sabato 20 luglio 2024

Il Fatto di domani. Tutti gli uomini di Brugnaro: a Venezia l'inchiesta va avanti, ma il sindaco non si dimette. Ucraina, Trump chiama Zelensky e promette pace; ore decisive per Biden

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-20-luglio-2024/

La giornata in cinque minuti

NEL COMUNE DI VENEZIA “ILLEGITTIMITÀ DIFFUSA”, MA BRUGNARO NON VUOLE DIMETTERSI. “Un vasto catalogo di anomalie rilevate nella gestione amministrativa del Comune di Venezia e nelle ripetute frequenti interferenze, commistioni con gli interessi economici delle molte società appartenenti al reticolo facente capo all’imprenditore Brugnaro”: come abbiamo scritto sul giornale di oggi, il quadro che sta emergendo dall’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto dell’ormai ex assessore Boraso e all’iscrizione del sindaco nel registro degli indagati è devastante. La Guardia di Finanza, in una segnalazione arrivata in Procura alla fine del 2021, “ha riportato diverse vicende riguardanti la gestione amministrativa del comune di Venezia (…) nel corso degli ultimi sette anni, evidenziando ripetuti conflitti di interesse riguardanti le figure più elevate dell’amministrazione quali il sindaco e i suoi più elevati collaboratori (capo di gabinetto e vice capo di gabinetto), scelti questi tra i più intimi dipendenti delle imprese private gestite di fatto dal sindaco stesso, pur dopo la costituzione di un trust che avrebbe dovuto garantire la separatezza delle interessenze tra cosa pubblica e cosa privata”. Non solo: scrivono i pm che “l’interesse per il proficuo utilizzo dell’area dei Pili (41 ettari di zona lagunare inquinata, ndr) non è mai cessato. Si può anzi affermare, anche alla luce delle attività di intercettazione, che la messa a profitto dell’area dei Pili costituisce, permanentemente, un cruccio per il sindaco”. Secondo gli inquirenti, inoltre, c’erano funzionari pubblici che avevano chiesto perfino alla società comunale Venis di avere “apparati di ultima generazione non infiltrabili”. Sono 32 in tutto gli indagati, ma il primo cittadino non ha finora manifestato l’intenzione di dimettersi, anzi. Sul Fatto di domani continueremo a raccontarvi l’inchiesta delineando il profilo di tutti i protagonisti.


L’HANNO RIMASTO SOLO: TAJANI SILURATO PERSINO DA FRANCESCA PASCALE. Poco più di un mese fa, il suo partito volava al 9,61% alle elezioni europee. Ma il leader di Forza Italia, e ministro degli Esteri, Antonio Tajani non sapeva che da quel momento in poi sarebbe cominciata per lui una vera e propria battaglia interna. Prima Pier Silvio Berlusconi, che pochi giorni fa ha adombrato l’esigenza di un partito di “sfida” e non solo di “resistenza” (ieri il pranzo di rilancio con i figli dell’ex cavaliere – “Più coraggio, più innovazione, non solo resistenza ma anche attacco” –, che proprio benissimo, però, non sembra essere andato); poi gli insulti social ricevuti da FI dopo il voto a Ursula von der Leyen. Oggi gli sono piombate addosso anche le parole di Francesca Pascale. La ex di Silvio Berlusconi, diventata nel frattempo ex anche di Paola Turci, in un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato: “Le persone di Forza Italia che mi piacevano, come Barbara Masini, Stefania Prestigiacomo ed Elio Vito, non ci sono più. I figli sono persone magnifiche. Con loro condivido tutto quello che hanno detto sui diritti civili in questi giorni, tematiche non solo che ci uniscono ma che Forza Italia ha un po’ abbandonato, schiacciati dall’estremismo di Fratelli d’Italia e Lega”. Insomma, Tajani viene scaricato da tutti nel momento in cui si gioca ancora l’importante partita delle nomine europee: il ministro Fitto, messo all’angolo dalla scelta di Fratelli d’Italia di non appoggiare Ursula von der Leyen, confida nel collega azzurro il quale, a sua volta, confida nelle proprie capacità diplomatiche, convinto che all’Italia andrà comunque un ruolo di peso. Sul giornale di domani ci occuperemo di Tajani e della guerra che si sta combattendo all’interno della maggioranza. Oggi fonti della Lega hanno sparato ad alzo zero: “Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante”.


UCRAINA, TRUMP CHIAMA ZELENSKY: “METTERÒ FINE ALLA GUERRA”. Tra il proseguire la campagna elettorale con un colpo di teatro e il sentirsi già presidente, il passo è breve. E così Donald Trump ha pensato bene di chiamare al telefono il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per assicurargli la rapida conclusione del confitto. “Entrambe le parti saranno in grado di riunirsi e negoziare un accordo che metta fine alla violenza”, ha poi scritto sui social l’ex presidente Usa candidato alla rielezione. L’altro gli ha fatto eco poco dopo: “Con il presidente Trump abbiamo concordato che discuteremo in un incontro di persona di quali passi possano rendere una pace equa e davvero duratura”. Oggi per Trump il primo comizio dopo l’attentato della scorsa settimana: sarà in Michigan alle 17 locali, le 23 in Italia, e stavolta al suo fianco avrà anche il candidato vice presidente, il senatore dell’Ohio JD Vance. Intanto, però, sul campo ucraino la battaglia non aspetta di certo le elezioni americane: come leggerete sul Fatto di domani, la città di Kupiansk è distrutta e in via di evacuazione. Sentiremo anche il parere di alcuni esperti sull’eventuale riapertura delle trattative. Per quanto riguarda la corsa statunitense, invece, va segnalato che sta crescendo tra la popolazione il movimento che vuole spingere Biden al ritiro: è stato realizzato uno spot televisivo ed è stata organizzata una manifestazione davanti alla Casa Bianca. Le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive per la decisione che prenderà il presidente.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Abbandonò la mamma per andare in vacanza, arrestata per omicidio volontario aggravato. Antonella Marrella, 49 anni, figlia convivente dell’84enne Margherita Battazza, era ai domiciliari con l’accusa di abbandono di persona incapace, abbandono che aveva causato la morte dell’anziana. Adesso è stata portata in carcere perché, secondo gli inquirenti, stava progettando la fuga.

Persone sui binari a Firenze, nuovi disagi alla circolazione ferroviaria. A causa di alcune persone che si trovavano nei pressi dei binari vicino alla stazione fiorentina di Campo di Marte, questa mattina per ragioni di sicurezza è stato bloccato il movimento ferroviario e si sono verificati ritardi tra 30 e 120 minuti per i treni che dovevano attraversare il nodo di Firenze.

Da “Teorema” ad “Alabarda spaziale”, dolori e successi di Marco Ferradini. La tradizionale intervista della domenica all’artista diventato famoso 40 anni fa per il verso “Prendi una donna, trattala male”.

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