Il
vecchio asino
è
meglio
di
un termovalorizzatore
di
Domenico
Finiguerra
La
legge della conservazione della massa è
una
legge fisica della meccanica classica,
che
prende origine dal cosiddetto postulato
fondamentale
di Lavoisier: “Nulla si crea, nulla
si
distrugge, tutto si trasforma”.
Non
avranno studiato al liceo scientifico e non
frequenteranno
convegni di fisica, ma loro, gli
asini
che fanno la raccolta differenziata, conoscono
bene
questa legge.
Se
metti una tonnellata di rifiuti in un forno
inceneritore,
una quota (fino a 360 Kg) ti resta
in
ceneri (da smaltire in discariche di servizio),
una
quota va in liquidi (per la pulizia degli impianti)
e
quindi nel ciclo idrico, ed una quota è
trattenuta
dai filtri. Ed il resto? Non sparisce di
certo.
Non si distrugge. Semplicemente vola
via.
Piccole (nano) particelle che prima o poi te
le
ritrovi nell’insalata o nel latte, anche materno.
Nanopolveri
di dimensioni infinitesimali e
nocive
che spesso sono composte da cromo,
cadmio,
nichel, arsenico, mercurio. Tant’è che
ormai
sono decine gli studi che indicano chiaramente
l’incremento
di tumori nei pressi degli
inceneritori.
Però, fino a qualche anno fa,
chi
metteva in discussione il totem dell’inceneritore
(o
come lo chiamano gli indoratori
della
pillola, il termovalorizzatore) era considerato
un
testardo ambientalista del No!
Oggi
per fortuna i tempi sono cambiati, perché
ci
sono arrivati anche gli asini. Si, anche quegli
asini
che fanno la raccolta differenziata. In tutto
il
mondo ci sono esperienze concrete, che
funzionano
e che mettono in discussione coi
fatti
il modello “termovalorizzatore”.
Senza
andare fino a San Francisco, dove da anni
si
persegue la strategia “Rifiuti Zero”, per noi
italiani
è sufficiente guardare ai Comuni Virtuosi,
come
Ponte nelle Alpi dove da anni si
supera
il 90% di raccolta differenziata, riducendo
di
oltre il 90% la quantità di rifiuti prodotta.
E
poi, come si diceva, ci sono tanti asini. Asini
dotati
di gerle che fanno la raccolta differenziata
porta
a porta per i vicoli del centro troppo
angusti
e tortuosi. Il primo a sperimentarlo è
stato
il Comune di Castelbuono, Palermo. Più
recentemente
Moltalto Ligure nell’imperiese.
Si
dirà: piccoli comuni, piccole esperienze, che
non
possono certo mettere in discussione il fatto
che
in tutta Europa l’incenerimento è unanimemente
considerato
il metodo più moderno
per
smaltire i rifiuti. Ma non è più neanche
così!
Perché proprio dall’oltralpe, il ministro
Socialista
dell’Ambiente del Governo Francese
Ségolène
Royal, pochi giorni fa ha testualmente
dichiarato:
“Les incinérateurs sont une solution
dépassée.
Il faut arrêter les incinérateurs.”
Allora
fermiamoli questi inceneritori. E assumiamo
asini
e persone. Perché con un grande
piano
nazionale per la raccolta differenziata
porta
a porta in tutti gli 8 mila comuni d’Italia si
creerebbero
(e in questo caso Lavoisier sarebbe
superato)
centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Si
chiamerebbe conversione ecologica.
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