lunedì 26 agosto 2013

Latina discarica di Borgo Montello i fusti tossici che non si vogliono cercare

Il rischio che ci siano interrati dei rifiuti tossici. Le istituzioni potrebbero intervenire S-0, possibili nuovi scavi Le dichiarazioni di Schiavone hanno riacceso i dubbi sulla discarica DI TONJ ORTOLEVA L e parole di Carmine Schiavone hanno riaperto il vaso di Pandora dei sospetti. Cosa c’è interrato nella vecchia discarica di Borgo Montello, quella conosciuta come S0? Da anni è soprattutto la politica ad interrogarsi in proposito. Gli scavi effettuati alcuni mesi fa, dopo un’attesa durata anni, non hanno dato risultati, facendo tirare un sospiro di sollievo, ma non hanno certamente sciolto il mistero. Sì perché Schiavone e come lui molti altri, continuano a ripetere che la camorra casalese ha usato per anni le terre pontine per gettare rifiuti radioattivi. Schiavone non ha dato indicazioni precise rispetto al luogo, ma è convinzione comune che sia Borgo Montello il centro di questo stoccaggio non autorizzato. Il capogruppo del Partito democratico in Provincia, Mauro Visari, ha detto chiaramente che «è necessario riprendere il discorso sul mistero di questi rifiuti tossici, perché fino a quando non sarà fatta piena luce in proposito, non saremo tranquilli rispetto a nulla». Così, non appena terminata la pausa estiva, Visari e il Pd chiederanno la convocazione di un Consiglio provinciale in merito alla vicenda. Nei mesi scorsi, in tempi non sospetti, il vicesindaco di Latina e assessore all’Ambiente Fabrizio Cirilli aveva preso nuovamente di petto la questione della discarica di Montello, invitando a non abbassare la guardia. Cirilli è da anni protagonista di una battaglia proprio per far piena luce su quel che è interrato nella S0. Sul suo blog ha scritto: «Chiediamo che venga dato il via agli scavi una volta per tutte e che lo stesso atteggiamento venga posto riguardo all’esito delle indagini relative all’in - quinamento degli altri bacini. Inquinamento tutt’ora in corso che ad oggi ha visto solo un susseguirsi di conferenze di servizi che continuano a commissionare studi e controlli ma che in pratica ancora non portano a nessun intervento concreto di messa in sicurezza e, cosa ancora più importante, di bonifica. Non dimentichiamo infatti che le sostanze tossiche di cui si parla nei verbali dei pentiti, potrebbero essere state sotterrate non solo in S0 ma anche negli altri bacini ora sottoposti ad indagine, nei quali già pare risulti la presenza di sostanze non riconducibili a rifiuti urbani. È superfluo sottolineare che, se così fosse, la questione sarebbe di gran lunga più complicata». A questo punto non è difficile immaginare che presto arrivi la richiesta di nuovi scavi. I quali, però, richiederebbero un esborso economico che certamente gli enti locali non possono a oggi permettersi. Quindi dovrà essere la Regione a fare la propria parte. Latina Oggi 26 agosto 2013

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