martedì 21 aprile 2015

Earth Day: appello Wwf, salviamo le foreste Deforestazione è minaccia principale per la vita sulla Terra

"La deforestazione è la principale minaccia per la vita sulla Terra e un 'crimine contro l'umanità' che alimenta un mercato da decine di miliardi di dollari all'anno". È la denuncia del Wwf, che in occasione della Giornata della Terra, che si celebra il 22 aprile, punta il dito contro la deforestazione, "uno dei fattori principali di distruzione dell'ambiente", e richiama l'ìUnione Europea, "tra i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegali" come soia e olio di palma.

Dal 2000 ad oggi, spiega l'associazione del Panda, sono stati tagliati circa 230 milioni di ettari di foresta originaria e, se non si interviene, ne scompariranno altrettanti entro il 2050. Fermare la deforestazione entro il 2020 potrebbe salvare in tutto il mondo 69 milioni di ettari e ridurre le emissioni per 29 miliardi di tonnellate di CO2. Inoltre, secondo l'Unep, i crimini forestali alimentano un mercato stimato tra i 30 e i 100 miliardi di dollari all'anno.

Nel mondo oltre un miliardo e mezzo di persone dipendono dalle foreste, che però - sottolinea il Wwf - stanno perdendo la loro capacità di generare risorse, acqua, suolo fertile, energia. E sono al centro di un "circolo perverso": la scomparsa di foreste contribuisce ad aggravare il cambiamento climatico che produce un aumento degli eventi estremi. Quando tali eventi si abbattono su aree deforestate, per le persone che vi abitano viene a mancare la protezione che le foreste in buono stato possono garantire.

Il Wwf ricorda che abbiamo già perso quasi il 40% della superficie forestale originaria del Pianeta e la gran parte negli ultimissimi decenni. Oggi solo il 31% della superficie del pianeta è ricoperto da foreste, e ne perdiamo ogni anno 13 milioni di ettari. Secondo il World Resource Institute perdiamo 50 campi da calcio di foreste ogni minuto.

LA MAPPA DEI DISASTRI E LE PERCENTUALI DI DEFORESTAZIONE (vedi infografica)
Nel 2013 i disastri ambientali hanno causato 22 milioni di profughi, 22.600 morti per un totale di 330 eventi. Il segretariato dell’ISRD (International Strategy for Disaster Reduction) ha calcolato che dal 2000 al 2012 sono stati coinvolti 2,9 miliardi di persone, 1,1 milioni di vittime. Le foreste sono uno straordinario fronte di difesa naturale in caso di eventi catastrofici, come tsunami, terremoti. Laddove la foresta costiera di mangrovie scompare la forza di urto delle onde non viene attutita, come è accaduto nel 2004 in Thailandia: dal 1970 il paese ha perduto un terzo delle mangrovie. Inondazioni e terremoti si ripetono in ogni angolo del pianeta, angoli dove la deforestazione ha cancellato la difesa naturale del territorio: nella Cina alla fine degli anni ’90 è scomparso l’80% di copertura forestale, in Malesia il 10%, paese che subì nel 2014 numerose vittime e 200.000 sfollati. In Bangladesh perso il 95%, in Malawi il 17% in soli 20 anni, in Madagascar è sparito l’80% dal 1950. Nelle Filippine è stato ormai distrutto il 94% delle foreste originarie, paese dove nel 2013 il tifone Haiyan fece 6000 vittime. In Giappone il paese si è impegnato per proteggere le foreste: 1300 chilometri di coste sono protette dagli alberi e questo ha ridotto l’impatto del maremoto del 2011 salvando molte vite. Esistono poi foreste ‘sommerse’: la Posidonia è una pianta marina che vive solo nel Mediterraneo. E’ un nascondiglio perfetto, nutrimento e nursery per la maggior parte dei pesci che conosciamo. La sua presenza sia sul fondo che come detrito lungo le spiagge, è capace di difendere dall’erosione le nostre spiagge frenando l’urto delle mareggiate.
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