giovedì 5 giugno 2014

SIGNORI DELL’ACCIAIO Taranto, proroga per Bondi all’Ilva ma i Riva premono


IERI SCADEVA IL MANDATO DA COMMISSARIO
SULL’AZIENDA L’OMBRA DELLA CORDATA ITALIANA
Una proroga, non meglio precisata e nemmeno chiaramente
indirizzata. Il governo avrebbe scelto la linea soft
nella gestione del caso Bondi, commissario straordinario dell'Ilva
di Taranto il cui mandato scadeva ieri. Secondo le indiscrezioni,
rilanciate dall’Adnkronos, il suo incarico sarebbe
prolungato dall’esecutivo in attesa che si chiariscano sia le
prospettive del piano industriale che l’ingresso di nuovi soci.
La decisione, però, non aiuta a rasserenare gli animi tra gli
oltre 11 mila dipendenti dello stabilimento circondati da voci
di mancati stipendi e comunque sottoposti ai contratti di solidarietà
che attualmente coinvolgono più di 3 mila lavoratori.
Il vero problema è che Bondi continua a non essere apprezzato
dalla famiglia Riva cui il governo affida il potere di veto
sul piano industriale e che sta ormai lavorando con i “signori
dell’acciaio” italiano per costruire un nuovo assetto societario.
In un’intervista al Sole 24 Ore di qualche giorno fa, uno
dei figli di Emilio, Claudio, ha preso chiaramente le distanze
dai progetti di Bondi. A pesare negativamente sui rapporti
con il commissario, che inizialmente furono proprio i Riva a
chiamare a Taranto, è la sua ipotesi di rilancio dell’Ilva basata
su una nuova procedura lavorativa, il preridotto (che elimina
le cokerie e quindi i fumi) e su nuove risorse per 4 miliardi di
euro. La proroga, quindi, non consente di capire esattamente
cosa accadrà nel prossimo futuro e, infatti, incontra una dichiarazione
non entusiasta della Fim-Cisl che, con Marco
Bentivogli, vorrebbe un maggior sostegno al lavoro del commissario:
Riteniamo che il piano industriale presentato dal
commissario e la sua gestione siano un punto fermo” scrive il
dirigente Fim. “Non è il caso di abbandonare questo percorso
sulla base di cordate di cui sono incerti la composizione, le
risorse a disposizione, il piano industriale”.
LA CISL non è per nulla convinta dalla possibile nuova cordata
che vedrebbe l’impegno dei Marcegaglia, di Arvedi e di altri
industriali italiani con il progetto di costruire un’alleanza con
ArcelorMittal, colosso franco-indiano con sede in Lussemburgo.
Il progetto ha preso forma in un incontro organizzato la
scorsa settimana presso il ministero dello Sviluppo economico,
alla presenza di Federica Guidi. Le incognite riguardano
anche la fisionomia che dovrebbe assumere la nuova Ilva. Il
senatore Pd, Massimo Mucchetti, competente giornalista finanziario,
ha avvertito del rischio che i nuovi “capitani” pun -
tino solo sulle parti più profittevoli scorporando e abbandonando
quelle più costose.
sa.can.

il fatto quotidiano 5 giugno 2014

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