tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-22-marzo-2024/
Ascolta il podcast del Fatto di domaniCONSIGLIO UE, MELONI INCONTRA MACRON: “UNITI CON L’UCRAINA, RAFFORZARE LA DIFESA UE”. E SMINUISCE I VENTI DI GUERRA: “MICA SIAMO CON L’ELMETTO…”. Giorgia Meloni, di nuovo, schiera l’Italia dalla parte del riarmo allontanando il negoziato con la Russia. “Sono molto d’accordo con l’iniziativa della Commissione Ue di rafforzare l’industria della difesa – ha dichiarato la premier dopo la conclusione del Consiglio Ue – c’è il nodo delle risorse, ma la proposta di allargare il mandato della Bei trova molto consenso”. Ovvero: finanziare il sostegno militare dell’Ucraina anche con i soldi della Banca europea per gli investimenti. Non è l’unica proposta: in Europa prende piede l’ipotesi degli eurobond (sgradita alla Germania, con la Francia favorevole) cioè il debito comune tra i 27 paesi dell’Ue; oltre all’impiego dei proventi frutto dei beni russi congelati. Ipotesi su cui non c’è ancora consenso definitivo e che saranno discusse ulteriormente. Del resto, come ha messo nero su bianco Bruxelles, bisogna “rafforzare la preparazione militare e civile”, in caso di conflitto Nato-Russia. Parole che evocano l’orrore della guerra sui civili, sminuite da Meloni come puro malinteso: “C’è un riferimento al termine militare perché in alcune nazioni la protezione civile è militare (…) Non è stato detto di mettersi l’elmetto in testa”. Però alla vigilia del consiglio Ue, il presidente Michel aveva dato il tono: “Per fare la pace, bisogna prepararsi alla guerra”. Oggi è arrivata la risposta del Vaticano con il cardinale Matteo Zuppi (presidente Cei e mediatore del Papa sulla guerra in Ucraina): “Resto della ferma convinzione che se vuoi la pace devi preparare la pace”. Una voce solitaria nel consesso europeo, mentre in Francia scaldano i motori truppe di terra pronte a intervenire in Ucraina, su richiesta di Macron. Con il presidente francese, Meloni ha tenuto un colloquio a margine del Consiglio per ribadire l’unità europea a sostegno di Kiev. Difesa e guerra sono stati i temi caldi discussi ieri nel Consiglio Ue. Oggi in agenda c’era l’agricoltura, con le politiche Ue duramente contestate nelle scorse settimane dai Trattori (difesi da Meloni). La premier ha espresso soddisfazione per la proroga degli aiuti di Stato agli agricoltori. Poi ha celebrato vittoria con il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, a Bruxelles per un evento della Farnesina. Sul Fatto di domani vi racconteremo dei venti guerra in Europa e delle reazioni dei parlamentari italiani: sono d’accordo a preparare gli elettori ad indossare l’elmetto? GUERRA RUSSIA-UCRAINA, KIEV AL BUIO PER I BOMBARDAMENTI. MOSCA PREPARA L’OFFENSIVA SU KARKHIV E ARRUOLA 300 MILA SOLDATI. Una pioggia di missili su sette regioni ucraine. La Russia conferma di voler approfittare del momento positivo nel conflitto e colpisce a raffica. Cinque persone sono state uccise, tre hanno perso la vita nell’attacco missilistico su Zaporizhzhia, dove si trova anche la centrale nucleare più grande dell’Europa. Le conseguenze dei raid russi sono concrete: oltre un milione gli ucraini rimangono senza elettricità. La rete energetica ucraina sta ricevendo assistenza da Polonia, Romania e Slovacchia. Il Cremlino conferma: nell’ultima settimana le forze armate hanno compiuto 49 attacchi, utilizzando anche missili ipersonici Kinzhal, per rappresaglia ai bombardamenti e ai tentativi di infiltrazione delle forze ucraine su Belgorod, in territorio russo. Per Washington, questi eventi dimostrano che l’Ucraina ha bisogno degli aiuti militari. Il presidente Putin, forte del recente risultato elettorale, pensa anche ad una avanzata via terra: dopo aver presso Avdiivka, punta su Karkhiv; secondo il sito indipendente Vyorstka, che cita indicazioni del Cremlino, del ministero della Difesa e dei governi regionali, in Russia si prevede l’arruolamento di 300 mila soldati: “Kharkiv è la prossima. Con l’intenzione però di salvaguardarla – dicono le fonti – di non trasformarla nella prossima Mariupol. Sarà l’occasione per dimostrare che la Russia sa come combattere in modo civile”. Il riferimento a Mariupol non è casuale: fu la prima grande battaglia sanguinaria due anni fa, pochi mesi dopo l’inizio del conflitto. Intanto il Cremlino restringe sempre più il raggio d’azione delle componenti della società poco allineate: il “movimento internazionale Lgbt” è stato aggiunto alla lista dei “terroristi ed estremisti”. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sul conflitto nell’Est e sulle prospettive future di una guerra che ormai va avanti da due anni. CASO BARI, GASPARRI VA IN CITTÀ: “GARANTISTA, MA… DA DECARO UNA FICTION, GRAVE LA SOLIDARIETÀ NEI SUOI CONFRONTI”. La destra manda il suo campione a difendere la bontà del suo operato su Bari: Maurizio Gasparri. Oggi pomeriggio il senatore di Forza Italia ha tenuto una conferenza stampa nella sede locale del partito. Lo stesso da cui proveniva uno dei politici coinvolti nell’inchiesta Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale eletto prima in Forza Italia nel 2005 e poi in Idv nel 2010. Olivieri è stato arrestato con la moglie, la consigliera Comunale Maria Carmen Lorusso, che si era fatta eleggere prima nel centrodestra e poi è passata nel centrosinistra. “Forse avremmo dovuto essere più accorti con le primarie”, ha commentato Gasparri parlando della classe dirigente forzista locale. E su Antonio Decaro dice che le manifestazioni di solidarietà nei suoi confronti sono stati fuori luogo e che “deve farsi luce sulla verità”. La legalità è urgente, dice Gasparri rispondendo a chi ha fatto notare la curiosa coincidenza dell’invio dei commissari pochi mesi prima delle elezioni. Il sindaco di Bari probabilmente non ha un problema con la mafia, ma certamente ne ha uno con il trasformismo: sul Fatto di domani vedremo nel dettaglio tutti i riciclati da destra che hanno fatto parte della sua amministrazione. Carmen Lorusso intanto resta ai domiciliari (il tribunale ha rigettato la sua richiesta) con il padre Vito, oncologo che avrebbe favorito l’elezione della figlia stringendo un accordo con il fratello di un boss. Tornando a Gasparri, già ieri il forzista aveva giudicato “grave” la solidarietà espressa dall’Anci a Decaro, e un teatrino la sua reazione. Stamattina il senatore forzista ha avuto il tempo di fare polemica con il M5S e l’ex pm Federico Cafiero De Raho. Il tema è l’inchiesta sui dossier di Perugia: “Il vaniloquio di alcuni esponenti grillini non cancella il colossale conflitto d’interesse che grava su Cafiero De Raho, che ha fatto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria poi il procuratore nazionale Antimafia e oggi il vicepresidente della Commissione Antimafia in Parlamento, chiamata a fare delle verifiche sull’operato della Procura nazionale Antimafia, proprio in relazione al periodo in cui l’ex magistrato la guidava”. SANTANCHÈ INDAGATA PER TRUFFA ALL’INPS PER LA CASSA COVID. COSA SUCCEDE ORA. La procura di Milano ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti della ministra del Turismo Daniela Garnero Santanchè e di altre persone, nonché delle società Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl. L’ipotesi è truffa ai danni dell’Inps per presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid 19 nel caso di 13 dipendenti in totale. Gli indagati totali sono cinque, tra questi c’è anche il compagno di Santanchè Dimitri Kunz D’Asburgo. Secondo i pm, in ballo ci sono 20.117 ore per un totale di 126.468 euro di cassa integrazione a zero ore chiesta e ottenuta dall’Inps durante il periodo del Covid, dal maggio 2020 al febbraio 2022, per 7 dipendenti di Visibilia Editore e 6 di Visibilia Concessionaria, i quali in realtà avrebbero continuato a lavorare regolarmente. La conclusione del filone di inchiesta prelude alla richiesta di rinvio a giudizio e riguarda anche le due società. Ma questo è solo un primo filone d’indagine, perché resta aperto, allo stato, quello a carico di Santanchè per falso in bilancio per irregolarità nelle gestioni contabile e finanziaria di Visibilia. Da Pd e M5S sono arrivate subito le rinnovate richieste di dimissioni: “Meloni ci stupisca”, dicono, visto che finora la premier non ha preso provvedimenti contro la sua ministra, nonostante ci fossero già molti elementi per preannunciare questo esito. Sul Fatto di domani vedremo cosa sta accadendo. LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE Mosca, sparatoria in una sala da concerto: almeno 12 morti e 35 feriti. Tre uomini armati, in mimetica, hanno fatto irruzione al Crocus City Hall per sparare con delle mitragliatrice. Lo riferisce l’agenzia di stampa Tass. Secondo Ria Novosti, gavrebbero “lanciato una granata o una bomba incendiaria facendo scoppiare un incendio”, ancora in corso. Al momento dell’attacco erano presenti centinaia di persone, molte sono state evacuate. Lega, il Salvini dimezzato e il congresso d’autunno. Traballa la leadership del segretario del Carroccio. Il consiglio federale ha annunciato i congressi regionali in estate. Subito dopo, in autunno, l’assise nazionale. Non solo: fino alle elezioni europee di giugno il segretario sarà affiancato da un direttorio con i big del partito: includerebbe Massimiliano Fedriga, i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, il ministro Giancarlo Giorgetti e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Salvini, dunque, sarà marcato stretto. Domani a Roma andrà in scena la convention con gli alleati dell’ultradestra a Bruxelles, riunita nel gruppo parlamentare Identità e democrazia. In molti daranno forfait. Nucleare, il governo italiano al lavoro per il ritorno delle centrali. Dopo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin si schiera per investire nell’energia prodotta dall’atomo. “Con la piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile – ha dichiarato il ministro – stiamo costruendo il quadro giuridico necessario per consentire all’Italia di far parte a pieno titolo della famiglia dei Paesi nuclearisti”. Sul Fatto di oggi vi abbiamo raccontato l’idea di von der Leyen di destinare fondi pubblici per il nucleare. Sul Fatto di domani faremo il punto sulle proposte italiane. Guerra Israele-Hamas, il premier Netanyahu agli Usa: “Daremo battaglia a Rafah anche senza di voi”. Il primo ministro Netanyahu ha confermato oggi al segretario di Stato Usa, Blinken, in visita a Tel Aviv, che Israele darà battaglia a Rafah, nonostante il parere negativo di Washington e di molti Paesi europei: “Non c’è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei battaglioni. Ho detto a Blinken che spero lo faremo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se sarà necessario lo faremo da soli”. Anche il ministro Benny Gantz ha sostenuto che è “imperativo” completare la missione a Gaza. Intanto all’Onu, Russia, Cina e Algeria – giudicando il testo “ambiguo” – hanno bloccato con il veto la risoluzione degli Usa che chiedeva la tregua a Gaza con “un cessate il fuoco immediato” per proteggere i civili. OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO INTERNAZIONALE L’ultima chanche dell’Europa per finanziare Kiev: usare i beni sequestrati alla Russiadi Michela A. G. Iaccarino Del sequestro di fondi russi (e dei profitti che hanno generato) rimasti congelati nelle banche europee dall’avvio del conflitto, se ne discute da tempo, oltre un anno, ma ora se ne dibatte come ultima alternativa possibile, perché i depositi militari ucraini sono vuoti e lo sono anche le casse dei fondi Ue. Che verrà presa la decisione di usare i miliardi di Mosca per comprare miliardi di armi per Kiev sembra sempre più probabile: la decisione definitiva verrà presa presto, forse a giugno. A fare pressione sui capi di Stato europei riunitisi ieri a Bruxelles è stato il presidente del Consiglio Charles Michel, la presidente Ursula von der Leyen (“Se saremo rapidi nel concludere la proposta, potremmo inviare il primo miliardo a luglio, dipende da noi”) e il presidente Zelensky, che ha inviato un videomessaggio: “L’aggressore dovrebbe pagare il prezzo più alto della guerra”. |
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