mercoledì 15 maggio 2013
Nazzano ennesima centrale a biomasse incompatibile con il territorio
Nazzano Vita Territorio ha caricato un file.
IMPORTANTE AGGIORNAMENTO SITUAZIONE NAZZANO
=================================== http://www.facebook.com/groups/NAZZANO.VITAETERRITORIO/143556169165426/
Pochi giorni fa un aderente al nostro comitato ha incontrato di sua iniziativa il supposto proponente del progetto, il quale oltre a CONFERMARE LA PROSSIMA REALIZZAZIONE E MESSA IN USO DELL’IMPIANTO NEL SITO INDIVIDUATO ha fornito importanti informazioni sulla tipologia dell'impianto, che a questo punto desideriamo condividere con tutti gli interessati a questo argomento, indipendentemente dalla propria posizione.
Diversamente da quanto riferitoci durante l’ultimo consiglio comunale (nel quale la giunta aveva parlato di un sito a biomasse “legnose”, presumibilmente standard), l’impianto funzionerà per GASSIFICAZIONE A PIROLISI.
Un processo in cui, tramite una particolare tipologia di combustione di biomassa (che può in linea di principio accettare come combustibile legno, ma sembrerebbe anche altre sostanze diverse), effettuata ad alte temperature (700-800°C) ed in assenza quasi totale di ossigeno, dà origine ad una miscela gassosa (SYNGAS) che viene quindi a sua volta bruciata per produrre energia elettrica,. (1)
CARATTERISTICHE:
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Il proponente ha riferito di un impianto composto di 10 moduli da 20 kW (per un totale di 200 kW) del tipo GEK 20 kW (macchina prodotta e commercializzata dalla ditta ALL Power Labs). GEK è un acronimo che significa “Gasifier Experimenter’s Kit” ovvero più o meno “Kit per Gasificatore da Sperimentatori”, progetto ANCORA SPERIMENTALE ingegneristico “open source” per cui la ditta offre anche le specifiche tecniche per costruirselo eventualmente da sé.
Sempre a detta del proponente, il Syngas prodotto dall’impianto verrà bruciato da un motore GM di tipo marino (a sua detta un motore pulito come un motore della più avanzata e “pulita” vettura a metano!) le cui emissioni finali sarebbero assolutamente innocue (!!!) , liberate attraverso un semplice tubo di scappamento (del tipo di quelli delle marmitte catalitiche), uno per ogni modulo da 20 Kw. Sempre a quanto ci ha riferito, ogni modulo è di piccolo ingombro (un tavolo di medie dimensioni) quindi tutti i moduli verrebbero inseriti all'interno dell'officina preesistente.
Anche se il proponente rassicura che verrà usato come combustibile esclusivamente purissimo legname naturale (e la ditta produttrice descriva nella presentazione della macchina solo questa tipologia di utilizzo), dal sito del produttore si può già verificare che questi moduli sono in grado di bruciare “combustibili diversi”.
I residui della combustione sono cenere, catrame, carbone ed altri residui inquinanti oltreché un sottoprodotto che, secondo il proponente, sarebbe un residuo del tutto pulito ed addirittura un ottimo concime / ammendante per l'agricoltura (!!!) Riguardo al contenuto dei fumi, sono anch’essi tutt’altro che innocui (2)
Abbiamo motivo di ritenere che il proponente si sia accontentato delle rassicurazioni di chi ha venduto i macchinari per convincersi della loro innocuità, visto che A NOI È BASTATA UNA PRIMA VELOCE RICERCA SU GOOGLE PER SCOPRIRE CHE LA COMBUSTIONE DEL SYNGAS PRODUCE DELLE EMISSIONI ALTAMENTE NOCIVE. Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Gassificatore :
“… Il syngas combusto è ricchissimo di inquinanti quali ossidi d'azoto (ed in parte di zolfo) ed inquinanti organici e deve, quindi, essere sottoposto a trattamenti per l'abbattimento di queste sostanze, mediante reagenti quali ammoniaca, bicarbonato e forti getti d'acqua, dopodiché solitamente viene filtrato attraverso filtri a maniche prima di poter essere immesso in atmosfera. Tutti questi trattamenti non possono, però abbattere le quantità di nanoparticolato emesse, in quanto nessun sistema di filtraggio è ancora in grado di arrestare questo tipo di particelle. …”
Quindi, anche se cambia la tecnica di utilizzo della biomassa, IL RISCHIO DI DANNI ALLA SALUTE A CAUSA DELL’INQUINAMENTO DA NANOPARTICELLE SAREBBE CONFERMATO.
Eviteremo di dilungarci sulle nanopatologie, già affrontate nella precedente informativa (anche su questo argomento è disponibile un’ampia documentazione scientifica, nazionale ed internazionale).
Non vogliamo aprioristicamente escludere differenze reali di questo macchinario rispetto alle altre macchine già note e collaudate, ma sarebbe interessante avere prova di queste differenze, con analisi documentabili e sperimentate da parte di organi, ricercatori ed enti indipendenti (che non facciano riferimento al costruttore dell’impianto o dagli enti di ricerca con cui questi ha una collaborazione). (2)
AUTORIZZAZIONE:
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Il proponente riferisce che non ha bisogno di nessuna autorizzazione. In effetti, considerata la dimensione dell’impianto, ed il fatto che non ci saranno costruzioni edilizie nuove (verrà utilizzato un capannone esistente) l’impianto beneficerà di una procedura semplificata che prevede la semplice “Comunicazione al Comune”, senza necessità di autorizzazione da parte degli enti locali e con la possibilità di metterlo in uso immediatamente (il proponente dice di avere già un’autorizzazione della Regione, non ci è ancora chiaro di che tipo). http://rinnova.gse.it/autorizzazioni/Pages/default.aspx)
SITO DI UBICAZIONE:
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Il sito in cui sarà ubicato l’impianto (un’ ex officina meccanica ) è distante circa 90 mt dalla prima abitazione e 100-150 mt da altre abitazioni, 500 mt dal primo centro abitato, 800 metri dalla scuola di Nazzano e 4 km dalla centrale a biogas di Ponzano.
Il capannone è inoltre 380 mt dall’autostrada A1 , a 500 mt dal confine con la riserva naturale Tevere Farfa ed è ALL’INTERNO DELLA ZONA ZPS (zona protezione speciale) DELLA RISERVA NATURALE TEVERE FARFA. http://www.parchilazio.it/home.cfm?nomepagina=carto&id_parco=12&id=37
TEMPI DI REALIZZAZIONE:
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Secondo quanto riferito dal proponente, I MODULI ARRIVERANNO NEL SITO A META’ MAGGIO E VERRANNO IMMEDIATAMENTE MESSI IN FUNZIONE
Quindi, con molta probabilità, già nelle prossime settimane avremo l’impianto di Nazzano pronto e fumante.
CONSIDERAZIONI:
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Sottolineamo ancora una volta come questo progetto non abbia nessun tornaconto per la comunità, e come sia una pura iniziativa imprenditoriale per il mero benificio economico del proponente.
Anche se non vogliamo escludere per forza la buona fede delle rassicurazioni del proponente, ci domandiamo come mai non abbia messo al corrente la cittadinanza del suo avvenieristico progetto, anziché metterla di fronte al fatto compiuto.
Lo invitiamo a dimostrarci la reale innocuità per la salute pubblica del proprio impianto, in un civile e trasparente dibattito prima di avviare l'impianto, anziché ostentare la volontà di continuare per la propria strada, partire con la centrale ed intascare gli incentivi.
Invitiamo il proponente ad applicare il Principio di Precauzione prima di passare alla fase operativa e con il coinvolgimento attivo dei cittadini del territorio, cosa questa che tutelerebbe forse prima di ogni altro il proponente stesso (non escludiamo che egli stesso possa forse non aver ancora valutato con sufficiente attenzione le controindicazioni di questo sistema e possa invece essere caduto nella trappola persuasiva del venditore dell'impianto, che ovviamente ha tutto l'interesse di vendere le sue macchine e decantarne fasti anche immaginari).
Dobbiamo infine considerare che, se a dispetto di tutte le assicurazioni e anche della stessa propria buona fede, un domani ad impianto già attivo dovessimo verificare che ci sono davvero delle criticità ambientali/sanitarie (più o meno pesanti), le conseguenze peserebbero certo sui cittadini e sul nostro bel territorio (che invece per nostra fortuna ancora oggi è così sano), ma anche e soprattutto sul proponente stesso e sulla sua famiglia che in quell'impianto si troveranno ad operare.
Oltre alle eventuali conseguenze dirette sulla propria salute, il proponente avrebbe la responsabilità del danno recato alla collettività, oltre ad apparire agli occhi della cittadinanza come un mero speculatore senza scrupoli, senza magari neanche averlo voluto davvero.
COSA STIAMO FACENDO:
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Riguardo la verifica dell’entità della pericolosità degli impianti, poiché riteniamo che “CHIEDERE ALL’OSTE SE E’ BUONO IL VINO” non sia il modo migliore per saggiarne la bontà, preferiamo muoverci ed argomentare con dati certi le nostre affermazioni.
Per questo stiamo attivando tutti i canali a nostra disposizione per approfondire a livello tecnico e scientifico sia le caratteristiche del progetto, sia l’impatto che avrà in termini di inquinamento e quindi di eventuale danno alla salute ed all’ambiente.
Oltre a reperire e studiare le informazioni disponibili su web a riguardo, stiamo provvedendo a condividere queste informazioni con gli esperti tecnici, il coordinamento nazionale TERRE NOSTRE, i medici ISDE e gli esperti ambientali ed in materia di biomasse/biogas con cui il comitato già collabora.
Stiamo inoltre attivando i canali istituzionali ed informando le organizzazioni per l’ambiente e gli enti locali al riguardo.
Non molliamo, infine, nel proseguire la nostra campagna informativa e la Raccolta Firme per ESORTARE IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE ALL’ADOZIONE URGENTE DI UN REGOLAMENTO DI IGIENE E SANITA’ FORTEMENTE RESTRITTIVO VERSO LE INDUSTRIE INSALUBRI (E QUINDI ANCHE LE CENTRALI A BIOMASSE), CHE LIMITI LE POTENZE E DEFINISCA LE DISTANZE MINIME DALLE ABITAZIONI E DAI CENTRI ABITATI DI QUESTI IMPIANTI, anche al fine di tutelare il territorio da possibili futuri progetti analoghi. (art. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 n.1265 - art. 174, paragrafo 2, Trattato CE - D.M. 05/09/94, art. 216 del Testo unico delle leggi sanitarie n.1265/34 – Art. 41 e Art. 32 Costituzione Italiana).
NEL FRATTEMPO INVITAMO TUTTI I MEMBRI DEL GRUPPO A SEGUIRE E PARTECIPARE A QUESTO LAVORO DI INFORMAZIONE ED APPROFONDIMENTO, nell’ambito delle proprie disponibilità e possibilità, condividendo nel gruppo fb o via email materiale informativo e supportando e partecipando alle attività del comitato.
Comitato spontaneo
NAZZANO VITA E TERRITORIO
NO BIOMASSE
vitaeterritorio@gmail.com
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APPENDICI – APPROFODIMENTI:
(1)
Non possiamo non notare che la stessa ditta ALL Power Labs definisce la propria organizzazione come “... incubatore per esperimenti energetici open source”, fondato su un team di sviluppo dei propri progetti composto dalla feconda unione di “tecnologi dei sistemi per il trattamento dei rifiuti, scienziati e collaboratori di vari centri studi ed università nonché da ingegneri qualificati” (http://www.gekgasifier.com/info/about-us). D'altronde per esempio sul Forum del GEK sul sito del produttore uno dei partecipanti alla discussione, un italiano tra l'altro (tale Alberto Corradini), chiede come poter utilizzare la macchina adottando come combustibile un mix di pollina, lolla di riso e liquame di maiale essiccato (vedi http://gekgasifier.com/forums/index.php?%2Ftopic%2F506-jay-testing-20kw-power-pallet%2F).
(2)
È pur vero che esistono diverse fonti, sempre su Internet, che parlano di questa tecnica in termini più neutri pur riportando anche i dubbi che permarrebbero su potenziali rischi di tossicità ed altre che ne parlano anche in modo molto più tranquillizzante se non entusiastico. Ovviamente bisogna indagare approfonditamente quali fonti riportano dati scientificamente fondati, rilevanti e verificati da studi indipendenti e non cointeressati né finanziati da chi queste tecniche vuole impiegarle o desidera trarne prestigio “commerciale”. Tra le pagine più o meno neutre citiamo tra tutte quella contenuta nel Forum su “Gasogeno Gasificazione Pirolisi. Biochar. Carbone vegetale” sul portale “Armonia - Enciclopedia Semplificata di Avanguardia” (consultabile all'indirizzo http://armonia.forumcommunity.net/?t=31605438) dove è per esempio citato proprio Il Gek della ALL Power Labs ed è riportato l'articolo “L’alimentazione a gasogeno sugli autobus dell’ATAG dal 1934 al 1944”, di Vittorio Formigari e Mauro Di Pietrantonio. Nella stessa pagina si trova inoltre il riferimento ad un ponderoso studio intitolato “Composizione chimica e caratteristiche di combustione dei liquidi derivati da Pirolisi di biomasse” discussa da parte dell'Ing. Paola Giudicianni per il DOTTORATO DI RICERCA XVIII CICLO (presso L'Università degli Studi di Napoli “FEDERICO II”, Facoltà di Ingegneria , Dipartimento di Ingegneria Chimica) nel quale viene illustrata la notevole complessità dello spettro delle molecole prodotte dalla pirolisi, comprese alcune più o meno gravemente tossiche quali ad esempio monossido di carbonio (CO), etilene (C2H4), etano (C2H6), diidrogeno (H2) oltreché Furani, Fenoli e Guaiacoli (per scaricare l'intero studio seguire il seguente link: http://www.fedoa.unina.it/1046/1/Tesi_di_dottorato_Giudicianni_Paola.pdf in cui sono discusse tutte le varie tecniche di pirolizzazione). Nella stessa pagina infine si riportano anche contributi di valutazione critica per la potenziale altissima tossicità nell'uomo per esempio del monossido di carbonio che è presente nel ciclo di reazioni della pirolisi (“Effetti patologici dell’ossido di carbonio”).
Tra le fonti favorevoli citiamo invece la pagina http://www.tigullionews.com/index.php/sestri/rifiuti-urbani-i-sistemi-utilizzati-allestero-idee-per-sestri-levante/ che presenta in modo positivo il GEK anche se la presentazione appare poco più che una pubblicità e d'altronde se ne parla all'interno di una più ampia disamina sulle nuove tecnologie da impiegare per la gestione dei rifiuti (il che no sembra di buon auspicio), nonché la pagina http://www.gekgasifier.com/info/gasification-basics/gasification-explained, che sembrerebbe deporre per un processo di pirolisi che genera solo acqua e anidride carbonica. Il testo però risulta di difficile interpretazione perché scritto solo in lingua inglese (la traduzione proposta nella pagina è una traduzione automatica tramite Google Translate che risulta praticamente inutile per una comprensione profonda delle argomentazioni) ed inoltre è priva di qualunque bibliografia, priva inoltre di un qualunque riferimento scientifico. Senza contare che si tratta di un testo redatto dalla stessa ditta produttrice del GEK.
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