domenica 24 maggio 2020

Rifiuti (discarica e 2 impianti compostaggio) tra il comitato ristretto dei sindaci, la posizione di Guidi (sindaco di Bassiano), provincia e conferenza dei sindaci, ATO 4 e regione Lazio


BORGO MONTELLO (LT) COMUNITA' VIVA: AMBIENTE - Cronaca

Sono stato sollecitato da molti (anche da diverse parti politiche) di esprimere un parere in merito a come risolvere o individuare 3 o più siti necessari in provincia di Latina, per il conferimento dei rifiuti, nonché sui piani regionali e provinciali in materia di rifiuti e sulla conferenza dei sindaci. Com’è noto la regione Lazio ha richiesto, alla provincia di Latina, l’individuazione dei un sito per la discarica (o della frazione secca o inerte) e di 2 siti per compostaggio.
Piani regionale e provinciale dei rifiuti
Entrambi i piani non sono coerenti con altri di piani di programmazione e tutela (energetico, di risanamento della qualità dell’aria e dell’acqua) oltre che norme nazionali, sentenze di vario genere e direttive europee, ma non tengono, per quanto riguarda l’umido (e purtroppo non solo), dei quantitativi che finiscono negli impianti energetici da “biomasse” e non tengono conto dell’attuale produzione di rifiuti oltre all’evoluzione della necessaria riduzione dei rifiuti, riuso e aumento della qualità e quantità di differenziata e riciclo. Poi bisogna chiarire se si parla di provincia o di ATO (come riporta il PRR).
Progetto di discarica (discariche) già presentati
Ai sindaci non piace la parola discarica ma tali sono 3 progetti sul sito di Borgo Montello, per oltre un milione di mc, secondo il massimo dirigente regionale in materia nella cds dell’ottobre scorso. Di discarica si tratta dei 2 progetti nel comune di Aprilia. Lo stesso Dirigente ha avvisato che, completato l’iter del PRR, ripartirà l’esame dei due di Ecoambiente e Indeco, mentre quello di Ecoambiente di 38 mila mc è in corso. L’assessore regionale ha chiarito che la politica (lui compreso) non può interferire sull’operato dei loro dirigenti che quindi possono approvare qualsiasi impianto o progetto. La domanda sarebbe spontanea: a cosa servono politica e programmazione oltre che ad elargire stipendi, compensi, pensioni? Una persona della strada penserebbe che, quindi, la politica dovrebbe fare delle norme prescrittive e obbligatorie perché altrimenti non parleremmo di politica ma di fai da te.
Discarica esistente Borgo Montello
Per la discarica di Borgo Montello ci sono da applicare le norme, le prescrizioni delle AIA, da rivedere la VIA, ci sono ricorsi in atto, sentenze da applicare. Le competenze, ovviamente, sono del comune di Latina, della provincia e della Regione che ne devono chiedere l’attuazione.
Chi decide in quale discarica conferire?
Non decidono ne decideranno i comuni o la conferenza dei sindaci o l’ATO 4 o la regione. Questo è uno degli aspetti da chiarire. La norme e le sentenze affermano che il TMB (o TBM) dove i comuni conferiscono dovrà conferire nella discarica di prossimità. Attualmente non c’è una discarica disponibile in provincia. In ogni caso, qualora venisse realizzato un nuovo sito quanti anni passeranno?
Il sito della nuova discarica (oppure impianto per rifiuti secchi o inerti che dir si voglia)
1.a domanda: le norme sulle cave (o siti dismessi) ne consentono l’utilizzo a tale scopo?
2.a domanda: tra i siti industriali dismessi ce n’è uno non inquinato?
3.a domanda: nelle aree industriali libere c’è un sito disponibile idoneo?
4.a domanda si preferirà un’area industriale gestita dal Consorzio Industriale (aumentando quindi le difficoltà burocratiche?) oppure una delle aree industriali gestite da uno dei tanti comuni?
Con riferimento ai siti indicati (area di Tor Tre Ponti – Latina Scalo che insiste sui 3 comuni Latina, Sermoneta e Sezze) oppure area Plasmon (nel comune di Latina) o nel comune di Sabaudia (“area Pontinia” gestita dal consorzio industriale) ci saranno sicuramente una serie di pro e contro. Non ultimo quello politico (a Latina e Sabaudia si voterà nel 2021). Il sito dell’ex Mira Lanza a Mesa (SS7 Appia nel comune di Pontinia) in base alla VIA risulta inquinato o almeno lo era all’epoca della VIA e tutte le richieste di accesso agli atti per la bonifica hanno dato esito negativo.
Impianto di compostaggio (o comunque dell’umido)
Non esiste un sito che “non puzzi” o che “non crei disturbi” oppure “che non abbia emissioni”. Se poi qualcuno ci vuol far credere che da questi impianti possa uscire energia pulita e rinnovabile o non sa cosa siano oppure ci vuol far digerire un impianto o una tecnologia che, in provincia di Latina e nel Lazio, non mi risulta funzionino a norma di legge. Soprattutto non può uscire compost di qualità o concime, se non con aggiunta di sostanze e con altre lavorazioni. E’ senz’altro preferibile (dal punto di vista ambientale) un impianto aerobico sia per ridurre l’impatto sulla salute, sia per la migliore qualità del compost.
Cosa ha chiesto la regione Lazio alla provincia e sindaci della provincia di Latina?
Di indicare i siti per gli impianti di discarica e di compostaggio. C’è da ribadire, però, che comunque ci sono già progetti di discarica in corso di cds presso la regione Lazio che soddisferebbero il fabbisogno provinciale (e non solo). Quindi c’è il rischio di avere discariche approvate dalla regione e siti (per inerti o frazione secca) da provincia, comuni e ATO. Allo stesso modo c’è esuberanza di siti per il trattamento dell’umido, uno ad Aprilia, uno a Sabaudia e uno a Pontinia. Siti che, a meno di chiusure della magistratura, anche se i sindaci o la provincia o l’ATO decidessero di conferire altrove potrebbero continuare a ricevere rifiuti. Oltre a tutti gli impianti energetici da rifiuti approvati, in corso di realizzazione, funzionanti o in corso di approvazione.
Impianti e gestioni del ciclo o di parte del ciclo dei rifiuti
Ci possono essere scelte politiche o morali (nel senso di preferire una tecnologia dove si conferisce per ridurre inquinamento oppure per togliere conferimenti ad impianti problematici) ovviamente deveno essere di competenza comunale. Affinchè la decisione della conferenza dei sindaci (o dell’ATO 4 o della provincia) abbia effetti nei singoli comuni interessati, abbia effetti amministrativi devono passare ed essere approvati nei rispettivi consigli comunali. Ovviamente ha ragione Domenico Guidi Sindaco di Bassiano. Se si può pensare che vengano scelti nuovi siti dove conferire l’umido (non il TMB e quindi non la discarica) e la competenza è dei singoli comuni per arrivare alla gestione condivisa del ciclo dei rifiuti (o di gruppi di rifiuti) la questione appare quasi impossibile o comunque con le problematiche evidenziate da Domenico Guidi cui si aggiunge la temporaneità delle singole amministrazioni. Come la storia insegna si rinnova il consiglio comunale e si cambia gestione.


La bonifica dei siti inquinati
Guidi giustamente si pone il problema della bonifica di alcuni siti, ovviamente non di tutti, inquinati. La questione è ovviamente articolata per le diverse situazioni, autorizzazioni, prescrizioni, garanzie, procedure amministrative, sentenza, processi in corso. Questo è un elemento da sempre debole di tutti gli impianti per rifiuti ed energetici, come insegnano per esempio il caso della ECO X di Pomezia. Da sempre oggetto di denunce e segnalazioni quasi sempre segnalate inutilmente dai cittadini ad una classe politica cui sembra trovarsi a proprio agio ignorare il rischio ambientale ed economico, quindi anche erariale.
risarcimento e delocalizzazione cittadini
I primi cittadini conoscono i danni causati da impianti inquinanti, puzzolenti che hanno provocato inquinamento, malattie, un lungo elenco di croci e danni alle proprietà. A volte hanno rovinato l'esistenza di interi cicli familiari come succede da quasi 50 anni a Borgo Montello. Le amministrazioni se ne devono fare carico.
Nuovo consorzio?
Guidi cita qualche esempio di disastri in questo senso ma ce ne sono altri in provincia. A mio parere non ci sono le condizioni politiche ed amministrative e non è nemmeno un urgenza oppure oggi una necessità.
Protocollo proposto
Diversi gli elementi positivi e condivisibili indicati nel protocollo (vedere articoli 3,4, 5 e 6) cui andrebbero sicuramente aggiunti elementi tecnici e anche la necessaria condivisioni con le comunità, con i cittadini, i comitati. Diverso il ragionamento sui due allegati con elementi contradditori, anche con quanto enunciato nello stesso protocollo. Se da un lato si comprende (e si può anche essere d’accordo nel principio) l’importanza e la forza che tutte le amministrazioni comunali condividano gli obiettivi (di riduzione dei rifiuti, di un trattamento virtuoso, della scelta della migliore tecnologia, della riduzione dei costi sociali ed economici, dell’efficienza, di bonificare i siti inquinati, di eliminare prassi e impianti sbagliati o oggetto di tante commissioni di inchiesta, verbali, sequestri, denunce) vi sono alcune urgenze e priorità che non devono essere messe a rischio nel cercare unanimità o di far recuperare 50 anni di errori e di malagestione. Quindi individuate (sarebbe meglio individuiamo) questi 2 o 3 o 4 o 6 siti probabili. Valutatene con urgenza le varie questioni positive o negative, la fattibilità tecnico – giuridica – amministrativa. Il resto va avviato e monitorato. Altrimenti c’è il rischio che la regione decida in autonomia, come ha quasi sempre fatto fino ad adesso con i risultati che tutti conosciamo

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