Mercoledì mattina è arrivato in Italia dalla Baviera lo stormo europeo di ibis eremiti, nella 5/a migrazione guidata da un aereo ultraleggero verso l'Oasi di Orbetello (Grosseto). L'annuncio è del Parco Natura Viva di Bussolengo, partner italiano del progetto cofinanziato dall'Ue per la reintroduzione in natura dell'ibis eremita, affidato ai ricercatori austriaci del Waldrappteam.
Lo stormo di ibis ha superato le Alpi del Sud Tirolo, arrivando alla quota di 2200 metri e suben...
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Mercoledì mattina è arrivato in Italia dalla Baviera lo stormo europeo di ibis eremiti, nella 5/a migrazione guidata da un aereo ultraleggero verso l'Oasi di Orbetello (Grosseto). L'annuncio è del Parco Natura Viva di Bussolengo, partner italiano del progetto cofinanziato dall'Ue per la reintroduzione in natura dell'ibis eremita, affidato ai ricercatori austriaci del Waldrappteam.
Lo stormo di ibis ha superato le Alpi del Sud Tirolo, arrivando alla quota di 2200 metri e subendo anche l'attacco di un'aquila. Ha toccato terra mercoledì a Thiene (Vicenza), dopo una terza tappa tradizionalmente molto impegnativa. Ventiquattro ore nel vicentino, e giovedì mattina i 29 ibis eremita e le due mamme adottive umane a bordo degli ultraleggeri hanno ripreso il viaggio per la tappa di Borgo San Lorenzo (Firenze).
"Lo stormo di uomini e uccelli - spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva - è partito il giorno di Ferragosto dal Lago di Costanza con l'obiettivo di raggiungere il clima mite dell'Oasi di Orbetello, dove gli ibis si tratterranno per svernare fino alla prossima primavera. A quel punto, senza il supporto delle mamme adottive, gli uccelli avranno il compito di ripartire verso i quartieri riproduttivi della Baviera e di compiere il viaggio autonomamente in senso opposto. E ad ogni nuovo ritorno in Italia saranno gli esemplari ormai esperti a condurre a sud i nuovi nati, in un viaggio antico a cui l'uomo aveva posto fine".
Fu nel Seicento che l'ibis eremita scomparve dai cieli d'Europa a causa della pressione venatoria. I ricercatori austriaci per il ripopolamento hanno preso esemplari sopravvissuti in Africa.
Lo stormo di ibis ha superato le Alpi del Sud Tirolo, arrivando alla quota di 2200 metri e subendo anche l'attacco di un'aquila. Ha toccato terra mercoledì a Thiene (Vicenza), dopo una terza tappa tradizionalmente molto impegnativa. Ventiquattro ore nel vicentino, e giovedì mattina i 29 ibis eremita e le due mamme adottive umane a bordo degli ultraleggeri hanno ripreso il viaggio per la tappa di Borgo San Lorenzo (Firenze).
"Lo stormo di uomini e uccelli - spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva - è partito il giorno di Ferragosto dal Lago di Costanza con l'obiettivo di raggiungere il clima mite dell'Oasi di Orbetello, dove gli ibis si tratterranno per svernare fino alla prossima primavera. A quel punto, senza il supporto delle mamme adottive, gli uccelli avranno il compito di ripartire verso i quartieri riproduttivi della Baviera e di compiere il viaggio autonomamente in senso opposto. E ad ogni nuovo ritorno in Italia saranno gli esemplari ormai esperti a condurre a sud i nuovi nati, in un viaggio antico a cui l'uomo aveva posto fine".
Fu nel Seicento che l'ibis eremita scomparve dai cieli d'Europa a causa della pressione venatoria. I ricercatori austriaci per il ripopolamento hanno preso esemplari sopravvissuti in Africa.
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