domenica 16 giugno 2013

La casta piazzista delle biomasse. Rometti guida tour nelle centrali regione Umbria come provincia di Latina

http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/06/la-casta-piazzista-delle-biomasse.html Rometti, l'assessore all'ambiente dell'Umbria, si sta facendo la fama di uno dei politici più biomassisti. Chissà che non ci sia qualche conflitto di interessi a motivare tanto attivismo? Ora porta personalmente gli amministratori comunali a visitare impianti pseudo "virtuosi" per dimostrare che funzionano benissimo e convincerli a respingere quelle che per i biomassisti sono le "irrazionali paure e preconcetti". A qualcuno tanto zelo fa venire in mente il ventennio (fascista). Ora non c'è la battaglia del grano (anzi quello lo vogliono far marcire nei digestori e ridurre a poco più di zero la produzione nazionale), c'è la battaglia delle biomasse. Lo spirito è lo stesso. Con la casta politica e accademica (non solo in Umbria) piazzista delle biomasse e l'indottrimanemto degli alunni delle scuole (20 scuole umbre coinvolte nel progetto Energy Explorer). "Ma sono fondi europei". E chi paga (con gli interessi) per i fondi europei? La casta cerca di imporre opere e iniziative dannose perché "dobbiamo spendere i soldi europei". Non dicono che sono finanziamenti frutto del vampirismo fiscale e che è responsabilità politica loro se questi fondi sono spesso disponibili solo per delle stronzate e non per le cose necessarie. Intanto come osserva l'articolo che le biomasse siano una truffa se ne rendono conto sempre più cittadini e il re rischia di essere sempre più nudo. fonte: http://www.iltamtam.it/Generali/Ambiente-e-Territorio/A-Marsciano-Collazzone-ed-Avigliano-le-vetrine-degli-impianti-di-energia-da-rinnovabili.aspx A Marsciano, Collazzone ed Avigliano le vetrine degli impianti di energia da "rinnovabili" Numerosi amministratori pubblici umbri in visita agli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile che fanno parte della “rete territoriale” del progetto “Energy Explorer”. 15/06/2013 La chiave in un qualsiasi impianto è la corretta manutenzione e conduzione. Molti di questi funzionano alla perfezione in “laboratorio” ma quando scendono in campo sono i più esposti alle vicissitudini di chi li utilizza e la prima a soffrirne è proprio la manutenzione. Quando questi impianti nel caso di non corretto funzionamento creano danni alle persone o all’ambiente non sembra che vi siano strumenti tali che consentano un intervento pubblico immediato e decisivo: la vicenda dell’Ilva di Taranto è molto istruttiva. Comunque poter toccare con mano impianti funzionanti e che non hanno creato problemi può contribuire a ridurre i timori della gente Gente tra la quale c'è qualcuno che ricorda come per dimostrare la "possente forza aerea italiana", nell'anteguerra i velivoli, in caso di visità di autorità politiche dell'epoca, venivano spostati dall'aeroporto di Ospedalicchio a quello di Foligno e viceversa per ingannare l'occhio. Dopo i tour organizzati per i ragazzi delle scuole, ieri è toccato ai Consiglieri Regionali ed a numerosi amministratori pubblici della regione visitare gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile che fanno parte della “rete territoriale” del progetto “Energy Explorer”. Il progetto, promosso dalla Regione Umbria con le risorse del Por Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e realizzato dal Centro interuniversitario sull’inquinamento da agenti fisici dell’Università di Perugia, si propone di informare e di far conoscere, con esperienze dirette, le installazioni e le buone pratiche di tecnologie sostenibili realizzate sul territorio regionale. Il gruppo - che era accompagnato dall’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti e di cui hanno fatto parte i consiglieri regionali Maria Rosi, Alfredo De Sio, Oliviero Dottorini e Manlio Mariotti e i sindaci dei territori interessati - ha visitato un impianto a biomassa legnosa (Ditta Genera spa) ad Avigliano Umbro e due impianti a Biogas, a Collazzone (Azienda Luchetti - reflui bovini) ed a Marsciano (Azienda Platoni - reflui zootecnici). “Si è trattato – ha detto l’assessore Rometti - di una occasione per gli amministratori locali e per i tecnici, coinvolti direttamente dalle procedure per il rilascio delle autorizzazioni, per conoscere questi impianti e le tecnologie sostenibili adottate, verificando in loco che non si tratta di strutture che producono danni all’ambiente. Al contrario – ha aggiunto l’assessore – se correttamente funzionanti esse costituiscono una vera e propria risorsa, contribuendo a superare la ‘dipendenza’dal petrolio per la produzione di energia elettrica, con ricadute importanti sul territorio dal punto di vista ambientale ed economico”. “Il bagaglio di informazioni acquisite e sperimentate durante la visita, che potremmo definire didattica – ha spiegato Rometti –, permetterà poi di illustrare alle comunità di riferimento le reali caratteristiche degli impianti. Ciò aiuterà anche a superare, partendo da dati certi di carattere tecnico e scientifico, le opposizioni e rifiuti manifestati da molti Comitati locali che spesso sono dovuti ad una scarsa informazione. Gli stessi cittadini e rappresentanti dei comitati che vogliano conoscere da vicino questi impianti – ha rilevato l’assessore – potranno partecipare alle prossime visite che verranno organizzate proseguendo nell’attuazione del progetto”. Nel progetto “Energy explorer” finora sono stati coinvolti gli alunni delle scuole superiori ad indirizzo tecnico e scientifico dell’Umbria. Si tratta di 20 scuole umbre, per oltre 600 studenti, che, grazie alle ditte che hanno aderito all’iniziativa, hanno potuto conoscere diverse tipologie di impianti: dagli eolici, fotovoltaici, a quelli idroelettrici, a biomasse e a biogas. A settembre riprenderanno i tour per gli alunni, che saranno affiancati da più giornate di “Impianti aperti” alla cittadinanza per consentire ai cittadini interessati di visitare queste strutture. Intanto però qualche nuvola si addensa sul concetto “green” degli impianti a biomasse legnose. Fino ad ora si credeva che la bilancia della Co2, nella combustione di legno, fosse in sostanziale pareggio. Quella emessa nella combustione pari a quella immagazzinata negli alberi. Ora sembra però che un tale pareggio sia pesantemente condizionato dal modo in cui si conducono le piantagioni e che un eccesivo sfruttamento – taglio troppo intenso e non razionale - liberi anche dal terreno un notevole quantitativo di Co2

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