giovedì 1 giugno 2017

Greenpeace Un futuro 100% rinnovabile per le piccole isole è finalmente possibile

Da tempo, insieme a tutti voi, ci impegniamo per avere isole 100 per cento rinnovabili nei mari italiani. Luoghi in cui l’energia non venga prodotta da fonti inquinanti e costose come il petrolio ma provenga esclusivamente da fonti pulite come sole e vento.

In questi anni abbiamo rivolto una richiesta precisa al Ministero dello Sviluppo Economico, perché abbiamo sempre avuto la convinzione che le isole minori italiane - quelle non connesse alla rete elettrica nazionale – non dovessero continuare a produrre la quasi totalità della loro energia dal petrolio. Soprattutto perché “baciate” in abbondanza da sole e vento.
 
Per denunciare la situazione paradossale di questi paradisi turistici del Mediterraneo, nel luglio scorso, abbiamo lanciato la campagna di crowdfunding “Accendiamo il sole”, e grazie al contributo di quasi mille persone abbiamo regalato un impianto da 40kW all’isola di Lampedusa.

Durante gli ultimi due anni di campagna su questo tema, migliaia di persone si sono schierate al nostro fianco, chiedendo che Solarnia - la nostra isola ideale 100 per cento rinnovabile - diventasse realtà.

Oggi quel sogno è più concreto: la nostra richiesta è stata accolta. Lo scorso 6 maggio il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un decreto legge che avvia la transizione energetica sulle piccole isole italiane, fissando obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli incentivi, che fino ad oggi hanno sostenuto l’uso di idrocarburi, vengono progressivamente spostati sulle fonti verdi, e si prevede anche l’ammodernamento della rete.

Un bel passo avanti, anche se di strada ce n’è ancora tanta da fare: nel decreto infatti non c’è traccia di un obiettivo di lungo periodo per arrivare a isole 100 per cento rinnovabili, una tappa fondamentale per fare delle nostre isole un modello di sviluppo da imitare in tutto il mondo.

Abbiamo più volte denunciato come una delle più grandi barriere sia stata rappresentata fino ad oggi dai vincoli paesaggistici, imposti sulla maggior parte del territorio delle isole, e dall’eccesso di burocrazia. Tutelare questi paesaggi favolosi è doveroso, ma abbiamo trovato edifici fatiscenti, cave e discariche “vincolate”. Insomma, lo spazio per interventi c’è, anche perché contemporaneamente verrebbero eliminate centrali a olio combustibile che hanno un elevato impatto sull’ambiente e sulla salute delle persone.

Per questo serve che il Ministero per lo Sviluppo Economico, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dei Beni Culturali, avviino presto un tavolo di lavoro, per avere chiarezza su questo tema e garantire alle amministrazioni e ai cittadini l’accesso a procedure semplificate per installare i propri impianti di produzione.

La battaglia non è ancora finita, ma da oggi le isole italiane potranno diventare ancora più attraenti per il turismo. E gli abitanti di questi magnifici luoghi potranno finalmente avere la possibilità di non essere solo consumatori di energia, ma anche produttori, con vantaggi per l’ambiente e per la bolletta.

La rivoluzione energetica è dunque iniziata anche sulle piccole isole italiane e noi continueremo a controllare che proceda ai giusti ritmi. Ma nel frattempo festeggiamo, insieme alle migliaia di persone che hanno chiesto un futuro rinnovabile, questo “piccolo grande” passo avanti per il l’energia in Italia. Che deve tornare presto ad essere la Penisola del sole e del vento, e non il Paese del petrolio.
Luca Iacoboni, campaigner Energia e clima http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/un-futuro-100-rinnovabile-per-le-piccole-isol/blog/59535/

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