GLI ARRESTATI E LE INTERCETTAZIONI http://www.corrieredilatina.it/news/cronaca/3398/-Lasciateci-in-pace--noi.html
"Lasciateci in pace, noi non c'entriamo". Ma al telefono si facevano i complimentiLi hanno sorpresi nel sonno. Erano tranquilli, pensavano di non essere nel mirino degli investigatori. Ai carabinieri che li arrestavano hanno manifestato tutto il loro stupore. “Come mai siete qui? Noi con questa storia non c’entriamo niente, lasciateci in pace”. Eppure nelle decine e decine di telefonate intercettate dagli inquirenti Mauro Risi si compiaceva dopo ogni attentato del lavoro fatto con il figlio e il nipote. E progettava nuovi incendi, volevano punire anche due assessori. Ma l’indagine non è stata facile. Sono serviti appostamenti notturni, pedinamenti attraverso i terreni impervi delle colline tra Maenza e Priverno. Una importante attività di monitoraggio è stata fatta con l’ausilio degli agenti forestali che hanno piazzato alcune telecamere a infrarossi proprio nelle zone in cui i Risi si muovevano con grande padronanza, tra campi, sterrati e boschi. “Mauro Risi è un esperto cacciatore - ha spiegato il capitano della compagnia dei carabinieri di Terracina, Angelo Bello - quei luoghi li conosce alla perfezione. Ed è anche un esperto piromane. Ma proprio le taniche usate, gli inneschi rudimentali ci hanno portato sulla sua strada, anziché sulla pista della camorra. Il racket punta ad impossessarsi dei beni, non a distruggerli come hanno fatto i Risi”. Ad avvalorare questa tesi anche le risultanze delle indagini condotte dai vigili del fuoco, con gli inneschi puntati sempre ai quattro lati dell’immobile da distruggere.
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