giovedì 1 aprile 2010

10 anni della guerra dell'acqua verso Cochabamba

Il 10 Aprile del 2000 a Cochabamba i movimenti boliviani dopo mesi di mobilitazioni e scontri sulle strade si ripresero l'acqua strappandola dalle mani di una multinazionale. Una grande vittoria che ha aperto gli occhi a quanti nel mondo difendono la vita e i beni comuni dalle privatizzazioni. A 10 anni dalla Guerra dell’Acqua da giovedì 12 a domenica 18 Aprile si realizzerà a Cochabamba la III Fiera Internazionale dell’Acqua. Saranno presenti delegazioni provenienti da tutta Bolivia, Ecuador, Colombia, Perù, Venezuela, Uruguay, Argentina, Europa, USA, Canada, Filippine e altri paesi per incontrarsi e dibattere. E’ promossa dai movimenti Boliviani che sono stati i protagonisti della guerra dell’acqua e dalla rete interamericana Red Vida e sostenuta dall’Italia da Yaku, Cevi e Acra. A 10 anni dal conflitto vissuto a Cochabamba si analizzeranno temi come la gestione dell’acqua nella sfera pubblica e comunitaria, la crisi idrica e ambientale di fronte ai cambi climatici, i quadri costituzionali e legali per garantire il diritto di accesso a questo bene comune e le alternative organizzative, tecnologiche e di cooperazione per garantire il diritto all’accesso all’acqua a un numero sempre maggiore di persone. Yaku insieme alle organizzazioni sociali di Ecuador, Argentina, Perù e Colombia promuoverà una serie di incontri internazionali sulla Scuola Andina dell’Acqua e sabato 17 terrà all’interno della Feria il seminario sulla visione andina dell’acqua in cui sarà anche presentato il libro “La Rivoluzione dell’Acqua”.

Conferenza stampa congiunta del 22 Marzo

Il 22 Marzo è il Giorno Mondiale dell’Acqua dichiarato dalle Nazioni Unite nel 1993.
In questo giorno si promuovono riflessioni relativamente all’acqua, un bene comune imprescindibile per la vita che contribuisce in forma determinante al benessere sociale, individuale e collettivo.
Differenti organizzazioni e reti della società civile internazionale (che parteciperanno nella III Feria Internazionale dell’Acqua in Aprile) presenti in Bolivia, ci siamo riuniti oggi per rendere noti differenti temi relativi all’acqua a livello mondiale.
Le Nazioni Unite stimano che ogni persona necessita da 20 a 50 litri d’acqua ogni giorno per soddisfare le proprie necessità basiche, però nel mondo 900 milioni di persone non hanno accesso all’acqua in questa quantità. Così come 2,5 miliardi di persone, tra le quali un miliardo di bambini e bambine, non hanno accesso ai servizi igienici di base. Per questo ogni anno muoiono 1,5 miliardi di bambini e bambine. Inoltre, l’acqua è sempre più spesso la causa di conflitti: conflitti politici, economici e sociali, tanto a livello internazionale che a livello locale. Il conflitto dell’anno 2000 vissuto nella città di Cochabamba ha chiamato l’attenzione di tutto il mondo.



Pubblico vs. Privato
Il caso di Cochabamba ha permesso di mettere sul tavolo a livello mondiale il tema della privatizzazione dell’acqua e del servizio idrico: si ha cominciato a riflettere sul rischio di considerare l’acqua come bene economico, prodotto sottomesso alle regole del mercato secondo la teoria basata nel principio dell’efficienza dello stesso mercato e promossa da alcune istituzioni finanziarie internazionali.
Il processo di privatizzazione del servizio idrico è stato promosso in paesi del nord e del sud del mondo, dove, come nel caso boliviano, si sono registrate conseguenze gravi: generalmente, come il popolo

cochabambino ben conosce, le tariffe sono aumentate e in molti casi le imprese alle quali si dava in concessione il servizio non investivano risorse (o molto poche) nell’ampliamento/miglioramento della rete.
Le strategie di privatizzazione pro-poor, cioè a favore dei poveri, ha risultato in molti casi un fallimento totale, come nel caso de AISA a La Paz e questo ha dimostrato che non è certo che gestendo l’acqua con prezzi più alti e assoggettando il servizio al mercato (ovvero che se c’è più domanda il prezzo cresce) si gestisce il servizio in maniera più efficiente e si garantisce questo liquido vitale alle generazioni future.
Dalla guerra dell’acqua, si ha cominciato a riflettere sulla necessità di riconoscere (incluso da un punto di vista legale) l’acqua come patrimonio universale e bene pubblico. Si ha cominciato a parlare di diritto umano all’acqua, affermando che l’acqua non può essere sfruttata per garantire il lucro di pochi. Da qui, le nuove costituzioni che riconoscono il diritto umano e che promuovono una cultura dell’acqua distinta a quella promossa prima: è fonte di vita, però allo stesso tempo limitata, per questo bisogna garantirne un uso sostenibile che proibisca la contaminazione e abuso. Purtroppo alcuni paesi, nonostante tutto questo, hanno preso il cammino opposto e stanno promuovendo politiche di privatizzazione del servizio, come Italia.



La privatizzazione e la resistenza in Italia

Il 18 Novembre del 2009 il Governo italiano approvò il Decreto Ronchi che con l’articolo 15 incammina un processo di cessione della proprietà pubblica e delle relative infrastrutture dei servizi municipali dell’acqua potabile, obbligando alla vendita a privati.
Il Decreto è stato approvato senza considerare il consenso popolare che solo due anni fa si era riunito intorno a una proposta di legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica, per la quale si raccolsero più di 400.000 firme, e che ancora oggi resta nei cassetti del Parlamento.
Il Decreto, trasformato in legge (Legge n° 166 del 2009), mette tutti i servizi pubblici locali nel mercato, sottoponendoli alle regole della concorrenza e del profitto, obbligando l’entrata dei privati e la riduzione del capitale pubblico a meno del 30%. La privatizzazione dell’acqua in Italia cominciò in realtà già 15 anni fa, in modo silenzioso e capillare in diverse parti del paese, con la formazione di imprese a capitale misto, nelle quali sono coinvolte multinazionali ben note in tutto il mondo, e in America Latina, come ad esempio Suez e Veolia.

Già 5 regioni d’Italia hanno impugnato il decreto di fronte alla Corte Costituzionale e vari Municipi hanno approvato modifiche del proprio Statuto, affermando l’acqua come bene comune e non una merce.
Per questo, a Roma, il passato Sabato 20 Marzo, ci fu una marcia nazionale contro la legge di privatizzazione, organizzata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua , alla quale parteciparono 200.000 persone, con il messaggio “L’acqua è di tutti, non si vende”.
La mobilitazione è stata inoltre occasione per lanciare la campagna di raccolta firme per un referendum abrogativo delle norme che hanno privatizzato l’acqua. Il referendum è promosso da un Comitato di vari movimenti sociali, organizzazioni ecologiste, associazioni di consumatori, il mondo cattolico, il movimento sindacale. Però, per decisione della stessa società civile, i partiti politici che appoggiano il referendum non fanno parte del comitato promotore ma solo di un comitato d’appoggio.

Per dire una volta per tutte:
“Adesso basta! Sull’acqua decidiamo noi!”
Perché si scrive acqua, si legge democrazia.

III Feria Internacional del Agua – 15/18 Aprile a Cochabamba

http://www.yaku.eu/primapagina_articolo.asp?id=1361

23 commenti:

Anonimo ha detto...

A FORZA DI ANDARE APPRESSO A DI PIETRO LA SINISTRA STA PERDENDO UN MUCCHIO DI VOTI. FACENDO I MORALISTI NON SI OTTIENE NULLA. CI VUOLE COERENZA. NON SI FA POLITICA CONTRO UNA PERSONA (BERLUSCONI). CI VOGLIONI IDEE E PROGETTI E COERENZA. GLI SCANDALI CI SONO A DESTRA COME A SINISTRA. LA GENTE E' STUFA DI CHIACCHERE E DI MORALISMI. IO ALLE COMUNALI VOTO TOMBOLILLO E ALLE POLITICHE BERLUSCONI. SONO DUE PERSONE CHE MI RAPPRESENTANO, DUE PERSONE CAPACI. MENO CAPACI SONO I LORO COLLABORATORI/TECNICI/LECCHINI CHE HANNO INTORNO. DA SOLI FAREBBERO SICURAMENTE MEGLIO. W BERLUSCONI W TOMBOLILLO. GIUSEPPE

giorgio libralato ha detto...

Premesso che il parlamento non mi rappresenta quindi nessuno dei partiti presenti nemmeno pd e italia dei valori, che se esistesse la sinistra in Italia non si vivrebbe questa deriva e questo degrado civile e sociale, politico e morale, economico e culturale, non si tratta di fare politica contro i cialtroni e i delinquenti. Non è fare politica chiedere il rispetto delle regole e delle leggi e chiedere che i delinquenti vengano messi in grado di non nuocere alla società e di redimersi. Quanto al premier se fosse stato capace avrebbe attuato anche uno solo dei proclami elettorali fatti per prendere in giro i milioni di Giuseppe in Italia (sempre meno per fortuna): i 2 milioni di posti di lavoro, la riduzione delle tasse, la Salerno Reggio Calabria solo per fare qualche esempio. Poi quando i milioni di Giuseppe diventeranno genitore manterranno una famiglia senza contare sugli aiuti di vario tipo allora vorrebbero essere governati da persone capaci. Pure la destra ne ha qualcuno. Non conta molto non entra in consiglio comunale o in parlamento ma qualcuno ce l’ha pure la destra. Quella al governo non è destra. È deriva e depravazione

Anonimo ha detto...

Io lavoro e ho una famiglia che contribuisco-insieme a mia moglie- a mantenere. Sono libero di votare per chi mi pare senza essere criminalizzato. Voto per Tombolillo alle comunali e per Berlusconi alle politiche, come del resto il 70% dei cittadini di Pontinia e le "prediche" e i moralismo di Libralato mi hanno stufato. Giuseppe

giorgio libralato ha detto...

Votate per chi volete ma non vi lamentata per la scuola e la sanità allo sfascio, perchè vengono calpestati i diritti civili e sociali, si specula sull'acqua, come sull'aria e non vi lamentate per malattie e tumori se votate per chi li favorisce

Anonimo ha detto...

Libralato datte nà calmata! Basta cò sti moralismi, piu' fatti. a chicchere semo tutti boni!

giorgio libralato ha detto...

Lo so che la realtà dà fastidio, che la coscienza rimorde per aver votato chi vi sta depredando dell'aria, dell'acqua e della dignità. Una domanda ma siete voi che vi fidate delle persone sbagliate oppure volte sempre stare dalla parte sbagliata?

Anonimo ha detto...

Libralato io a votare non ci sono pririo andato perchè siete tutti - dico tutti - uguali, destra, sinistra centro. sono chiacchere

giorgio libralato ha detto...

difatti io non ho votato nè destra, nè sinistra, nè tantomeno quella massa amorfa chiamata centro. C'era un'alternativa e l'ho votata

Anonimo ha detto...

Bravo! Ti facciamo i complimenti. Ciascuno vota quello che vuole o non vota. Tanto non cambia un cazzo uguale.

giorgio libralato ha detto...

Ci mancherebbe ma poi non vi lamentate se vi tolgono libertà, diritti civili e sociali, distruggono sanità, scuola, cultura, inquinano, provocano malattie sghignazzando

Anonimo ha detto...

Libralato ma queste cose la vice-sindaco ce l'hai dette? Quelli favorevoli alla Turbogas e Biomasse ce l'hai in casa tua. Dovresti intervenire

Anonimo ha detto...

Neppure tu ti puoi lamentare se voti Tombolillo e poi ti ritrovi Gigi Subiaco a comandare! Bravo!
Arturo

giorgio libralato ha detto...

L'attuale amministrazione è dovuta al malgoverno di destra e al dissesto inesistente. Spero che ve ne ricordiate anche il prossimo anno

Anonimo ha detto...

Libralato quindi da una mala-amministrazione (Mochi) è nata un'altra mala-amministrazione (Tombolillo-Subiaco)? E' così?

Arturo

giorgio libralato ha detto...

Alla destra piace disinformare e cambiare il senso di realtà e parole. Nella giunta Tombolillo (98/2003) Subiaco era all'opposizione. Poi è arrivata la giunta di destra con una serie di errori (tra cui il dissesto) che ha cristalizzato la situazione amministrativa di Pontinia. Dalla quale se ne esce in 2 modi. O la destra cambia strategia e attua il bene comune oppure basta aspettare che gli attuali protagonisti passino ad una migliore attività. Difficile comunque visto l'insegnamento dall'alto con la mercificazione di informazione, dignità, diritti civili e sociali, sanità, istruzione, aria, acqua.

Anonimo ha detto...

Libralato parlare con te è come parlare con un muro, hai sempre ragione tu. Tombolillo per te va bene a prescindere, può fare anche 3000 cazzate rimane sempre l'unico da votare. Berlusconi è un delinquente a prescindere. Sei di parte, come Emilio Fede. Non sei attendibile. Io a votare non ci vado.Guglielmo

giorgio libralato ha detto...

La destra ha un unico modo per vincere le elezioni: diffondere notizie false, creare allarme, inventare avversari, fobie e manie, cercare di disgustare cittadini ed elettori. E ottiene dai tanti Guglielmo il risultato voluto. Cioè di accettare le rapine continue alle casse dello stato, la corruzione, il degrado e la mercificazione dei diritti quali l'acqua e l'aria.

Anonimo ha detto...

Libralato datte nà calmata e impara a rispettare le opinioni altrui. La democrazia - da te tanto osannata - è sopratutto questo, convivenza civile. La voce grossa falla coi politici, se sei capace! G

Anonimo ha detto...

La gente si sta rendendo conto che tra destra e sinistra non c'è nessuna differenza perchè - per questi signori che vivono di politica - quello che conta è solo il potere. Poi è chiaro che raccntano un sacco di cazzata e si sciaquano la bocca con i paroloni però poi di concreto non fanno un cazzo. Guarda a Pontinia quello che succede. Un cazzo. Solo chiacchere politiche. G

giorgio libralato ha detto...

Chi ha attuato la mercificazione dell'acqua?

giorgio libralato ha detto...

le opinioni sono rispettabili. Quello che non capisco è il motivo per il quale la gente continui a votare incapaci o persone che hanno grossi problemi con la giustizia e che sopratutto danno un esempio pessimo. Capisco la destra, la vera destra, quella sociale che chiede regole certe e il loro rispetto, che vuole che emergano le persone che hanno qualità. ma questa destra è tutt'altro

Anonimo ha detto...

Libralato ma adesso sei diventato di destra? Non ti riconosco piu', ma che dici?????? Piuttosto strona Tombolillo a fare qualcosa che on sta facendo un cazzo! Lorena

giorgio libralato ha detto...

Capisco la vera destra quella che si ispira a dei valori (che nulla hanno a che vedere ovviamente con quella che oggi in parlamento si chiama destra o con i berluscones) Ma non questa destra che mercifica tutto. Spero che le persone da destra e da sinistra si aggiungono alle persone di buona volontà e per il bene comune che cercano di riappropriarsi dei diritti civili e sociali mercificati dal potere attuale.