ma non è per caso lo stesso senatore che diceva, per la centrale di Borgo Sabotino, di stare sereni? Non scriveva che per il deposito di scorie era tutto a posto? Come mai, ma forse il testo riportato è incompleto, non si fa riferimento all'inquinamento da cloruro di vinile, al fatto che (stando ai dati ufficiali) ancora non si conosce la fonte dell'inquinamento e l'andamento della falda e Sogin non ha ancora presentato il piano di bonifica e contenimento, nonché alle 3 discariche di materiale rinvenute all'interno del sito?
«La Sogin ha le risorse e deve bonificare i siti delle centrali nucleari. Sono due anni che tutto è fermo e vogliono persino licenziare il personale. È inaccettabile»: queste le parole con cui il senatore del Pd Claudio Moscardelli commenta l'interrogazione parlamentare che lo stesso ha presentato come primo firmatario ai Ministri dello Sviluppo Economico, dell'Economia e delle Finanze e del Lavoro e delle Politiche Sociali, documento in cui il dem prende di mira il blocco dell'attività della società che gestisce i siti nucleari italiani, tra cui quello di Latina. 
«A parte una serie di recenti innegabili successi in progetti internazionali - spiega il senatore - la Sogin non sta realizzando nulla di concreto sui siti italiani. Anzi molti progetti sono fermi senza apparente ragione, e la forza lavoro diretta ed indiretta viene drasticamente ridotta, forza lavoro che per Sogin è sempre il principale tangibile legame socio-economico con il territorio ed i cittadini». Moscardelli fa particolare riferimento alla centrale nucleare di Latina, dove «oltre alle drammatiche azioni di riduzione del personale» che coinvolgono anche Nucleco (società controllata da Sogin), resta il nodo dello stoccaggio temporaneo (in depositi in affitto in Gran Bretagna e senza apparente possibilità di trattamento) «di numerosi materiali nucleari che, mandati all'estero per essere trattati, potrebbero ora tornare incredibilmente a Latina senza aver subito nessun processo». 
Un attacco duro quello del senatore nei confronti della società che opera nella centrale di Latina, portando però all'attenzione dei Ministri anche altri casi, come quello di Garigliano, dove le dinamiche sembrano essere le medesime. La Società Gestione Impianti Nucleari, proprietà del Ministero dell'Economia soggetta all'indirizzo del Ministero dello Sviluppo Economico e con un forte impatto a livello locale per o numerosi siti nucleari che gestisce sull'intero territorio nazionale (e qui entra in gioco il Ministero delle Politiche Sociali), è attualmente impegnata nello smantellamento degli impianti e nella gestione dei materiali nucleari anche (se non soprattutto) in prospettiva delle future determinazioni sulla localizzazione del deposito nazionale «e dei già ingenti oneri economici finanziati dai cittadini con l'applicazione in bolletta elettrica degli alti oneri tariffari», spiega Moscardelli. Il senatore non risparmia la società nel sottolineare i grandi investimenti eseguiti su altri fronti, come la «la dispendiosa campagna mediatica sul "deposito nazionale" (per il quale non è dato ancora avere idea sul sito, tempi di realizzazione e costi» o ancora il cosiddetto "road show" in varie città italiane (dal titolo "La chiusura del ciclo nucleare: le opportunità per la filiera italiana. Dal mercato interno al mercato internazionale"). Tutti esempi per dire che le risorse ci sono, e andrebbero forse investite altrove.
Nell'interrogazione si legge inoltre: "in particolare per la centrale nucleare di Latina, oltre alle drammatiche azioni di riduzione del personale che coinvolgono anche Nucleco (società controllata da SOGIN), ancora risultano essere in stoccaggio temporaneo (presso depositi in affitto in Gran Bretagna e senza apparente possibilità di trattamento) numerosi materiali nucleari che, mandati all'estero per essere trattati, potrebbero ora tornare incredibilmente a Latina senza aver subito nessun processo; presso la centrale nucleare del Garigliano molti lavori procedono con grande lentezza e diversi progetti sono nei fatti fermi da anni (come il trattamento acque "radwaste" o il ripristino dei vari "sistemi ausiliari del reattore"), portando a diminuire la forza lavoro presente sul sito sia per vie indirette (i dipendenti dei vari appaltatori) che addirittura per vie dirette (i dipendenti di SOGIN e della controllata Nucleco); si chiede di sapere quando e quali concrete strategie ed interventi, a parte le campagne promozionali e mediatiche ritualmente svolte, la SOGIN voglia mettere in essere per invertire le attuali condizioni aziendali e permettere che le ingenti risorse finanziarie (costantemente versate dai cittadini e dalle aziende tramite il prelievo tariffario) siano utilizzate per garantire i necessari ritorni ambientali e di sicurezza (con una puntuale gestione dei materiali) così come socio-industriali ed occupazionali (con una politica espansiva a livello di attività sui siti e quindi a livello di assunzioni), fermando da subito l'attuale riduzione in atto del personale operativo sia in SOGIN che in Nucleco (i "colletti blu", ovvero chi fisicamente agisce sui siti)".