mercoledì 19 aprile 2017

IL CASO Mose, il gioco trentennale delle perizie Dopo che l’Espresso ha pubblicato il documento choc che indicava le cerniere delle dighe lagunari a rischio corrosione, i responsabili della grande opera sono corsi ai ripari con una controperizia in tempi record. Una pratica ricorrente nella storia dell'infrastruttura

di Alberto Vittucci La perizia choc di Gian Mario Paolucci, ingegnere e docente all’Università di Padova, consulente metallurgico del Magistrato alle Acque, ha agitato molto le acque intorno al Mose. Dopo che l’Espresso ha pubblicato il documento  dove si legge che «le cerniere del Mose sono a rischio corrosione» e che «l’acciaio non è quello del progetto originale». I responsabili della grande opera da 5,5 miliardi di euro sono corsi ai ripari minimizzando. E commissionando una controperizia. 
Il 6 febbraio 2017, il giorno successivo all’uscita dell’inchiesta sull’Espresso, altri due tecnici, gli ingegneri Carlo Brutti, romano, docente a Tor Vergata, e Donatella Mascia, genovese, docente di Costruzioni navali ed esperta in cementi armati hanno stabilito in tempo di record che la tesi sostenuta da Paolucci «non è fondata». 

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Il gioco delle perizie e delle controperizie è ricorrente nella trentennale storia del Mose. In regime di monopolio assoluto, il Consorzio Venezia Nuova chiedeva pareri e consulenze per avallare studi e progetti prodotti in casa. Salvo allontanare gli esperti poco graditi. «La cosa più incredibile», ricorda uno di questi, l’ingegnere padovano Lorenzo Fellin, «era che le perizie le pagavano loro. Quelli che dovevano essere giudicati». Fellin, docente padovano esperto di impiantistica e Armando Memmio, trevigiano, strutturista, sono stati allontanati dalla struttura tecnica. «Ci siamo dimessi dopo aver verificato che nel Comitato di magistratura, che verifica i progetti del Mose e della salvaguardia, la critica non era ammessa. Noi eravamo contrari al fatto che le cerniere, il cuore tecnologico del sistema Mose, fossero costruite con due pezzi saldati. Ma loro avevano già deciso, affidando i lavori senza gara alla Fip di Padova, impresa del gruppo Mantovani».

Già nel 2010 Fellin aveva denunciato che il rischio di rottura aumenta con questo tipo di soluzione tecnica e che occorre una manutenzione maggiore. Il problema adesso torna di attualità. Dopo qualche anno sott’acqua, alcuni elementi delle cerniere mostrano segni di corrosione.

La questione si è riproposta il 20 ottobre del 2016 quando il perito del Magistrato alle Acque, professor Paolucci, ha consegnato la sua relazione dal titolo “Possibili criticità metallurgiche per le cerniere del Mose”. La perizia resta nei cassetti per quattro mesi. Il contenuto è da brividi. Il professore ha messo nero su bianco i rischi ai quali le cerniere, e dunque l’intero sistema di dighe contro l’acqua alta, sono esposte. Per la «mancata protezione catodica negli elementi femmina», per la qualità dell’acciaio impiegato nella costruzione dei perni, che avrebbe «caratteristiche di qualità inferiori a quelle del progetto e del prototipo». Infine, per 
le «tensioni residue nella costruzione dell’elemento maschio».

Di tenore opposto sono le conclusioni 
di Brutti e Mascia.

«Per quanto le operazioni di collaudo siano ancora in corso», scrivono, «tutte le evidenze esaminate dai sottoscritti rispondono alle prescrizioni di capitolato». Anche la protezione catodica è attiva, scrivono i due e anche sui materiali, i periti smentiscono il collega. «Gli acciai per i perni sono stati prodotti in Italia dalle acciaierie Valbruna e dalla Fonderia Cividale, dalla Ciscato spa di Velo d’Astico e dalla Facs fucine di Pavia». Quanto al pericolo di cedimento, «il rischio non esiste».

Tutto a posto, dunque? Sarà il tempo a dire chi aveva ragione. Di certo, dopo l’inchiesta dell’Espresso l’attività di controllo è stata potenziata tanto che qualche giorno fa nei cantieri del Mose è stata convocata una giornata di studio sull’emergenza cerniere. Fra i presenti, il Provveditorato alle Opere pubbliche, il Consorzio, le imprese. E i consulenti, vecchi e nuovi. http://espresso.repubblica.it/attualita/2017/04/13/news/mose-chiudiamo-le-cerniere-1.299575

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