Basta una mareggiata di scirocco e salta quello che resta del fragile equilibrio dell'arenile pontino. Ieri si è consumato un copione noto a gestori e bagnanti al lido di Latina nel solito tratto che copre gli stabilimenti "Gente di mare", Nolivé e lido Amarylli: la mareggiata ha divorato metri di spiaggia portandosi via gli spazi per gli ombrelloni e lasciando come ultimo baluardo uno scalino di venti centimetri. Particolarmente evidenti gli effetti al lido Gente di Mare che già negli anni scorsi subì in quel tratto gli effetti del mancato ripascimento e degli interventi della Regione interrotti tre anni fa. «Si continua a parlare di ripascimento con interventi tampone tipo quelli di gettare banchi di sabbia, ma non servono a nulla - dice sconsolato Claudio Catacci gestore del lido Gente di Mare oltre che bagnino di salvataggio ed esponente del sindacato Cna balneatori - è come costruire un castello di sabbia che alla prima onda sparisce. Bisognerebbe fare le dighe come sono state fatte davanti al Boca Chica e all'Aeronautica laddove il mare si infrange e tutela di più la costa e il risultato sono spiagge più lunghe di 200 metri. Esiste un progetto negli uffici che andrebbe solo ripreso e che prevedeva le dighe da Fosso Mussolini fino a Capo Portiere». In realtà la Regione doveva intervenire la primavera passata con un ripascimento morbido, un intervento che, come paventato dagli operatori balneari, rischia di essere solo un palliativo e che prevedeva un prelievo di materiali sabbiosi o da una cava marina oppure da tratti più forniti per trasferirli nelle zone più disastrate. Validità o meno del progetto, al di là delle dichiarazioni di intenti nulla si era mosso al punto che l'assessore Roberto Lessio si spinse a dire in una commissione che avrebbe diffidato l'amministrazione di Zingaretti al rispetto dell'accordo con il Comune. «Vanno ripresi gli interventi interrotti anni fa dall'Aeronautica a Capo Portiere - dice Catacci - tutte le mareggiate che arrivano sono un problema per ombrelloni e strutture che vengono danneggiate e pesano su di noi perché i danni da agenti esterni non ce li ripaga nessuno». Un piccolo aiuto arriva dalla legge che prevede che in caso di riduzione del 30% della spiaggia si possa recuperare questa quota espandendosi in larghezza laddove verso il mare diventa impossibile. Con lo stato attuale delle spiagge più di tanto, però, non si può sconfinare e questo problema si traduce in perdite economiche con cui i gestori devono fare i conti sulla costa. Quella costa che ha preso per la quarta volta la bandiera blu e rischia di perderla in corsa di stagione per l'assenza dei servizi essenziali: cartellonistica adeguata, docce e bagni chimici sulle spiagge libere, passerelle agevoli e un ecosistema dunale estremamente fragile e dove l'erosione non lascia scampo. Basta una mareggiata a tirare giù il "castello di sabbia" del mare di Latina.
Le preoccupazioni di Forza ItaliaGiorgio Ialongo e Giovanna Miele su erosione della costa: "La mareggiata di stanotte rischia di compromettere le nostre spiagge, è la dimostrazione che non si può aspettare per intervenire. Siamo estremamente preoccupati per lo stato delle spiagge dopo la mareggiata di stanotte. Il mare continua a divorare la costa del litorale di Latina, ma per intervenire il Comune aspetterà la prossima primavera, e speriamo che non sarà troppo tardi. Con l'evento di questa notte si sta verificando quello che avevamo previsto, si rischia concretamente che la spiaggia sparisca. Lo scorso 1° giugno nel corso del Question Time da noi sollecitato, l'assessore Roberto Lessio ci ha detto che la Regione Lazio non ha soldi, interverrà solo in caso di emergenza. Dunque i primi interventi saranno fatti dal Comune, ma a partire dalla prossima primavera. Già all'epoca avevamo detto che attendere era una follia, perché l'inverno avrebbe aggravato la situazione. Oggi scopriamo che non serve neanche aspettare l'inverno, già adesso rischiamo di vedere compromesso il nostro litorale. Serve un intervento immediato, non si può attendere oltre - concludono Ialongo e Miele - Noi non vogliamo strumentalizzare questo tema, vogliamo che gli sia data la giusta attenzione, e che l'amministrazione intervenga subito con tutti i mezzi e tutti i modi per sollecitare la Regione e per arginare un problema che rischia seriamente di aggravarsi e compromettere il lungomare di Latina".
L'intervento di Articolo Uno - MpdNelle scorse settimane è stato nuovamente lanciato l'allarme sullo stato di arretramento della linea di costa, per effetto dell'erosione, cui è soggetto un tratto del litorale del Comune di Latina compreso fra Capoportiere e Foce Verde. Il Movimento Art.1 MDP ritiene che la gravità della situazione imponga rigore di analisi e scientificità nell'approccio al problema, per comprendere le effettive dinamiche che si sono realizzate nel territorio del litorale pontino negli anni passati e per apportare le opportune correzioni. In questo quadro appaiono fuorvianti le ipotesi, formulatein diverse occasioni, che tendono a spostare quasi esclusivamente le cause di tali processi erosivi sulla presunta influenza esercitata sulla dinamica costiera di questo tratto di litorale pontino da parte dei porti di Anzio e Nettuno. In realtà, al di là delle valutazioni critiche che possono essere fatte sutali strutture portuali, l'ipotesi del presunto nesso causale fra le strutture portuali poste lungo il tratto di costa a nordovest e le condizioni di deficit sedimentario che si registrano in un tratto, relativamente circoscritto, del litorale pontino,ben distante dal primo, è priva di un reale fondamento tecnico-scientifico, essendo smentita dagli studigenerali di dinamica costiera, di carattere regionale, provinciale e comunale, disponibili alla consultazione, che hanno analizzato, negli scorsi anni, questo tratto di costa tirrenica. Il litorale di Latina, infatti, è incluso (ENEA) all'interno dell'"Unità Fisiografica n.7 del Lazio", estesa da Torre Astura a Capo Circeo, ben distinta dall'Unità fisiografica n. 6 (Capo d'Anzio-Torre Astura). Tale assunto fondamentale è ribadito, peraltro, nello "Studio Preliminare Ambientale relativo agli interventi di difesa della costa in aree protette, per la ricostruzione e la difesa del litorale compreso tra Capo Portiere e Torre Paola nella Provincia di Latina", documento di elevato valore scientifico, prodotto nell'ambito della "Convenzione di Ricerca per la salvaguardia del tratto di costa della Provincia di Latina compreso tra Capo Portiere Torre Paola", commissionato all'ISPRA nel 2008. Ulteriore conferma si trova in uno studio commissionato, pur in un ambito circoscritto, dal Comune di Latina alcuni anni fa, nel quale venivano, inoltre, fornite alcune indicazioni e suggerimenti ai fini di una corretta gestione e fruizione dell'arenile. Il Movimento Articolo 1 – MDP,in tale ottica,ritiene condivisibili i principi generali posti alla base della pianificazione regionale su questo tema e, con specifico riferimento all'attuale stato di criticità che affligge il litorale di Latina, che ogni strategia da intraprendere sull'argomento non possa prescindere dai seguenti indirizzi fondamentali:
- Le cause delle evidenze di erosione, attualmente osservabili,non vanno ricercatein aree esterne a quella di riferimento per il lungomare pontino, ma all'interno dell'unità fisiografica di riferimento. Esse sono spiegabili con un effetto a catena, tipico in questi casi, che si manifesta nelle aree sottoflutto, poste ai margini rispetto ad interventi di ripascimento effettuati in aree adiacenti sovraflutto(Foce Verde), che hanno trattenuto i sedimenti sabbiosi movimentati ad opera del trasporto litoraneo;
- Ogni iniziativa di intervento vada, necessariamente, affrontata con approccio organico, a carattere regionale, e basata su studi di carattere generale, verosimilmente estesi anche al di fuori del territorio di stretta competenza comunale, da sviluppare in un ambito tecnico-scientifico di alta specializzazione (Università, Enti di ricerca, ecc). Solo in tale contesto, coerentemente con tali studi generali, possono inserirsi eventuali piani di difesa a carattere comunale;
- Tali ultimi piani dovrebbero essere,prevalentemente,orientati a prevedere strategie di corretta fruizione e gestione dell'arenile di competenza comunale. In particolare, si ritiene che ogni azione da porre in atto debba essere volta a garantire la tutela degli elementi di valenza ambientale, anche di carattere residuale o marginale. Inoltre, nell'individuazione delle politiche di gestione dovranno privilegiarsi quelle orientate a garantire adeguate capacità resilienti dei litorali, mantenendo ampiezze libere tali da consentire le fisiologiche oscillazioni delle linee di riva.
- Le cause delle evidenze di erosione, attualmente osservabili,non vanno ricercatein aree esterne a quella di riferimento per il lungomare pontino, ma all'interno dell'unità fisiografica di riferimento. Esse sono spiegabili con un effetto a catena, tipico in questi casi, che si manifesta nelle aree sottoflutto, poste ai margini rispetto ad interventi di ripascimento effettuati in aree adiacenti sovraflutto(Foce Verde), che hanno trattenuto i sedimenti sabbiosi movimentati ad opera del trasporto litoraneo;
- Ogni iniziativa di intervento vada, necessariamente, affrontata con approccio organico, a carattere regionale, e basata su studi di carattere generale, verosimilmente estesi anche al di fuori del territorio di stretta competenza comunale, da sviluppare in un ambito tecnico-scientifico di alta specializzazione (Università, Enti di ricerca, ecc). Solo in tale contesto, coerentemente con tali studi generali, possono inserirsi eventuali piani di difesa a carattere comunale;
- Tali ultimi piani dovrebbero essere,prevalentemente,orientati a prevedere strategie di corretta fruizione e gestione dell'arenile di competenza comunale. In particolare, si ritiene che ogni azione da porre in atto debba essere volta a garantire la tutela degli elementi di valenza ambientale, anche di carattere residuale o marginale. Inoltre, nell'individuazione delle politiche di gestione dovranno privilegiarsi quelle orientate a garantire adeguate capacità resilienti dei litorali, mantenendo ampiezze libere tali da consentire le fisiologiche oscillazioni delle linee di riva.
- Dal MeetUp 5 Stelle
Che la stagione balneare a Latina sia iniziata in maniera pessima è stato denunciato più volte. Ancora oggi si attende invano la messa in sicurezza delle infrastrutture d'accesso all'arenile, e ancor più la segnaletica che la capitaneria di porto impone quale avviso ai bagnanti di un tratto d'arenile ove non c'è servizio di salvataggio oltre ovviamente al posizionamento dei servizi igienico sanitari. Credo serva a poco fare l'elenco delle criticità che permangono e come se non bastasse ,le perturbazioni climatiche in arrivo infieriscono su quelle attività che operano tra le mille difficoltà limitando notevolmente il tratto di spiaggia in concessione. Un lembo di spiaggia che si è dimezzato nel tempo perché nessuna amministrazione ha mai tutelato la costa con interventi programmati, nè tantomeno ad oggi l'ufficio demanio si preoccupa di rivedere gli ampliamenti atti a consentire il posizionamento di un numero sufficiente di ombrelloni. Anzi basta verificare all'albo pretorio che le aree date hanno volumi pari a 30 metri; ma quel tecnico esce mai da quell'ufficio? Lo sa in che stato si trova l'arenile oggi? Non avremo prima della prossima primavera alcun intervento di tutela della nostra costa, sempre che le promesse di questo sindaco non siano l'ennesimo spot. Stamane la lieve mareggiata di scirocco sta mangiando ulteriori metri di spiaggia.
La conseguenza di ciò è economica non solo per gli operatori del settore ....ma anche per i cittadini che ahimè non hanno più il loro ombrellone. Continueremo a denunciare le situazioni che vedono un'amministrazione distratta e bugiarda prendersi gioco di un'intera città ...pur sapendo che non ci sarà un briciolo di buonsenso per risolvere anche questo problema. http://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/53201/una-spiaggia-completamente-divorata-dalla-mareggiataa-ritorna-lincubo-dellerosione-costiera
Nessun commento:
Posta un commento