martedì 27 agosto 2013

no centrali a Biogas. Rischi microbiologici del digestato. Lysteria monocytogenes. Documentazione scientifica

Rischi microbiologici da digestati da biogas: Lysteria monocytogenes La Lysteria: un problema sanitario emergente Lysteria monocytogenes è un batterio presente nell'ambiente che, però, da qualche decennio è diventato tra i patogeni più temuti. Sino agli anni '80 del secolo scorso non si erano mai verificati casi mortali. Ora, invece, La listeriosi umana presenta tassi di mortalità che possono arrivare fino al 30-40% dei soggetti colpiti, valore che supera quello di altri agenti di malattia alimentare come Salmonella spp. e che si avvicina a quelli del temibile Clostridium botulinum (i cui tassi di mortalità possono andare dal 20-30% fino al 70-80% delle persone colpite). A differenza del botulismo, però, la listeriosi è una malattia alimentare piuttosto frequente: si stima che la sua incidenza tra la popolazione sia di circa 0,7-1 caso/100.000 abitanti se si prendono in considerazione le persone in normali condizioni di salute (soggetti immunocompetenti). Tuttavia, la probabilità di contrarre l’infezione dagli alimenti è tre volte maggiore per le persone con più di 70 anni di età e sale a oltre 17 volte per le donne in gravidanza e i soggetti con compromissione delle difese immunitarie. Il feto subisce danni gravissimi. E' causa anche di aborto e natimortalità. La maggiore diffusione della Listeriosi e le sue gravi conseguenze sono probabilmente legate alla perdita di competenza immunitatria a causa di inquinamento e contatto con agenti xenobiotici. La frequenza di infezioni di origine alimentare è da attribuirsi anche a una ridotta competizione con altri batteri sulla superficie di alimenti a causa della riduzione della carica batterica "buona" (es. lattobacilli) conseguenza dell'eccesso di igiene, ovvero dell'abuso di disinfettanti e di operazioni di pulizia. La listeriosi può manifestarsi però anche in soggetti immunocompetenti, con una forma di gastroenterite relativamente benigna, con dolori addominali, diarrea, febbre e allucinazioni. L’incubazione per lo più è breve (12-48 ore) e il decorso clinico si esaurisce in genere in pochi giorni. La Lysteria e i digestati da biogas: la fonte del rischio (ignorata perché il business paga bene un po' tutti) Molti continuano a ritenere che la fermentazione anaerobica rappresenti un trattamento in grado di abbattere la carica patogena presente dei reflui zootecnici e di ridurre i rischi di contaminazione delle catene alimentari. In realtà si dimentica che la moltiplicazione degli impianti sostenuta da pure motivazioni speculative ha determinato una moltiplicazione dei rischi. In aziende e intere zone dove gli allevamenti non erano mai stati molto presenti e dove comunque erano scomparsi i biogassisti fanno arrivare entro il fatidico raggio di 70 km (una distanza enorme considerando la povertà del materiale trasportato e il costo energetico per trasportare acqua) reflui zootecnici di ogni tipo (letame, liquame suino e bovino, pollina). Lo capisce anche un profano (gli esperti non lo vogliono capire perché il business è troppo lucroso) che tutti questi trasporti di deiezioni animali NON TRATTATE (centinaia di trasporti moltiplicati per centinaia di impianti) rappresentano un rischio sanitario enorme di circolazione di patogeni. In questi giorni si stanno abbattendo milioni di avicoli per via del virus dell'aviaria e nello stesso tempo si continua a spingere una forma di "turismo della merda" che copre come una ragnatela mezza Italia. Sappiamo quanto sia facile che una "botte" perda per strada un po' del suo contenuto. Ma questo è un rischio che riguarda le deiezioni fresche destinate a produrre biogas. Nel processo di digestione anaerobica alcuni patogeni vengono abbattuti anche in modo consistente . Ma non tutti. In precedenti schede avevano spiegato come i Clostridi e i Bacilli (batteri in grado di formare delle spore protettive) non vengono inattivati dalla digestione anaerobica. Un altro patogeno che resiste quasi del tutto al trattamento è la Shigella sp. un batterio pericoloso che strettamente legato all'ospite umano. La sua presenza nel digestato è da mettere in relazione all'uso dei fanghi di depurazione. Un batterio che è invece associato a deiezioni zootecniche è la Lysteria moncytogenes emersa da qualche decennio quale patogeno tra i più temibili nell'ambito delle tossinfezioni alimentari. La Lysteria si rinviene abbastanza frequentemente negli allevamenti di ruminanti ma, in pochi casi anche in quelli suini. Sinora non c'è riscontro negli avicoli. Malattia ubiquitaria, diffusa in tutto il mondo. La prevalenza negli animali non è precisamente stimata (disponibili solo controlli a campione). I controlli per la ricerca di Listeria spp. effettuati dall’Italia nel 2009 (riportati dall’EFSA) hanno avuto esito positivo nel 2,1% delle 381 vacche testate. Controlli nei piccoli ruminati a livello di allevamento hanno evidenziato positività nel 2,1% degli allevamenti ovini (su 380 testati) e 2,5% in quelli ovini (su 122 testati). Nel 2009 la Germania ha riportato all’EFSA una prevalenza dello 0,2% a livello di allevamento nel suino (su 621 controllati), 10,5% nel bovino (su 564 allevamenti), 7,6% nella pecora (su 251 allevamenti) e 7,2% nella capra (su 97 allevamenti) su 266 allevamenti d broiler testati nessuno è risultato positivo per L. monocytogenes. L’Irlanda, sempre nel 2009, ha riportato una prevalenza < 0,1% su 6.596 vacche testate, 0,5% su 1.279 pecore, 1% su 103 capre e nessun riscontro di L. monocytogenes in 257 polli controllati. In Italia quindi 1 allevamento di vacche da latte su 50 è positivo, in Germania 1 su 10. Raccogliere liquami di più allevamenti fa si che le probabilità che nel digestato si trovi la Lysteria si moltiplicano. Se poi nel digestore vengono usati i cosiddetti SOA (sottoprodotti di origine animale) è facile capire che arriviamo alla quasi certezza che il digestore possa essere contaminato con Lysteria. Ricordiamo che tra i SOA c'è anche il pacchetto intestinale. Quanti animali e quanti allevamenti transitano da un macello. Il sistema agroindustriale moderno continua ad inseguire le economie di scala e tutto congiura per continuare a favorirle. Peccato che si moltiplicano anche i rischi. La (più che) resistenza della Lysteria nei biodigestori del biogas I dati esposti sono ricavati dalla seguente pubblicazone scientifica: S. Bonetta, E. Ferretti, S. Bonetta, G. Fezi, E. Carraro (2011) Microbiological contamination of digested products from anaerobic co-digestion of bovine manure and agricultural by-products, Letters in Applied Microbiology 53, 552–557. Gli autori hanno indagato la presenza di patogeni nei digestati derivati da digestione anaerobica mesofila di un impianto a biogas del Piemonte alimentato con colture dedicate (mais, triticale, loiessa, sorgo). Con due digestori da 6000 m3 alimentati con 50 t al giorno di liquami bovini, 35 t/giorno di colture dedicate e 5 t di frazione solida digerita. Il campionamento è stato effettuato con cadenza bimestrale su substrati di ingresso (punto A, sei campionamenti), ogni mese su materiale in uscita dopo la digestione anaerobica (punto B, 12 campionamenti), stagionalmente sulle frazioni liquida e solida ottenuta per separazione DP (punto C e D, quattro campionamenti) e il liquido DP frazioni dopo 120 giorni stoccaggio (punto E, quattro campionamenti). Presenza di Listeria monocytogenes nei campioni Materiale analizzato % campioni positivi liquame fresco 20 (1 ⁄ 5) digestato dopo digestione anaerobica 25 (3 ⁄ 12) frazione liquida separata 100 (4 ⁄ 4) frazione solida separata 100 (3 ⁄ 3) frazione liquida stabilizzata 33 (1 ⁄ 3) I risultati sono inequivocabili: la Lysteria monocytogenes è più frequente nei digestati che nel liquame. Dopo la separazione da liquido a solido la presenza sale al 100% dei campioni. La stabilizzazione del digestato dopo separazione della fase liquida da quella solida per 120 giorni non è sufficiente per eliminare la Lysteria che si trova ancora nel 33% dei casi. Il digestato è quel meraviglioso ammendante microbiologicamente sterile che i biogassisti vogliono farci credere? E' ragionevole incentivare a cuor leggero impianti che raccolgono deiezioni di diverse aziende e utilizzano scarti di macellazione? http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/08/biogas-rischi-microbiologici-del.html

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