Sono stato
sollecitato da molti (anche da diverse parti politiche) di esprimere un parere
in merito a come risolvere o individuare 3 o più siti necessari in provincia di
Latina, per il conferimento dei rifiuti, nonché sui piani regionali e
provinciali in materia di rifiuti e sulla conferenza dei sindaci. Com’è noto la
regione Lazio ha richiesto, alla provincia di Latina, l’individuazione dei un
sito per la discarica (o della frazione secca o inerte) e di 2 siti per
compostaggio.
Piani regionale e
provinciale dei rifiuti
Entrambi
i piani non sono coerenti con altri di piani di programmazione e tutela
(energetico, di risanamento della qualità dell’aria e dell’acqua) oltre che
norme nazionali, sentenze di vario genere e direttive europee, ma non tengono,
per quanto riguarda l’umido (e purtroppo non solo), dei quantitativi che
finiscono negli impianti energetici da “biomasse” e non tengono conto dell’attuale
produzione di rifiuti oltre all’evoluzione della necessaria riduzione dei
rifiuti, riuso e aumento della qualità e quantità di differenziata e riciclo.
Poi bisogna chiarire se si parla di provincia o di ATO (come riporta il PRR).
Progetto di discarica
(discariche) già presentati
Ai sindaci
non piace la parola discarica ma tali sono 3 progetti sul sito di Borgo
Montello, per oltre un milione di mc, secondo il massimo dirigente regionale in
materia nella cds dell’ottobre scorso. Di discarica si tratta dei 2 progetti
nel comune di Aprilia. Lo stesso Dirigente ha avvisato che, completato l’iter
del PRR, ripartirà l’esame dei due di Ecoambiente e Indeco, mentre quello di
Ecoambiente di 38 mila mc è in corso. L’assessore regionale ha chiarito che la
politica (lui compreso) non può interferire sull’operato dei loro dirigenti che
quindi possono approvare qualsiasi impianto o progetto. La domanda sarebbe
spontanea: a cosa servono politica e programmazione oltre che ad elargire
stipendi, compensi, pensioni? Una persona della strada penserebbe che, quindi,
la politica dovrebbe fare delle norme prescrittive e obbligatorie perché
altrimenti non parleremmo di politica ma di fai da te.
Discarica esistente
Borgo Montello
Per la
discarica di Borgo Montello ci sono da applicare le norme, le prescrizioni
delle AIA, da rivedere la VIA, ci sono ricorsi in atto, sentenze da applicare. Le
competenze, ovviamente, sono del comune di Latina, della provincia e della
Regione che ne devono chiedere l’attuazione.
Chi decide in quale
discarica conferire?
Non decidono
ne decideranno i comuni o la conferenza dei sindaci o l’ATO 4 o la regione. Questo
è uno degli aspetti da chiarire. La norme e le sentenze affermano che il TMB (o
TBM) dove i comuni conferiscono dovrà conferire nella discarica di prossimità.
Attualmente non c’è una discarica disponibile in provincia. In ogni caso,
qualora venisse realizzato un nuovo sito quanti anni passeranno?
Il sito della nuova
discarica (oppure impianto per rifiuti secchi o inerti che dir si voglia)
1.a
domanda: le norme sulle cave (o siti dismessi) ne consentono l’utilizzo a tale
scopo?
2.a
domanda: tra i siti industriali dismessi ce n’è uno non inquinato?
3.a
domanda: nelle aree industriali libere c’è un sito disponibile idoneo?
4.a
domanda si preferirà un’area industriale gestita dal Consorzio Industriale
(aumentando quindi le difficoltà burocratiche?) oppure una delle aree
industriali gestite da uno dei tanti comuni?
Con
riferimento ai siti indicati (area di Tor Tre Ponti – Latina Scalo che insiste
sui 3 comuni Latina, Sermoneta e Sezze) oppure area Plasmon (nel comune di
Latina) o nel comune di Sabaudia (“area Pontinia” gestita dal consorzio
industriale) ci saranno sicuramente una serie di pro e contro. Non ultimo
quello politico (a Latina e Sabaudia si voterà nel 2021). Il sito dell’ex Mira
Lanza a Mesa (SS7 Appia nel comune di Pontinia) in base alla VIA risulta
inquinato o almeno lo era all’epoca della VIA e tutte le richieste di accesso
agli atti per la bonifica hanno dato esito negativo.
Impianto di
compostaggio (o comunque dell’umido)
Non esiste
un sito che “non puzzi” o che “non crei disturbi” oppure “che non abbia
emissioni”. Se poi qualcuno ci vuol far credere che da questi impianti possa
uscire energia pulita e rinnovabile o non sa cosa siano oppure ci vuol far
digerire un impianto o una tecnologia che, in provincia di Latina e nel Lazio,
non mi risulta funzionino a norma di legge. Soprattutto non può uscire compost
di qualità o concime, se non con aggiunta di sostanze e con altre lavorazioni.
E’ senz’altro preferibile (dal punto di vista ambientale) un impianto aerobico
sia per ridurre l’impatto sulla salute, sia per la migliore qualità del
compost.
Cosa ha chiesto la
regione Lazio alla provincia e sindaci della provincia di Latina?
Di indicare
i siti per gli impianti di discarica e di compostaggio. C’è da ribadire, però,
che comunque ci sono già progetti di discarica in corso di cds presso la
regione Lazio che soddisferebbero il fabbisogno provinciale (e non solo).
Quindi c’è il rischio di avere discariche approvate dalla regione e siti (per
inerti o frazione secca) da provincia, comuni e ATO. Allo stesso modo c’è
esuberanza di siti per il trattamento dell’umido, uno ad Aprilia, uno a
Sabaudia e uno a Pontinia. Siti che, a meno di chiusure della magistratura,
anche se i sindaci o la provincia o l’ATO decidessero di conferire altrove
potrebbero continuare a ricevere rifiuti. Oltre a tutti gli impianti energetici
da rifiuti approvati, in corso di realizzazione, funzionanti o in corso di
approvazione.
Impianti e gestioni
del ciclo o di parte del ciclo dei rifiuti
Ci possono
essere scelte politiche o morali (nel senso di preferire una tecnologia dove si
conferisce per ridurre inquinamento oppure per togliere conferimenti ad
impianti problematici) ovviamente deveno essere di competenza comunale.
Affinchè la decisione della conferenza dei sindaci (o dell’ATO 4 o della
provincia) abbia effetti nei singoli comuni interessati, abbia effetti
amministrativi devono passare ed essere approvati nei rispettivi consigli
comunali. Ovviamente ha ragione Domenico Guidi Sindaco di Bassiano. Se si può
pensare che vengano scelti nuovi siti dove conferire l’umido (non il TMB e
quindi non la discarica) e la competenza è dei singoli comuni per arrivare alla
gestione condivisa del ciclo dei rifiuti (o di gruppi di rifiuti) la questione
appare quasi impossibile o comunque con le problematiche evidenziate da
Domenico Guidi cui si aggiunge la temporaneità delle singole amministrazioni.
Come la storia insegna si rinnova il consiglio comunale e si cambia gestione.
La bonifica dei
siti inquinati
Guidi
giustamente si pone il problema della bonifica di alcuni siti, ovviamente non
di tutti, inquinati. La questione è ovviamente articolata per le diverse
situazioni, autorizzazioni, prescrizioni, garanzie, procedure amministrative,
sentenza, processi in corso. Questo è un elemento da sempre debole di tutti gli
impianti per rifiuti ed energetici, come insegnano per esempio il caso della
ECO X di Pomezia. Da sempre oggetto di denunce e segnalazioni quasi sempre
segnalate inutilmente dai cittadini ad una classe politica cui sembra trovarsi
a proprio agio ignorare il rischio ambientale ed economico, quindi anche
erariale.
risarcimento e delocalizzazione cittadini
I primi cittadini conoscono i danni causati da impianti inquinanti, puzzolenti che hanno provocato inquinamento, malattie, un lungo elenco di croci e danni alle proprietà. A volte hanno rovinato l'esistenza di interi cicli familiari come succede da quasi 50 anni a Borgo Montello. Le amministrazioni se ne devono fare carico.
Nuovo consorzio?
Guidi
cita qualche esempio di disastri in questo senso ma ce ne sono altri in
provincia. A mio parere non ci sono le condizioni politiche ed amministrative e
non è nemmeno un urgenza oppure oggi una necessità.
Protocollo proposto
Diversi gli
elementi positivi e condivisibili indicati nel protocollo (vedere articoli 3,4,
5 e 6) cui andrebbero sicuramente aggiunti elementi tecnici e anche la
necessaria condivisioni con le comunità, con i cittadini, i comitati. Diverso
il ragionamento sui due allegati con elementi contradditori, anche con quanto
enunciato nello stesso protocollo. Se da un lato si comprende (e si può anche
essere d’accordo nel principio) l’importanza e la forza che tutte le
amministrazioni comunali condividano gli obiettivi (di riduzione dei rifiuti,
di un trattamento virtuoso, della scelta della migliore tecnologia, della
riduzione dei costi sociali ed economici, dell’efficienza, di bonificare i siti
inquinati, di eliminare prassi e impianti sbagliati o oggetto di tante commissioni
di inchiesta, verbali, sequestri, denunce) vi sono alcune urgenze e priorità
che non devono essere messe a rischio nel cercare unanimità o di far recuperare
50 anni di errori e di malagestione. Quindi individuate (sarebbe meglio
individuiamo) questi 2 o 3 o 4 o 6 siti probabili. Valutatene con urgenza le
varie questioni positive o negative, la fattibilità tecnico – giuridica –
amministrativa. Il resto va avviato e monitorato. Altrimenti c’è il rischio che
la regione decida in autonomia, come ha quasi sempre fatto fino ad adesso con i
risultati che tutti conosciamo
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