sabato 10 agosto 2013
Biogas-silandia (Cremona). L'omertà biogassista si incrina
Nella Biogas ... silandia, nella regione Lombardia centrale delle lobby biogassiste e nella provincia di Cremona "paradiso" dalle 140 centrali a Biogas qualcosa si muove. Con i Carabinieri (vedi articolo sotto)
http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/08/biogas-silandia-cremona-lomerta.html
Comincia a scoperchiarsi il bubbone del malaffare del biogas nella culla delle centrali: nel Cremonese. A Dovera relativamente ad una biogas salta fuori la storia di una dichiarazione di fine lavori (per partire il 31 dicembre 2012 e incassare il massimo degli incentivi) con il cantiere aperto documentato dalla polizia locale. Salta fuori il diniego (ignorato) dell'Ufficio tecnico per un progetto non conforme (distanze da corsi d'acqua). Salta fuori una sanatoria di abuso edilizio illegittima. Per qualcuno degli amministratori comunali si profilano rogne. Intanto i CC hanno sequestrato presso gli uffici comunali tutte le carte. Se si andrà ad indagare sulle irregolarità delle tante centrali alla Procura ci saranno da fare straordinari per anni.
Una notizia che da coraggio agli sparuti ma coraggiosi Comitati No biogas della Lombardia che si scontrano contro il muro di unanimità e omertà biogassista delle istituzioni e della politica.
E' nel Cremasco, la parte a Nord-Ovest della provincia che le cose si muovono di più. Ha cominciato il comitato di Trescore ad alzare la testa (e alle elezioni la maggioranza uscente è stata bastonata premiando la Lega che - localmente - si era schierata senza se e senza ma contro la terza centrale tra le case e un'area protetta). Poi le cose hanno cominciato a muoversi in altri comuni anche se la Provincia e le amministrazioni comunali stanno continuando ad autorizzare impianti in un panorama di saturazione dove i biogassisti sono costretti a rifornirsi in provincie di "matrici vegetali" nemmeno limitrofe. La notizia riportata sotto è che i Carabinieri (Noe) stanno indagando su una BIOGAS di Dovera per una serie di volazioni. Ma passandole ai raggi X quante biogas sono in regola e virtuose? La provincia (prima della semplificazione ulteriore dei procedimenti che ha affidato ai comuni le PAS) ha approvato a scatola chiusa 140 centrali. Anche se avessero avuto voglia di studiarsi nei dettagli i progetti (ma l'input politico era quello di svolgere solo valutazioni formali) i tecnici provinciali non avrebbero avuto il tempo materiale. Avrebbero dovuto assumere schiere di precari per farlo.
Forse l'avidità della lobby ha tirato troppo la corda
La maggioranza degli agricoltori onesti non credono che l'agricoltura debba salvarsi attraverso una speculazione che rafforza ancora di più l'industria (oggi ti vendo la biogas, domani l'upgrading, dpodomani l'impianto di abbattimento azoto, posdopo il defosforilatore e poi all'infinito con altri impianti per abbattere metalli pesanti). Sanno che gli incentivi sono un furto legalizzato a danno del prossimo in nome di pretesti "Kyoto" ai quali non crede nessuno. Sanno che il favore degli ambientalisti, degli accademici, dei burocrati nasconde l'interessi personale nel business. Sanno che a guadagnarci sono le società che progettano e consulenza, le Esco, i tecnici riciclatisi i massa "esperti di biomasse", i super esperti, il sottobosco al confine tra istituzioni, para-istituzioni e l'interesse privato.
Il biogas risolve il problema dei nitrati solo in termini di giochi di prestigio normativi. Ma parzialmente. E si sa che se si vuole abbattere l'azoto non solo sulla carta (cambiandone lo status legale) servono altri costosi impianti. I veri agricoltori e i veri agronomi sanno che abbattendo un componente (l'azoto) non si può spargere digestati a go go perché si va a caricare il terreno con altri costituenti (il fosforo prima di tutto, che sarà oggetto di una nuova Direttiva). Oggi poi va considerato che i limiti dei metalli pesanti sono elevati ma che con l'uso di varie biomasse la loro presenza nei digestati potrebbe superare le future (più basse) soglie. Niente paura: c'è la tecnologia ma si tratta di scherzetti da qualche milioncino per botta che, uno dopo l'altro, costringeranno gli intrappolati a mollare la spugna lasciando il posto alla crazione di latifondi o a consorzi di imprese (partecipati da società industriali e finanzairie) che finiranno per fagogitare i soci ex-agricoli. Fino a che punto la Regione continuerà a finanziare in conto capitale questi giochetti? In ogni caso che sia dalle tasche dei contribuenti o dal valore aggiunto agricolo sono sempre risorse che vengono trasferite a favore dell'industria e dei tecnocrati.
Il think tank che manovra (nelle OOPPAA, nelle stanze della burocrazia regionale, nelle università, nei consigli di amministrazione delle grandi società) persegue attraverso il biogas questi scopi: trasformazione delle imprese agricole (che sopravviveranno) in imprese industriali di produzione energetica, smaltimento rifiuti, produzione di concimi chimici controllate da grossi gruppi industriali e finanziari legati agli interessi multinazionali. Cancellazione dell'agricoltore "libero".
Gli agricoltori che non hanno perso abbacinati dal il miraggio dell'oro degli incentivi la capacità di discernere ciò che è bene e male per la terra, per la società, per le future generazioni di agricoltori l'hanno capito; hanno capito che il business, al di là dell'a sirena degli incentivi è un grande trappolone per mandate ulteriormente in crisi l'agricoltura e imporle "soluzioni" gradite all'industria e alle grandi società transnazionali (sementi, Ogm, cereali, soia, chimica). Vedono già ora con il loro portafoglio come è drogato dal biogas il mercato del foraggio, dei servizi agrimeccanici e degli affitti. Sanno che, per chi fa biogas, accettare prezzi più bassi di loro per latte, uova, carne e altri prodotti è possibile. Non si droga solo il mercato dei fattori di produzione ma anche quello dei prodotti. Chi salta sul carro del biogas si mette a remare contro gli altri che fanno fatica a far andare avanti la barca. Così la barca è ancora più in difficoltà e gli avvoltoi che già volteggiano pregustano la possibilità di mettere gli artigli sulle aziende, sulla terra (land grabbing). Può avvenire un trasferimento storico di proprietà fondiaria se le cose vanno avanti così. Dal patriziato e dai grandi enti assistenziali la proprietà era passata agli agricoltori (ex fittabili) ora rischia di passare alle finanziarie internazionali.
Si muove qualcosa nella Biogassilandia?
La Lombardia e Cremona in particolare sono l'epicentro del "fenomeno bioga". Le istituzioni hanno assunto la funzione di maggiordomo (con le più o meno finte opposizioni spesso allineate). Gli enti di ricerca e controllo sono piegati alla forza del business. La Regione a maggioranza di centro-destra non ha mai scritto le Linee guida sulle aree inidonee (e come si fa con tutte le emissioni inquinanti l'aria che ci sono e la qualità dell'aria peggiore d'Europa, con l'area del Grana Padano che coincide con quella della monocoltura maidicola che è il carburante del biogas?). Il PD si è guardato bene dall'incalzare il centro-destra e il M5S sta muovendo solo ora i primi passi dovendo acquisire esperienza.
In questa situazione sta ai Comitati farsi portatori di un interesse che non è solo di gruppi di residenti ma è quello generale. Alleandosi con gli agricoltori onesti sfufi di essere svenduti dalle Organizzazoni agricole guidate da personaggi che hanno interessi industriali e finanziari. Incalzando gli inerti Enti di controllo. Mettendo alle spalle al muto i sindaci che dicono di non volere ulteriori centrali ma non fanno nulla per bloccarle (la scusa del "ma noi non abbiamo poteri" è ormai svaporata da un po'). Segnalando a Forestale e Carabinieri (Noe) incidenti, abusi, difformità, intollerabili disagi da puzza, rumore, traffico di mezzi pesanti da e per le centrali della speculazione senza scrupoli,
fonte: http://altocremasco.it/index.php/dovera-carabinieri-in-comune-indagano-sul-biogas-di-natural-energy/
DOVERA – Carabinieri in comune, indagano sul biogas di Natural Energy
(08.08.13) BARBUZZERA – Come mai lunedì dalle 9 fino al pomeriggio i Carabinieri della Digos sono stati in comune a Dovera e presso la sede dell’impianto di biogas Natural Energy srl – che annovera tra i suoi titolari il capogruppo di maggioranza in consiglio comunale Diego Zuffetti; con lui Ogliari, Tamagni e Casorati – a requisire incartamenti?
Lo si scoprirà a breve.
A fine 2012, l’amministrazione aveva dato incarico all’Ufficio Tecnico (architetto Roberto Diamanti) perché facesse l’istruttoria relativa la richiesta di variante del progetto dell’impianto di biogas (seguito dalla ex dipendente comunale Alice Bettinelli, che però è in maternità e ha concluso la sua collaborazione con il comune di Dovera), ma Diamanti ha emesso istruttoria negativa. In più, il parere di Diamanti sul progetto era negativo per distanze non rispettate. Il progetto, a suo dire, non sarebbe in regola per quanto concerne distanze e rispetto di corsi d’acqua. In ogni caso, secondo l’Ufficio Tecnico (che non ha mai ispezionato la struttura, non ottenendo il nulla osta dal responsabile dll’Ufficio, il segretario Nelly Bonoldi, e che quindi si è limitato a studiare i mappali), quanto realizzato non è conforme coi progetti, quindi ci sarebbe anche un abuso edilizio. La richiesta di variante sarebbe quindi stata presentata per effettuare una sanatoria del suddetto abuso.
Quindi si è chiesto al geometra Antonella Simonetta di emettere istruttoria, ma anche lei ha emesso parere negativo. Quindi, il 27 dicembre, mentre il sindaco era in vacanza e il responsabile dell’Ufficio Tecnico Bonoldi, era a sua volta in ferie, il vicesindaco Mirko Signoroni ha comunicato in Provincia che l’istruttoria per la variante era in itinere. Il giorno seguente la Provincia ha dato quindi l’okay alla variante. Il giorno successivo Natural Energy ha dichiarato la fine lavori. Da che si deduce che la variante era in realtà un adeguamento a quanto effettivamente già realizzato (a meno che al cantiere non lavorassero operai superveloci, che in 24 ore hanno realizzato quanto da variante autorizzata dalla Provincia), quindi una sanatoria. Tutta questa fretta perché era necessario che la fine lavori si dichiarasse entro il 31 dicembre 2012, al fine di ottenere i contributi previsti per impianti di biogas. Il parere contrario dei tecnici comunali è agli atti e probabilmente è uno degli incartamenti requisiti.
biogas
Il 29 dicembre la Polizia Locale, ovvero il vigile Francesco Familiare, si è recata presso l’impianto di biogas e ha trovato che i lavori non erano affatto conclusi, nonostante ciò si dichiarasse, e ha fotografato quanto visto. Dalle immagini emerge che i lavori erano ancora in corso, il cantiere non era chiuso e quindi a suo avviso è stato rilasciato un falso in atto pubblico (sostenendo la fine lavori). Chiunque ha potuto vedere che in gennaio ancora si lavorava presso il sito, che quindi non era affatto ultimato. Familiare ha presentato esposto e dato notizia di reato.
I reati contestati non sarebbero però solo relativi alla dichiarazione (resa dal vicesindaco, e presa per buona dalla Provincia) di fine lavori (per percepire un contributo), ma anche al fatto che il progetto realizzato dalla Natural Energy e avvallato da Bettinelli non sarebbe in regola per quanto concerne distanze e rispetto di corsi d’acqua. in ogni caso, secondo l’Ufficio Tecnico quanto realizzato non è conforme coi progetti, quindi ci sarebbe anche un abuso edilizio. Per sanarlo, è stata presentata richiesta di variante.
In tutto questo, il sindaco Mosetti ha scritto all’agente Familiare chiedendogli perché è andato a controllare l’impianto di biogas e quasi rimproverandolo di averlo fatto, parlando del fatto che lui, in quanto sindaco, non deve scoprire le cose “per conoscenza, ma per competenza”.
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