sabato 15 giugno 2013
neanche a Casalmaggiore serve una centrale a biomasse: tutte le motivazioni
A Casalmaggiore non serve una centrale a biomasse.
http://www.welfarenetwork.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13293%3Aa-casalmaggiore-non-serve-una-centrale-a-biomasse&catid=129%3Acasalasco&Itemid=171
W-Cremona - Casalasco
Ecco la risposta inviata al Sindaco di Casalmaggiore che si è pronunciato di recente sul fabbisogno di una nuova centrale a biomasse legnose e un biogas per la parte organica dei rifiuti.
Maria Grazia Bonfante
Coord. Prov.le Salviamo il paesaggio cremonese, cremasco e casalasco
-------------------------------------------
Egr. Sig. Sindaco
Comune di Casalmaggiore (CR)
Piadena lì, 12 giugno 2013
Abbiamo appreso dalla stampa che il sindaco di Casalmaggiore Claudio Silla, in occasione di un recente incontro istituzionale della sua giunta con il consigliere regionale Carlo Malvezzi, ha “messo sul tavolo proposte riguardanti il tema energetico. In primis, la valorizzazione delle biomasse (soprattutto legnose, presenti in abbondanza in territorio golenale) già sfruttate da diversi impianti anche per la produzione di teleriscaldamento. Silla ha poi proposto di sfruttare la frazione organica dei rifiuti (che comporta costi di compostaggio elevatissimi) come combustibile per produrre energia: “Casalmaggiore è disposta a candidarsi per un progetto pilota"”.
A fronte di 140 impianti di biogas e biomasse già autorizzati in provincia di Cremona, il Consiglio Provinciale aveva approvato all’unanimità più di un anno fa una mozione per limitare ulteriori nuovi impianti: impegno disatteso perché si stanno aggiungendo altri impianti, di taglia più piccola, con una media di una nuova richiesta al giorno. Questo primato di impianti ci “assicura” in termini di emissioni l’equivalente di un milione e duecentomila vetture accese giorno e notte tutto l’anno!
Il legno è di gran lunga più vantaggioso se avviato al riciclo, perché è indispensabile ad esempio come materia prima per le industrie di pannelli truciolari. La combustione a scopo energetico costringe le imprese a importarlo da Francia e Spagna (Lombardia ed Emilia Romagna, sono le due maggiori regioni importatrici); inoltre il riciclo che permetterebbe di creare maggiore intensità di occupazione.
L’organico dei rifiuti, unitamente allo sfalcio del verde, deve costituire compost perché “fa bene alla terra” e l’area del casalasco è rinomata per la tipicità delle sue colture, ne impedisce la desertificazione, sequestra il carbonio nei suoli, diminuisce la eutrofizzazione, aumenta la capacità tampone, permette la ritenzione idrica e resilienza dei suoli. Dal punto di vista economico incentivare il compostaggio domestico consente di ridurre i costi di raccolta e smaltimento dei comuni e conseguentemente la tassa rifiuti ai cittadini.
Premesso che in Italia nel 2010 la potenza totale degli impianti di produzione di energia elettrica era di 118.000 MW (ossia 118 GW) a fronte di una potenza richiesta dalla rete pari ad un massimo di 57.000 MW verificatosi nel 2007 (oggi, data la situazione, i consumi di energia e quindi la potenza richiesta massima si attesta attorno ai 53.000 MW), e' evidente l'eccedenza produttiva rispetto alla domanda che ha come conseguenza il fatto che molte centrali sono ferme. Anzi, grazie alla "liberalizzazione" del mercato elettrico che avrebbe dovuto portare mirabolanti riduzioni di costo, abbiamo recentissime centrali a turbogas, nuove di zecca, ferme per mancanza di domanda elettrica, con gli investitori che per "rientrare" stanno da tempo sollecitando per fare inserire nella componente "oneri di sistema" della bolletta elettrica un quid addizionale (ovviamente in forma criptica) in conto "potenza addizionale disponibile per richieste-eventuali- di punta". Ciò premesso, che bisogno c'è di nuove centrali per di più a "combustione", considerato che qualsiasi tipo di combustione, anche di biomasse produce inquinanti?
Forse al Sig. Sindaco è anche sfuggito che la Corte di Giustizia Europea ha appena condannato l’Italia per gli anni 2006 e 2007 a pagare ben 1.7 miliardi di euro perché non solo non è stata almeno mantenuta la qualità dell’aria com’era, ma è peggiorata in 46 siti italiani. Ora attendiamo l’esito di verifica degli anni successivi. Ricordiamo che nel 2012 Cremona (e la provincia respira la stessa aria!) era fra le tre città più inquinate d’Italia e nel 2011 tre mesi su dodici sono stati di aria irrespirabile.
E a proposito di biomasse l’UE ha appena ammonito l’Italia e invitato le autorità competenti (il Sindaco è autorità sanitaria locale) ad imporre tutte le misure di attenuazione nel rispetto della Direttiva Aria 2008/50/CE cassando due nuove centrali nel Veneto perché sarebbero state installate in aree che già superano i valori limite per la protezione della salute umana.
Preoccupati per queste dichiarazioni e per l'impatto ambientale e sanitario che queste possibili scelte potrebbero avere sul nostro territorio chiediamo al Sindaco di Casalmaggiore di indire, al più presto, un'assemblea pubblica in cui illustri, in contraddittorio, le implicazioni, i vantaggi e gli svantaggi di questi investimenti che, a nostro avviso, non possono essere semplicemente annunciati, ma al contrario devono essere obbligatoriamente discussi e condivisi con la popolazione come peraltro stabilito dalla convenzione di Aarhus in vigore dal 2001 .
Firmato da:
Salviamo il paesaggio - Coordinamento Cremonese, Cremasco e Casalasco
Coordinamento Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre
Coordinamento Comitati ambientalisti Lombardia
dott. Angelo Angiolini, Medici per l’Ambiente – Cremona
2013-06-14
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento