"Di fronte a quello che sta accadendo alla nostra casa, possa il Giubileo della Misericordia richiamare i fedeli cristiani 'a una profonda conversione interiore', sostenuta in modo particolare dal sacramento della Penitenza. In questo Anno Giubilare, impariamo a cercare la misericordia di Dio per i peccati contro il creato che finora non abbiamo saputo riconoscere e confessare; e impegniamoci a compiere passi concreti sulla strada della conversione ecologica". Così il Papa nel Messaggio per Giornata della cura del creato.
"Dio - spiega il Papa - ci ha donato la terra per coltivarla e custodirla con rispetto ed equilibrio. Coltivarla 'troppo' - cioè sfruttandola in maniera miope ed egoistica -, e custodirla poco è peccato". Francesco, in linea con le posizioni espresse "con coraggio" dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, elenca come "peccati contro il creato", il fatto "che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l'integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l'aria: tutti questi sono peccati". Infatti, sempre il linea con Bartolomeo, "un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio". Ricordando poi che "nel 2000, anch'esso un Anno Giubilare, il mio predecessore san Giovanni Paolo II ha invitato i cattolici a fare ammenda per l'intolleranza religiosa passata e presente, così come per le ingiustizie commesse verso gli ebrei, le donne, i popoli indigeni, gli immigrati, i poveri e i nascituri", in questo Giubileo Straordinario della Misericordia "invito ciascuno a fare altrettanto", dichiara. "Come singoli, ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un 'desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno (ibid., 123), e come partecipi di un sistema che ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all'esclusione sociale o alla distruzione della natura', pentiamoci del male che stiamo facendo alla nostra casa comune", è l'invito del Pontefice. "Dopo un serio esame di coscienza e abitati da tale pentimento, possiamo confessare i nostri peccati contro il Creatore, contro il creato, contro i nostri fratelli e le nostre sorelle", aggiunge Francesco.
"I cambiamenti climatici - ha aggiunto - contribuiscono anche alla straziante crisi dei migranti forzati. I poveri del mondo, che pure sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti". "Quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani", ha detto Papa Francesco che sulla scorta della sua enciclica Laudato si', invita ad ascoltare "tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri". "Dio ci ha fatto dono di un giardino rigoglioso, ma lo stiamo trasformando in una distesa inquinata di 'macerie, deserti e sporcizia'", osserva il Papa nel Messaggio. "Non possiamo arrenderci o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici", aggiunge. Secondo Francesco, "il pianeta continua a riscaldarsi, in parte a causa dell'attività umana: il 2015 è stato l'anno più caldo mai registrato e probabilmente il 2016 lo sarà ancora di più". "Questo - ha osservato il Pontefice - provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi sempre più gravi".
Papa Francesco ha poi rilevato che "l'economia e la politica, la società e la cultura non possono essere dominate da una mentalità del breve termine e dalla ricerca di un immediato ritorno finanziario o elettorale. Esse devono invece essere urgentemente riorientate verso il bene comune, che comprende la sostenibilità e la cura del creato". Nel suo Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato il Pontefice ha rivolto così ai governi e alle realtà economiche un invito esplicito a rispettare gli accordi sul clima raggiunti nella conferenza di Parigi. Francesco esorta i credenti "a un fermo proposito di cambiare vita": e questo, spiega, "deve tradursi in atteggiamenti e comportamenti concreti più rispettosi del creato, come ad esempio fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone, e così via". Il Papa rileva anche che "la protezione della casa comune richiede un crescente consenso politico". In tal senso, osserva, "è motivo di soddisfazione che a settembre 2015 i Paesi del mondo abbiano adottato gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, e che, a dicembre 2015, abbiano approvato l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che si pone l'impegnativo ma fondamentale obiettivo di contenere l'aumento della temperatura globale". "Ora i Governi - aggiunge - hanno il dovere di rispettare gli impegni che si sono assunti, mentre le imprese devono fare responsabilmente la loro parte, e tocca ai cittadini esigere che questo avvenga, anzi che si miri a obiettivi sempre più ambiziosi".
"Dio - spiega il Papa - ci ha donato la terra per coltivarla e custodirla con rispetto ed equilibrio. Coltivarla 'troppo' - cioè sfruttandola in maniera miope ed egoistica -, e custodirla poco è peccato". Francesco, in linea con le posizioni espresse "con coraggio" dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, elenca come "peccati contro il creato", il fatto "che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l'integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l'aria: tutti questi sono peccati". Infatti, sempre il linea con Bartolomeo, "un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio". Ricordando poi che "nel 2000, anch'esso un Anno Giubilare, il mio predecessore san Giovanni Paolo II ha invitato i cattolici a fare ammenda per l'intolleranza religiosa passata e presente, così come per le ingiustizie commesse verso gli ebrei, le donne, i popoli indigeni, gli immigrati, i poveri e i nascituri", in questo Giubileo Straordinario della Misericordia "invito ciascuno a fare altrettanto", dichiara. "Come singoli, ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un 'desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno (ibid., 123), e come partecipi di un sistema che ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all'esclusione sociale o alla distruzione della natura', pentiamoci del male che stiamo facendo alla nostra casa comune", è l'invito del Pontefice. "Dopo un serio esame di coscienza e abitati da tale pentimento, possiamo confessare i nostri peccati contro il Creatore, contro il creato, contro i nostri fratelli e le nostre sorelle", aggiunge Francesco.
"I cambiamenti climatici - ha aggiunto - contribuiscono anche alla straziante crisi dei migranti forzati. I poveri del mondo, che pure sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti". "Quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani", ha detto Papa Francesco che sulla scorta della sua enciclica Laudato si', invita ad ascoltare "tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri". "Dio ci ha fatto dono di un giardino rigoglioso, ma lo stiamo trasformando in una distesa inquinata di 'macerie, deserti e sporcizia'", osserva il Papa nel Messaggio. "Non possiamo arrenderci o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici", aggiunge. Secondo Francesco, "il pianeta continua a riscaldarsi, in parte a causa dell'attività umana: il 2015 è stato l'anno più caldo mai registrato e probabilmente il 2016 lo sarà ancora di più". "Questo - ha osservato il Pontefice - provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi sempre più gravi".
Papa Francesco ha poi rilevato che "l'economia e la politica, la società e la cultura non possono essere dominate da una mentalità del breve termine e dalla ricerca di un immediato ritorno finanziario o elettorale. Esse devono invece essere urgentemente riorientate verso il bene comune, che comprende la sostenibilità e la cura del creato". Nel suo Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato il Pontefice ha rivolto così ai governi e alle realtà economiche un invito esplicito a rispettare gli accordi sul clima raggiunti nella conferenza di Parigi. Francesco esorta i credenti "a un fermo proposito di cambiare vita": e questo, spiega, "deve tradursi in atteggiamenti e comportamenti concreti più rispettosi del creato, come ad esempio fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone, e così via". Il Papa rileva anche che "la protezione della casa comune richiede un crescente consenso politico". In tal senso, osserva, "è motivo di soddisfazione che a settembre 2015 i Paesi del mondo abbiano adottato gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, e che, a dicembre 2015, abbiano approvato l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che si pone l'impegnativo ma fondamentale obiettivo di contenere l'aumento della temperatura globale". "Ora i Governi - aggiunge - hanno il dovere di rispettare gli impegni che si sono assunti, mentre le imprese devono fare responsabilmente la loro parte, e tocca ai cittadini esigere che questo avvenga, anzi che si miri a obiettivi sempre più ambiziosi".
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