Pontinia, non esiste al momento un censimento delle costruzioni presenti sul territorio
Poderi ex Onc, sanatoria per forza
Il Comune elimina il vincolo sui casali di bonifica: arriva il parere tecnico
Le modifiche strutturali sono state apportate negli anni in maniera indiscriminata
LA questione legata ai poderi Onc sta pian piano coinvolgendo cittadini, artisti e
semplici appassionati alla storia dell’agro pontino. C’è chi afferma che la storia, con la cancellazione dell’articolo 26, verrà distrutta e chi vede in questo atto una possibilità di fermare la speculazione. A dare alcuni dettagli tecnici, soprattutto in riferimento al Ptpr tanto menzionato nelle delibere in questione, ci ha pensato Luigi Veca, cittadino di Pontinia attento alle questioni tecnico-storiche della sua città.
«Nell’articolo 44 del Ptpr citato nella delibera comunale – afferma Luigi Veca -,
si rimanda alla ‘tavola B’ per l’individuazione degli immobili da salvaguardare. Nel
caso di Pontinia, però, tali immobili non sono individuati né catalogati né riportati sulla cartografia tra i ‘vincoli ricognitivi di piano’.
Dunque, in base a quale logica la l’amministrazione selezionerà i nuclei poderali
per ottemperare le prescrizioni legislative? Nella stessa delibera non viene citata la legge (L.R. n° 24/1998 art.31 bis 1) che tutela le architetture rurali dal XII a
XIX secolo che impone il censimento, catalogazione dei beni con la quale il Comune doveva individuare e quantificare l’esatta consistenza del patrimonio da valutare». Insomma, il solo Ptpr richiamato più volte dai consiglieri di maggioranza a difesa dei poderi ancora non toccati sembra non essere sufficiente a salvaguardarne la struttura e questo perché, sempre la stessa amministrazione, non ha provveduto a
catalogare gli immobili storici presenti nel proprio territorio. «Ciò che lascia perplessi – continua il signor Vega - è che l’art.26 abrogato nei giorni scorsi era in vigore dal 1996. Trascorsi 15 anni diversi nuclei poderali sono stati compromessi
o demoliti del tutto. Chi era, quindi, l’ente preposto al controllo dello stato di conservazione del patrimonio storico se non la pubblica amministrazione? La stessa
che oggi intende eliminare parte del vincolo di tutela».
Insomma, per 15 anni non si controlla e non si sanziona nessuno e poi, per rimediare,
e far tornare tutti nelle regole, si abroga un articolo diventato scomodo un po’ per
tutti. «Con tutto ciò appare evidente l’incoerenza dell’amministrazione di Pontinia – conclude Veca - nel settore pianificazione urbana e territoriale e tutela del
patrimonio storico, da una parte si realizzano opere per diversi milioni d’euro per costruire due musei in P i a z z a Kennedy e Piazza Roma in funzione della
conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, ed all’altra non si tutelano le prerogative storiche e culturali che il territorio possiede per un corretto marketing, in virtù dello sviluppo turistico e rilancio economico che questa città e cittadini meritano».
Riccardo A. Colabattista
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b09fc5d30befc2/pag19sabaudia.pdf
lunedì 8 agosto 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento