Da dieci giorni abbiamo occupato il Casale Alba2 del Parco di Aguzzano,
un luogo come tanti altri abbandonato nelle mani degli speculatori.
Tutto è nato dalla volontà da parte del Ministero di Giustizia di
costruire un ICAM (Istituto di Carcerazione Attenuata per Madri
detenute) all'interno del parco. Sono state subito chiare le reali
intenzioni dei soliti noti, costruire semplicemente un altro terribile
carcere per le mamme ed i loro piccoli e cambiare stato di assetto del
parco per aprire le porte al cemento.
Consideriamo questa riapertura del casale alla collettività come una
tappa di un percorso molto più grande: la creazione di un movimento
contro la cementificazione. In questo senso l'unica via percorribile per
uscire dalla folle situazione in cui ci troviamo sia sganciarsi dalla
concezione dell'uomo e del suo profitto al centro del mondo. Sono sempre
più forti le esigenze di autogestione dei territori da parte di chi li
vive ed è consapevole dell'importanza di armonizzare la propria
presenza con l'ambiente circostante. Ripartire dal basso, coordinarsi,
evadere schemi di competitività, profitto e metropoli: sono questi i
punti cardine su cui si concentrano i movimenti territoriali, in
opposizione a qualsiasi scelta imposta dall'alto da parte di chi
sostiene concetti di progresso ed emergenzialità funzionali solo al
portafogli di pochi,
Si stanno moltiplicando a Roma come altrove assemblee e comitati in cui
emerge la volontà di poter decidere direttamente senza deleghe sulla
propria vita e sui propri spazi, praticando la riappropriazione non come
eventualità ma come pratica quotidiana. Gli incontri avvenuti in
passato sono serviti a prendere coscienza dell'esistenza e della forza
di queste lotte, mettendo in risalto la necessità di creare
un'esperienza di condivisione, confronto e solidarietà.
Per dare continuità pratica a queste idee stiamo costruendo un
osservatorio sulla devastazione ambientale, un polo che unisca
documentazione e propositività dinamica; un luogo che non appartenga ad
un determinato gruppo o collettivo, non sia casa di partiti politici o
di politicanti in cerca di voti, ma che sia animato da tutte le realtà
che vogliano avere un punto di riferimento per una rete di difesa dalla
speculazione e dal consumo dei territori. E' importante collegare le
varie particolarità e avere un fronte comune di lotta per fermare un
processo di portata sempre più totale.
In quest'ottica vorremmo sviluppare l'incontro che si terrà domenica 23
alle 11.00 al casale ALBA 2, quello che chiediamo ad ogni comitato,
movimento o assemblea è di di partecipare con spirito
critico/propositivo riguardo l'idea dell'osservatorio e del percorso di
sostegno reciproco, analisi ed azione. In tale direzione sarà anche la
chiacchierata sulla resistenza NOTAV con Luca Abbà che si terrà dopo
pranzo.
un luogo come tanti altri abbandonato nelle mani degli speculatori.
Tutto è nato dalla volontà da parte del Ministero di Giustizia di
costruire un ICAM (Istituto di Carcerazione Attenuata per Madri
detenute) all'interno del parco. Sono state subito chiare le reali
intenzioni dei soliti noti, costruire semplicemente un altro terribile
carcere per le mamme ed i loro piccoli e cambiare stato di assetto del
parco per aprire le porte al cemento.
Consideriamo questa riapertura del casale alla collettività come una
tappa di un percorso molto più grande: la creazione di un movimento
contro la cementificazione. In questo senso l'unica via percorribile per
uscire dalla folle situazione in cui ci troviamo sia sganciarsi dalla
concezione dell'uomo e del suo profitto al centro del mondo. Sono sempre
più forti le esigenze di autogestione dei territori da parte di chi li
vive ed è consapevole dell'importanza di armonizzare la propria
presenza con l'ambiente circostante. Ripartire dal basso, coordinarsi,
evadere schemi di competitività, profitto e metropoli: sono questi i
punti cardine su cui si concentrano i movimenti territoriali, in
opposizione a qualsiasi scelta imposta dall'alto da parte di chi
sostiene concetti di progresso ed emergenzialità funzionali solo al
portafogli di pochi,
Si stanno moltiplicando a Roma come altrove assemblee e comitati in cui
emerge la volontà di poter decidere direttamente senza deleghe sulla
propria vita e sui propri spazi, praticando la riappropriazione non come
eventualità ma come pratica quotidiana. Gli incontri avvenuti in
passato sono serviti a prendere coscienza dell'esistenza e della forza
di queste lotte, mettendo in risalto la necessità di creare
un'esperienza di condivisione, confronto e solidarietà.
Per dare continuità pratica a queste idee stiamo costruendo un
osservatorio sulla devastazione ambientale, un polo che unisca
documentazione e propositività dinamica; un luogo che non appartenga ad
un determinato gruppo o collettivo, non sia casa di partiti politici o
di politicanti in cerca di voti, ma che sia animato da tutte le realtà
che vogliano avere un punto di riferimento per una rete di difesa dalla
speculazione e dal consumo dei territori. E' importante collegare le
varie particolarità e avere un fronte comune di lotta per fermare un
processo di portata sempre più totale.
In quest'ottica vorremmo sviluppare l'incontro che si terrà domenica 23
alle 11.00 al casale ALBA 2, quello che chiediamo ad ogni comitato,
movimento o assemblea è di di partecipare con spirito
critico/propositivo riguardo l'idea dell'osservatorio e del percorso di
sostegno reciproco, analisi ed azione. In tale direzione sarà anche la
chiacchierata sulla resistenza NOTAV con Luca Abbà che si terrà dopo
pranzo.
Coordinamento per la Tutela del Parco di Aguzzano
Laboratorio sulla devastazione ambientale
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