L'ISDE di Latina e il WWF litorale laziale sono
contrari alla costruzione di nuovi impianti a Biogas alimentati da rifiuti e
sottoprodotti, nella provincia di
Latina e in particolare nelle vicinanze dell'Oasi di Ninfa, tra Sermoneta, Cisterna di Latina e Latina Scalo, sito in
cui la Regione Lazio ha dato parere favorevole sull'impatto ambientale per la
costruzione di un impianto a biogas e al
confine tra Latina, Aprilia e Nettuno, in località Le Ferriere, altro sito
popolato e dedito all'agricoltura e al rispetto ambientale.
La Provincia di Latina ha già pagato a caro prezzo in danni
ambientali, essendo una zona delimitata per tanti anni da ben due centrali nucleari, per la presenza di
una grossa discarica di rifiuti a Borgo Montello, per l'inquinamento da
arsenico nelle acque potabili nella parte alta della provincia, per
l'inquinamento da cloruro di vinile nella falda idrica sotto la ex centrale
nucleare di Borgo Sabotino.
Per cui non è proprio il caso di costruire tale
Centrale a biogas a 4,5 km dall' Oasi di Ninfa , un sito paesaggistico, che è
nostro patrimonio e ricchezza da conservare per le future generazioni, definito
dal New York Times “uno dei
giardini naturali più belli al mondo”, che dista poco più di 50 km da Roma.
Lo sviluppo delle Centrali
a biogas e biomasse provocherebbe uno sfruttamento intensivo dei
terreni agricoli per la coltivazione di materiale, che deve essere poi bruciato
e non destinato a consumo umano o animale, determinerebbe inoltre un enorme
utilizzo di fertilizzanti e agrofarmaci per tali coltivazioni. Queste centrali a combustione, in particolare, immetterebbero
in atmosfera particelle di monossido di carbonio, di biossido di azoto, di
polveri sottili, di formaldeide, di anidride solforosa, di anidride carbonica,
di idrogeno, di idrocarburi policiclici aromatici, di diossine e ancora
di cadmio, rame, piombo, mercurio nelle ceneri volatili derivanti dalla
combustione di legname e di biomasse
producendo ulteriore inquinamento dovuto all'aumento dell'utilizzo di mezzi
pesanti per trasportare le migliaia di tonnellate di materiale alla Centrale.
Con riferimento alla nota dell'Arpa Lazio prot. 66585
del 8/9/2016 esiste il piano regionale di
miglioramento della qualità dell’aria, che
promuove la riduzione delle emissioni inquinanti e delle combustioni, che
invece con queste centrali verrebbero ad aumentare danneggiando
l'ambiente, anche con uno sgradevole
impatto odorigeno, e la salute umana (art.5 e art.11 della nota Arpa). Inoltre
l'istallazione di impianti di combustione va a peggiorare la situazione
ambientale esistente prima della sua realizzazione e ciò è contro i principi
sanciti dall'Unione Europea in tema di politiche di tutela dell'ambiente e
della salute, recepiti dalla nostra Nazione con il Dlgs 155/10 e ribaditi, appunto, nel Piano
di Risanamento della Qualità dell'Aria vigente, nella nostra Regione.
Quindi l'istallazione di un nuovi impianti di
combustione si ritiene percorribile secondo il parere dell’Arpa Lazio,
sicuramente da condividere, a condizione che, a seguito della sua messa
a regime, la qualità dell'aria di un territorio possa trarne beneficio e non
avere emissioni di odori sgradevoli e tossici per la popolazione che soggiorna
nel circondario.
Per cui l'ISDE di Latina, come suo principio
statutario il WWF litorale laziole
esortano le Istituzioni, Regione Lazio,
Provincia di Latina e Comuni di Latina, di Aprilia e cosi pure i Comuni di Sermoneta,
Norma e Cisterna di Latina, che sono posizionati nelle aree a rischio, a fare
tutto ciò che è nelle loro possibilità per
bloccare la costruzione di tali Centrali.
Le
soluzioni alternative
a questi “mostri inquinanti” ci sono e vanno ricercate in una rigorosa e
corretta gestione dei rifiuti che, se realizzata attraverso la
raccolta differenziata “porta a porta” e con
una reale politica del riuso, del riciclo e della riduzione dei
rifiuti, non ha alcun bisogno della realizzazione di impianti di
biodigestione; in particolare, per smaltire le biomasse agricole, i rifiuti dei
frantoi e quant'altro di vegetali di scarto, si deve promuovere il
compostaggio aerobico domiciliare, di quartiere e industriale, specie in
territori prettamente agricoli. Il compostaggio aerobico demolisce la sostanza
organica quali residui di potatura, scarti di cucina, rifiuti del giardinaggio,
in modo naturale e non produce gas combustibili. Tale sostanza organica produce
un fertilizzante ottimo per l'impiego in agricoltura, al contrario
l'anaerobico, agisce a caldo con
produzione di metano, altri gas e di
percolato liquido inquinante.
In
definitiva per la produzione di energia pulita basta incrementare le fonti
veramente rinnovabili (solare, eolico, moto marino ecc.). Le alternative al
trattamento dell'umido, stallatico ed organico sono i biotunnel (per le
esigenze delle grandi città o dei grandi allevamenti) oppure le compostiere
di quartiere(due compostiere aerobiche Neter ogni 15.000 abitanti circa) e
le semplici compostiere da giardino ad uso domestico.
Noi
come Isde Latina e come WWF Litorale Laziale desideriamo solo che, oltre alle
centrali, purtroppo già esistenti, non
ne vengano costruite altre nella nostra provincia soprattutto vicino a Paesi
sempre attenti al rispetto ambientale e alla salute dei cittadini.
Dott.
Pasquale MILO
Presidente dell'ISDE di Latina
Dott.ssa Franca MARAGONI
Presidente WWF Litorale Laziale
francamaragoni@gmail.com
Latina
15 aprile 2017
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