Oggi la nuova Rainbow Warrior è entrata in azione nel porto di La Spezia per chiedere al governo italiano e all'Unione Europea, in occasione del Consiglio dei Ministri UE che si tiene domani e dopodomani a Bruxelles, di dare un segnale di cambiamento in materia di politiche energetiche e protezione del clima. Alcuni attivisti dell’associazione hanno scalato una delle due gru che dal molo del porto movimentano il carbone che alimenta la centrale elettrica dell’Enel “Eugenio Montale”; sospesi dalle gru hanno aperto uno striscione di 100 metri quadri che sottolinea la possibilità di scegliere tra il problema – costituito oggi dalle fonti energetiche fossili – e la soluzione, che sta nello sviluppo delle fonti rinnovabili. Su un secondo striscione in inglese si legge “RENEWABLES + EFFICIENCY = ENERGY INDEPENDENCE” (“rinnovabili + efficienza = indipendenza energetica”).
«Da settimane la crisi tra Russia e Ucraina costringe l’Unione Europea a discutere di come aumentare la propria indipendenza energetica. L’unico modo sensato per farlo è consegnare le fonti fossili al passato, una volta per tutte» dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. «Chiudere i rubinetti del gas russo, o fermare l’import di carbone e petrolio da Mosca, solo per cambiare fornitore vorrebbe dire prolungare la nostra dipendenza energetica ancora a lungo. Peggio ancora sarebbe provare a sfruttare più intensamente le riserve fossili di cui disponiamo, alimentando il cambiamento climatico e distruggendo l’ambiente. Il futuro dell’Europa può essere economicamente conveniente e sostenibile, grazie a rinnovabili ed efficienza».
Mentre era in corso l’azione al porto, un gruppo di attivisti ha aperto un secondo striscione sul nastro trasportatore del carbone che alimenta la centrale Enel, il quale passa a pochi metri da una scuola dell’infanzia, nel quartiere Fossamastra. Vi si legge “Via il carbone dal nostro futuro”, di fianco al disegno di un bambino che ha voluto così raffigurare l’inquinamento che la centrale a carbone causa alla sua città.
Mentre era in corso l’azione al porto, un gruppo di attivisti ha aperto un secondo striscione sul nastro trasportatore del carbone che alimenta la centrale Enel, il quale passa a pochi metri da una scuola dell’infanzia, nel quartiere Fossamastra. Vi si legge “Via il carbone dal nostro futuro”, di fianco al disegno di un bambino che ha voluto così raffigurare l’inquinamento che la centrale a carbone causa alla sua città.
Tra pochi giorni comincerà il semestre italiano di presidenza dell’Ue. Greenpeace chiede al primo ministro Matteo Renzi di "raccogliere la sfida dell’innovazione e di fare tutto il possibile per accelerare la definizione di obiettivi ambiziosi per la salvaguardia del clima". Greenpeace rileva come, invece di puntare su innovazione ed occupazione il governo italiano, stia continuando a esprimere posizioni retrograde sui target climatici dell’UE: boicotta le rinnovabili danneggiando consistenti investimenti e rischiando molti posti di lavoro e, infine, promuove le trivellazioni offshore, da cui si attendono comunque risultati relativamente modesti e pochi mesi di autonomia energetica a fronte di rischi e impatti non calcolati e probabilmente incalcolabili su settori economici importanti come turismo e pesca".
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