sabato 17 aprile 2010

Saviano risponde a Berlusconi contro la mafia

POLITICA
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LA POLEMICA
Saviano a Berlusconi
"I clan vogliono il silenzio"
Domani su Repubblica lettera aperta dello scrittore al presidente del Consiglio: "Le chiedo di fermarsi un momento a riflettere su cosa le sue parole significano"

ROMA - I clan di tutte le mafie "vogliono il silenzio" e "solo mostrando come stanno le cose si ha la possibilità di fare resistenza": lo scrive Roberto Saviano in una lettera aperta a Silvio Berlusconi, dopo le sue affermazioni sulla pubblicità che farebbero alla mafia fiction come La Piovra e libri come Gomorra, e che domani sarà pubblicata da Repubblica.

"Presidente Silvio Berlusconi - scrive Saviano - le scrivo dopo che ha accusato chi racconta i meccanismi criminali di essere responsabile di 'supporto promozionale alle cosche'". "Le chiedo solo di fermarsi un momento a riflettere - scrive fra l'altro l'autore di Gomorra - su cosa le sue parole significano per quanti trovano la forza di raccontare e di esporsi, rischiando. Per i clan che in questi anni si sono visti raccontare, la parola ha rappresentato sempre un affronto perché rendeva di tutti informazioni e comportamenti che volevano restassero di pochi. Ciò che vogliono è il silenzio e solo mostrando come stanno le cose si ha la possibilità di fare resistenza".

"Invece di accusare chi racconta avrebbe potuto dire che l'Italia è il paese con la migliore legislatura antimafia del mondo. Di come noi italiani offriamo il know-how dell'antimafia a tutto il mondo. Questo sarebbe stato dare dignità a chi si batte per debellare una piaga, di questo i suoi elettori sarebbero andati fieri. Molti di loro, credo, saranno al contrario rimasti sbigottiti ed indignati dalle sue parole e forse proprio loro potranno aiutarla a smentirle", prosegue lo scrittore.

La lettera di Saviano al premier si conclude così: "Io a questi attacchi oramai sono abituato e continuerò a usare la parola per raccontare, per condividere, per aggiustare il mondo, per capire. Sono nato in una terra meravigliosa, purtroppo devastata, la cui bellezza continua a darmi forza per sognare la possibilità di un'Italia diversa".
(16 aprile 2010)Tutti gli articoli di Politica
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