martedì 4 febbraio 2014

discarica Penitro Formia i giorni della verità per i fusti tossici nell'intervento con il georadar

Al via l’intervento con il georadar a Penitro I giorni della verità sui fusti tossici LE SONDE ELETTROMAGNETICHE RILEVERANNO LA PRESENZA DI MATERIALE FERROSO IN AZIONE LE OPERAZIONI SARANNO EFFETTUATE DAGLI UOMINI DEL NUCLEO OPERATIVO ECOLOGICO DEI CARABINIERI E DELLA POLIZIA PROVINCIALE DI MARIANTONIETTA DE MEO Quella in corso sarà la settimana decisiva per quanto riguarda la presenza dei fusti tossici nella discarica di Penitro. Sì, perchè è stato programmato per questi giorni l’inter - vento di verifica con il georadar. Uno strumento che di solito viene utilizzato in geofisica che sfrutta l'emissione di onde elettromagnetiche nel sottosuolo e dal cui ritorno alla centralina in superficie si riesce ad ottenere una analisi dettagliata della composizione del sottosuolo analizzato. Una metodologia che consentirà, quindi, di studiare strati di suolo da alcuni metri fino a diverse decine di metri di profondità. Efficiente, ma a basso impatto ambientale. Le particolari sonde elettromagnetiche, infatti, saranno in grado di rilevare la presenza nel sito di una forte concentrazione di materiale ferroso. E solo se queste analisi daranno esito positivo, bisognera’ in - viare le ruspe sul posto per procedere poi con lo scavo vero e proprio e portare fuori dal sottosuolo i fusti velenosi. Il particolare intervento sarà eseguito dagli uomini del Noe, nucleo operativo ecologico dei carabinieri, dalla polizia provinciale, con l’ausilio dei militari di Formia, su direttive del procuratore capo di Cassino, Mario Mercone. Gli stessi sondaggi saranno eseguiti sull’altro sito, Gli Archi, anche questo un tempo luogo di discarica. Si tratta di valutazioni attese da tempo e che metteranno la parola fine alla tanto animata e preoccupante possibilità di ritrovare nel sito di Penitro i fusti tossici, considerato che nel 1997 fu proprio la guardia provinciale a mettere sotto sequestro la discarica per la presenza di rifiuti pericolosi. L’area in seguito venne dissequestrata, eppure della bonifica fino ad oggi non sono state trovate tracce. Un mistero che sono le analisi di questi giorni potranno risolvere. Latina Editoriale Oggi 4 febbraio 2014

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