cnn infatti il secondo mare più bello del mondo è la “Spiaggia dei conigli” a Lampedusa.Già a Febbraio Tripadvisor valutando i commenti e le review dei suoi clienti l’aveva classificata come la piu’ bella del mondo, qui invece è Cnn che conferma il secondo posto con queste motivazioni:
With blinding white cliffs, fluorescent blue waters, warm temperatures and dry-desert land, it’s little wonder this place frequently tops favorite beach lists. Protected turtles lay eggs here and dolphins can be seen in the water. The nearby volcanic isle of Linosa, featuring a spectacular black and red Mars-like beach.
Lampedusa il mare più bello del mondo secondo Cnn, dietro solo a Grande Anse Beach, La Digue Island nelle Seychelles.
E’ evidente allora la dicotomia che viene fuori: cosa vogliamo fare dei mari di Sicilia – e dell’Italia tutta? Puntare sulle nostre bellezze naturalistiche e paesaggistiche come a Lampedusa, oppure trasformare i nostri mari in una enorme Gela?
In questi giorni sono in giro per l’Italia del petrolio – stoccaggi, pozzi, metano, oleodotti, cluster, piattaforme che tutti mi mostrano comprensibilmente preoccupati. E sempre, vicino a queste strutture, sorgono piccole e grandi meraviglie: castelli, vigneti, riserve naturali, agriturismi che se solo fossimo un po più intelligenti e prudenti potrebbero da soli darci molta più ricchezza che tutto il petrolio d’Italia che madre natura ha ben pensato di seppellire sottoterra. http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/09/sicilia-perdite-di-petrolio-e-gioielli-naturali/620826/
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