venerdì 8 luglio 2011

Sabaudia: minacce e bossoli

di ATTILIO BOLZONI
Minacce, bossoli e attentati
così le bocche restano cucite

Nell'ultimo anno gli attentati e gli incendi ai danni di cantieri, negozi e ristoranti sono stati diciotto. E i pochi giornalisti che tentano di indagare vengono puniti con minacce, aggressioni, auto bruciate. Eppure in molti si scagliano contro la stampa "che infanga il buon nome di Sabaudia"Che cosa è la "quinta mafia"? "E’ una mafia d’importazione che è venuta in contatto con gruppi criminali locali del Basso Lazio ma anche in contatto profondo con l’economia e la politica locale". Un crimine che è impasto fra quello che viene da fuori e quello che cresce dentro, un contagio pericoloso che va oltre le quattro storiche organizzazioni che si spartiscono le regioni del Sud (Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita) e che rispetto alle altre ha un rapporto più "facile" con le amministrazioni pubbliche.

Nella piazza dei portici tutti sanno di tutti e tutti hanno la bocca cucita. Raccontano i misfatti di Sabaudia solo alcuni cronisti di fogli e televisioni locali. Vivono con la paura addosso. Ricevono minacce, qualcuno ha subito aggressioni fisiche, a qualcun altro hanno bruciato la macchina. Denuncia Luigi Ciotti: "Chi cerca di raccontare la verità e chiama per nome le responsabilità è sotto tiro, i criminali provano a zittirli, impaurirli. Avviene giù in Calabria e, nella totale indifferenza, avviene anche qui nel Basso Lazio". Nell’ultimo anno ci sono stati 18 attentati. Incendi a ristoranti, bombe a esercizi commerciali, roghi a cantieri. E bossoli di calibro 12 recapitati all’ingegnere che deve firmare o non firmare carte sull’ambiente e sul demanio marittimo. Sono i fuochi di Sabaudia.

C’è mafia in Comune? C’è mafia in città? Negano i consiglieri comunali Nicola Bianchi e Alberto Cuccaroni che incontriamo sulla piazza dei portici, il primo capogruppo dell’Udc e l’altro di Futuro e Libertà.

Negano tutti... E tutti si scagliano contro "la stampa che criminalizza una comunità" e che "diffama il buon nome di Sabaudia". Arrivando in questa città sembra di sprofondare nella Palermo dell'inizio anni Ottanta quando, anche davanti ai primi delitti eccellenti, la meglio borghesia negava l’esistenza della mafia e si scatenava contro chi ne parlava.

Come fa il senatore Claudio Fazzone o come fa il presidente della Provincia Armando Cusani. Chi sono Fazzone e Cusani? "Sono i capi della politica locale, sono quelli, come nel caso del presidente della Provincia Cusani, che dicono che la mafia non esiste sul territorio e che quegli apparati dello Stato che l’hanno combattuta, che la cercano e che la contrastano sono pezzi deviati dello Stato", risponde l’ex poliziotto Turri.

Ex appuntato di pubblica sicurezza, autista di Nicola Mancino quando era ministro degli Interni, Claudio Fazzone è transitato nei servizi segreti e poi ha cominciato la sua scalata politica. Eletto alla Regione Lazio nel 2000 con più di 28mila preferenze - un terzo sono arrivate da Fondi dove lui si è battuto per non far sciogliere il Comune per mafia -, rieletto nel 2005 con 38mila preferenze, si è poi dimesso per diventare senatore del Pdl.

C’è la mafia a Sabaudia? Appena ci avviciniamo per fare domande come questa o per chiedere chi è Salvatore Di Maio alcuni tremano e altri scappano. Qualcuno ci dice che non è una canaglia ma un benefattore. Uno che ci sa fare, uno che dà lavoro a Sabaudia. Lui, a modo suo, conferma: "Ho fatto un sacco di cortesie, ho fatto solo del bene a questo posto". Conferma e comanda.
07 luglio 2011© Riproduzione riservata
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