lunedì 10 febbraio 2014

interrogazione M5S fusti tossici a Pontinia caso isolato o organizzazione? quali collegamento con Latinambiente?

L'interrogazione in merito al destino degli 11.600 fusti tossici di Mazzocchio, rinvenuti nel 1997 nell'area industriale del comune di Pontinia riapre una pagina poco conosciuta o dimenticata forse troppo in fretta. C'è da chiedersi (come se lo chiedeva la commissione parlamentare presieduta da Massimo Scalia lo stesso che interrogherà sul traffico dei rifiuti Carmine Schiavone nei famosi atti poi secretati e resi pubblici solo lo scorso anno) se si era trattato di un singolo episodio oppure di un'organizzazione. Di certo secondo i documenti dell'epoca ci sono collegamenti della ditta SIR (che la commissione parlamentare individua come gestore del sito vengono rinvenuti a Mazzocchio i fusti sequestrati) per esempio con Latina Ambiente e con il gruppo Colucci recentemente interessati da arresti. Secondo Andrea Palladino in un suo articolo su http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/10/rifiuti-tossici-nel-sud-del-lazio-aperta-inchiesta-dopo-dichiarazioni-di-schiavone/738879/ ci sarebbe il collegamento con altre persone già attenzionate dalla Criminalpol. Al di là degli atti parlamentari e delle indagini effettuate quasi 20 anni fa è importante capire se certi fenomeni si siano interrotti o se siano continuati nel territorio pontino e come e dove. Sopratutto in relazione ai fatti analoghi di Aprilia, Borgo Montello, Penitro. Oppure a singoli episodi di sequestri e arresti come era successo lungo l'Ufente un paio di anni fa in almeno due situazioni. Risulta quanto mai urgente che quindi la politica, dopo 20 anni persi, stando alle cronache dell'ultimo periodo, diventi sentinella attiva del territorio e predisponga atti per prevenire fenomeni simili. Come quelli raccontate da diverse procure che stanno indagando per esempio sullo smaltimento illecito di rifiuti magari mascherati da finto compost o da conferimenti nelle centrali a biogas e a biomasse. Interessante le osservazioni della commissione parlamentare che si chiede se c'erano “collegamenti con altri episodi illeciti avvenuti in altre aree del Paese, e per valutare l'esistenza o meno di una sorta di holding affaristico-criminale attiva sul territorio nazionale nel ciclo dei rifiuti” e anche “Diversi gruppi imprenditoriali sono stati inizialmente analizzati in maniera separata; l'incrocio successivo dei dati emersi ha evidenziato collegamenti tra gli stessi gruppi, elemento di cui si dà conto nella parte conclusiva del documento. Dall'esposizione, infatti, emergono nettamente gli stretti rapporti che corrono tra società che operano nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti e, più concretamente, la riconducibilità delle stesse ad un ristretto giro di operatori, chiaro indice di un'assenza di trasparenza del settore e del delinearsi di un sostanziale oligopolio. “ secondo la commissione parlamentare “La ditta responsabile dell'impianto è stata individuata nella SIR SRL di Roma che aveva iniziato ad utilizzare l'area sin dal febbraio 1997, dando la comunicazione di inizio attività alla regione Lazio solo nel luglio 1997. Dalla lettura dei documenti presenti nell'area emersero ulteriori episodi singolari, come ad esempio il trasporto effettuato nel settembre 1997 di 9 tonnellate di residui di polipropilene; partito da Avezzano il 9 settembre, il camion giunse a Roma (presso la sede della SIR) dopo quindici giorni, il 24 settembre. Dopo una sosta di sei giorni, il medesimo camion ripartì il 30 settembre alla volta di Pontinia”. Secondo altre informazioni VITTORIO UGOLINI era Socio al 50% della SIR (Società Imprese Riunite S.r.l.) di Roma. GRUPPO S.I.R. SOCIETA IMPRESE RIUNITE S.r.l.

  La S.I.R. costituita nel 1982 ha sede a Roma, via Buccari 3. Deteneva quote di capitale delle seguenti società:
- 25% della ECODASTY S.r.l. di Caserta.
- 80% della SATECO S.r.l..
- 50% delle IMPRESE RIUNITE SPRA SCRI..
Il 75% del capitale della ECODASTY S.r.l. è controllato dalla D.E.S. DASTY ECOLOGICAL
SERVICE S.r.l.
La IMPRESE RIUNITE SPRA SCRI, era controllata per il 50% dalla NUOVA SPRA AMBIENTE
S.p.A. di Napoli. Quest'ultinia società inizialmente (1972) era denominata SPRA S.p.A. (attiva
nella raccolta, nel trasporto, nello stoccaggio e nel trattamento dei rifiuti). Cambia denominazione
nell'aprile 1998 e, contemporaneamente, si verifica la fusione per incorporazione nella EMAS
AMBIENTE (già COLUCCI APPALTI). Si osserva che il capitale sociale della SPRA era diviso tra la S.I.R. di Ugolini e Fiorillo e il gruppo Colucci.
Infine, la EMAS AMBIENTE ha sede a Napoli, capitalesociale 1 miliardo detenuto da ERCOLE
MARELLI SERVIZI AMBIENTALI S.p.A. La EMAS controlla il 49% del capitale sociale della LATINA AMBIENTE
(dati al maggio 1998 da
http://www.mauriziomelandri.it/documenti/pdf/La_rifiuti_connection.pdf ). Interessante notare il collegamento con il gruppo Colucci e con la Latina Ambiente. Scriveva lo scorso anno Andrea Palladino a proposito su Ilfattoquotidiano on line “ Alla procura di Latina non c’è però traccia di un procedimento su quello che venne definito come uno dei principali ritrovamenti di rifiuti pericolosi degli anni ’90, mentre i documenti acquisiti tra il 1997 e il 1998 dalla commissione sul deposito di Pontinia non  appaiono nell’elenco dei fascicoli liberamente consultabili. Secretati, come le parole di Schiavone, la cui audizione continua a non essere pubblica, nonostante le assicurazioni di un mese della presidenza della Camera. Quei fusti di Pontinia erano gestiti da un imprenditore di rilievo, attivo ancora oggi, Vittorio Ugolini. Il suo nome appare in una informativa della Criminalpol di Roma datata 12 dicembre 1996, come uno dei tanti imprenditori in stretto contatto con Cipriano Chianese, avvocato considerato in molte inchieste la mente dei traffici gestiti dai casalesi, oggi imputato per disastro ambientale.” 

Nessun commento: