È in corso la protesta di alcuni agricoltori lungo la Migliara 46 a causa della carenza idrica. Lamentano l'impossibilità di annaffiare le colture anche quando il flusso idrico viene attivato perché non c'è pressione. Temono danni ingenti alle coltivazioni a causa dell'ondata di caldo.
Mentre continuano le riunioni urgenti di Acqualatina con i Comuni, una massa di disperati fa i conti con un'emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio migliaia di aziende agricole e turistiche ed esapera trecentomila cittadini ogni giorno. Numeri impietosi che però, finora, non hanno cambiato di una virgola la situazione. La frase che nessuno ancora voleva pronunciare, ieri è arrivata: «stato di calamità». Il Consorzio di Bonifica sta valutando questa opzione da giorni pur negandolo pubblicamente. Nel frattempo alcuni agricoltori hanno dato l'assalto ai serbatoi del Consorzio e divelto i lucchetti. Ora rischiano la denuncia. E intanto i sindaci sono esclusi da ogni vera decisione. Gli ambientalisti ricordano che lo sfruttamento delle risorse idriche è stato vergognoso e irresponsabile in questi anni. Acqualatina spa sforna venti comunicati al giorno per annunciare le ore e le località in cui sarà chiuso il servizio di acqua potabile in un incessante bollettino da battaglia campale contro il «male» della scarsità di piogge. Il Presidente dell'Ato4, che è anche presidente della Provincia, intanto ha annunciato che si sta predisponendo «quanto necessario per attivare la procedura per la richiesta alla Regione Lazio dello Stato di Emergenza Idropotabile per la crisi idrica che sta interessando gran parte del territorio dell'Ato». Un iter già avviato da altre regioni italiane colpite dall'emergenza idrica e idropotabile, ma che il Lazio non ha ancora dottato.
«Il nostro territorio è alle prese con una grave crisi idrica. Servono azioni più concrete - scrive la Presidente Della Penna - anche da parte delle altre istituzioni e, oltre alle attività poste in essere dal gestore e di cui chiederemo conto nella prossima Conferenza dei sindaci di martedì, anche ai più alti livelli devono attivarsi per sostenere i sindaci e i cittadini del nostro territorio. Faccio dunque appello alla Regione Lazio e ai consiglieri regionali affinché ci sostengano in questo percorso. La Regione, anche in termini di snellimento delle pratiche burocratiche relative agli interventi necessari per il ripristino del servizio idrico in alcune zone maggiormente colpite, può fare molto. Faccio appello inoltre ai parlamentari della provincia di Latina affinché, attraverso il Governo nazionale e come già avvenuto in altre zone tramite l'intervento del Ministero dell'Ambiente, venga valutata l'opportunità di intervenire con fondi che, senza gravare sulla tariffa e quindi sulle tasche dei cittadini dell'Ato 4, ci permettano di risolvere le situazioni più critiche». In concreto si sta chiedendo di riconoscere la siccità esistente come uno stato di calamità naturale che oltre all'approvvigionamento da altre regioni potrà accelerare le procedure con parametri cosiddetti di urgenza. Lo snellimento delle procedure con l'applicazione dello stato emergenziale era stato chiesto la scorsa settimana anche dal consiglio di amministrazione di Acqualatina per avviare due dissalatori nel sud pontino e aprire i pozzi della Regione Lazio a Prossedi, tuttora sottoposti ad iter ordinario e quindi la loro fruibilità non è ancora possibile.