Venerdì 05 Marzo 2010 IL MESSAGGERO
di VIVIANA DONARELLI
Al “Fellini” per Fellini. Le porte del teatro di Pontinia, intitolato a uno dei più importanti e apprezzati registi cinematografici del XX secolo, si apriranno domani alle 18 per ospitare la manifestazione, dedicata a Federico Fellini, ideata da Paola Sangiorgi, presidente dell’associazione Arte e Teatro, per celebrare i 90 anni dalla sua nascita. La kermesse, che racchiude una serie di eventi in programma da domani a lunedì, prenderà il via con l’esibizione della banda musicale “Gabriele De Iulis” di Pontina, che interpreterà brani tratti delle colonne sonore dei più famosi film di Fellini scritte da Nino Rota, per proseguire con l’intervento dello sceneggiatore Gianfranco Angelucci, studioso e amico del regista, che intratterrà il pubblico raccontando aneddoti e storie sulla sua vita. A chiudere il primo giorno della kermesse, la proiezione di un documentario. L’omaggio al poliedrico artista riminese proseguirà nella giornata di domenica, dalle 17, con l’intervento sul palco, oltre che di Gianfranco Angelucci, dell’attrice Milena Vukotic, dello storico del cinema Alfredo Baldi e del fotografo di scena Mimmo Cattarinich. Il tutto intervallato da intermezzi musicali del gruppo Armando Noce “Quartet”. Il clou della giornata alle 18.30 quando, da un proiettore dell’epoca, sarà proiettata la “pizza” originale del film “Giulietta degli spiriti” del 1965 interpretato dalla moglie di Fellini, Giulietta Masina. La mattinata di lunedì 8 marzo vedrà il coinvolgimento degli alunni del liceo scientifico “Grassi” di Latina e degli alunni della scuola media “Verga” di Pontinia che avranno l’opportunità di vedere il film “La strada”, premio Oscar nel 1954, commentato da Angelucci. Nel pomeriggio la pellicola sarà proiettata alle 17.30. Nel corso di tutta la manifestazione, nel foyer del teatro, sarà possibile visitare la mostra allestita con manifesti dei film, locandine e fotografie di scena, ma anche di tanti oggetti rari come la sceneggiatura di “Amarcord” e una cinepresa montata su binario usata da Fellini.
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venerdì 5 marzo 2010
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4 commenti:
PERUGIA - I fondi neri dell'imprenditore Diego Anemone, che aveva messo le mani su molti appalti del G8 e dei Grandi Eventi e avrebbe ricambiato i favori distribuendo soldi e benefit a magistrati, funzionari della Protezione civile, politici e uomini delle forze dell'ordine, erano custoditi da don Evaldo Biasini, economo della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue di Gesù. Quei soldi sono stati trovati nella cassaforte del prete.
Dietro a un quadro che rappresenta scene religiose, i carabinieri del Ros hanno trovato la cassaforte con un milione di euro circa, tra contanti e assegni. Denaro che il sacerdote, economo della Congregazione (con sede a Roma vicino alla Fontana di Trevi), custodiva gelosamente e prelevava ogni volta che Anemone ne aveva bisogno. Don Biasini, secondo le accuse, era il cassiere per i pagamenti in nero dell'imprenditore, socio di maggioranza anche del Salaria Sport Village di Roma. Gli investigatori dei Ros sono arrivati a localizzare la cassaforte dei "fondi neri" attraverso le intercettazioni telefoniche, in particolare quella in cui Anemone chiede a don Evaldo di procurargli subito 50 mila euro in previsione di un incontro che l'imprenditore aveva fissato il giorno dopo, a piazza Ungheria a Roma, con il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.
Bertolaso ha confermato l'incontro (filmato, tra l'altro) ma ha negato di avere mai ricevuto soldi dal suo amico Diego Anemone (e in effetti la circostanza non ha avuto nessun tipo di riscontro).
Il sistema della riserva dei fondi neri era molto semplice. Secondo gli inquirenti di Firenze e di Perugia, Anemone aveva eseguito lavori di restauro per conto di don Evaldo alla Congregazione religiosa e non aveva emesso fatture, d'accordo con lo stesso sacerdote. Don Evaldo però non pagava subito, tratteneva i soldi e li consegnava ad Anemone "a rate", 40-50 mila euro a volta, quando l'imprenditore glieli chiedeva per "ringraziare" i suoi benefattori, coloro cioè che lo agevolavano all'interno dei ministeri dei Lavori pubblici e delle Infrastrutture, per gli appalti milionari. Vere e proprie tangenti, dunque. Che comunque sarebbero "sfuggite" ai controlli di alcuni generali, ufficiali e marescialli della Guardia di Finanza e di alcuni magistrati della Corte dei conti: i quali avrebbero chiuso un occhio - questa è l'ipotesi degli inquirenti - in cambio di assunzioni di amici e parenti nelle aziende di Diego Anemone, di massaggi gratis al Salaria Sport Village, di costruzioni e ristrutturazioni di alloggi di personaggi eccellenti. Nella cassaforte di don Evaldo Biasini sono stati trovati decine di assegni e si sta tentando di risalire a chi avrebbe pagato in nero Anemone. Gli inquirenti sospettano che Anemone facesse eseguire lavori gratis o a prezzi di favore anche a prefetti, magistrati, esponenti delle forze dell'ordine che adesso temono che la vicenda possa essere scoperta. Interrogato nei giorni scorsi, Diego Anemone si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Ma se parlasse - afferma un magistrato - gran parte della Roma bene potrebbe passare guai seri".
La traccia che ha portato ai fondi neri di Diego Anemone nasce da una telefonata tra l'imprenditore Francesco Piscicelli e Anemone.
In questa circostanza Piscicelli, che sa della disponibilità in nero di Anemone, dice: "... allora io gli devo lasciare un po' di cash... perché io cerco sempre di fare da solo... però dobbiamo fare il cambio.. . ".
Anemone: "... cambio o meno... dimmi quant'era la cosa... mo' vedo io che posso fare".
ECCO ANCHE I PRETI FANNO I MORALISTI E PUNTNO IL DITO E POI...SONO PEGGIO DEGLI ALTRI!!!
Diciamo che c’è una certa parte politica che cerca di sporcare tutto quello che tocca per far vedere che lui è sporco come gli altri. Un virus, il male ma questo è evidente.
Certo il prete era una vittima e l'imprenditore un diavolo di destra.
Questo è quello che pensa lei
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