TRAFFICO DI STUPEFACENTI, pizzo
sulle forniture alle imprese edili,
controllo degli appalti sui centri dei Nebrodi,
rapine. La procura messinese stringe il cerchio
sulla mafia del suo territorio e fa scattare
un’operazione di polizia, denominata “S e n za
t re g u a ” che, dopo il vaglio del gip, porta 16
persone in carcere e sette ai domiciliari accusate
a vario titolo di associazione mafiosa,
estorsioni aggravate dal metodo mafioso, associazione
per delinquere. Nessun collegamento
diretto con l’agguato al presidente del
parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci (nella foto),
del 18 maggio scorso, ma dopo il tentativo
di omicidio sventato dai poliziotti a colpi di pistola,
la Dda dello Stretto tira i fili delle inchieste.
Per Antoci “l'operazione è il chiaro segnale
che lo Stato reagisce”. Tra gli arrestati c’è
Antonio Foraci, 52 anni, detto “il calabrese”,
già condannato per mafia, boss emergente
dei cosiddetti Tortoriciani, il clan della famiglia
Bontempo Scavo di Tortorici (Messina),
che aveva anche rapporti con la 'ndrangheta
della famiglia dei Nirta-Strangio. L’inchiesta
prese avvio dall’arresto in flagranza di 4 giovani
di Tortorici, durante un tentativo di estorsione
a un nightclub di Capo D’O r l a n d o.
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