mercoledì 30 novembre 2022

Media: “Eni tratta l’acquisto del produttore di gas Neptune energy”. Operazione da 6 miliardi di dollari ilfattoquotidiano.it Media: "Eni tratta l'acquisto del produttore di gas Neptune energy". Operazione da 6 miliardi di... Il gruppo Eni (controllato al 30% dal Tesoro) starebbe trattando l’acquisizione di Neptune Energy, società che produce gas per un

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I SOMMERSI DELLA MANOVRA: MELONI ROBIN HOOD AL CONTRARIO. La soppressione del reddito di cittadinanza a chi è considerato in grado di lavorare dal 2024, il congelamento degli stipendi pubblici anche nella sanitàla riduzione drastica degli istituti scolastici (si stima 700 scuole in meno in pochi anni), tagli pure alle assunzioni all’Agenzia delle entrate (e infatti l’Usb ha convocato uno sciopero il 2 dicembre). Tutto questo, a fronte di una flat tax per le partite Iva, un condono sulle cartelle esattoriali, sconti per gli evasori sotto processo “ravveduti”, tetto al contante a 5000 euro e limitazione dei pagamenti digitali. E il no netto al salario minimo. La premier Meloni insiste a dire che la prima manovra di bilancio del suo governo (che approderà alla Camera il 20 dicembre dopo una lunga serie di ritocchi) è a favore dei più fragili e della classe media, ma la realtà è ben diversa. Tra le tante voci, a dirlo è anche la relazione tecnica della legge di Bilancio, che certifica che soltanto le “misure di sostegno in favore del contribuente” comporteranno mancate entrate fiscali fino a 1,6 miliardi nel 2023 e 3,6 nei prossimi 10 anni. Sconti e tagli sulle tasse si traducono infatti in minori ricavi per lo Stato, quella che gli economisti definiscono “manovra invisibile” e che va a vantaggio di chi i soldi li ha, e da nascondere. Mentre l’inflazione si mangia i salari dei dipendenti e il potere d’acquisto delle famiglie: dall’ultima rilevazione l’indice resta all’11,8% e il paniere dei beni essenziali cresce del 12,8% rispetto all’anno scorso (ma la buona notizia è che i beni energetici hanno preso a calare). Anche per i sindacati la manovra è iniqua. Sul Fatto di domani tracceremo questo drenaggio di risorse dai poveri e dal bilancio del welfare verso i benestanti, mettendo in fila tutte le categorie di cittadini che il governo indebolisce con le sue misure. E sul Pnrr la premier mette le mani avanti: non tutti i soldi verranno spesi nei tempi stabiliti.


DECRETO UCRAINA IN PARLAMENTO, APPROVATE LE MOZIONI PRO-ARMI. Giorgia Meloni ha fatto ancora retromarcia, stavolta sugli aiuti militari a Kiev. Il testo per prorogare l’invio di armi fino alla fine del 2023 sarà in un decreto ad hoc, non l’emendamento al decreto sulla sanità calabrese infilato per fare presto. Già domani il provvedimento potrebbe arrivare nel Consiglio dei ministri per approdare alla Camera il 12 dicembre. Servirà a conservare la “procedura veloce” per l’invio di strumenti bellici a Kiev: invece di consultare il Parlamento, basterà un decreto interministeriale accompagnato da una relazione (secretata) per il Copasir, con l’elenco delle armi. Una prassi già in vigore, dal marzo scorso, con il governo Draghi. Sulla retromarcia ha pesato la moral suasion del presidente Mattarella ma anche le proteste dell’opposizione. Che procedono in ordine sparso. Si discutevano oggi alla Camera le mozioni sulla guerra in Ucraina. Oltre a quella di maggioranza ce n’erano altre 4, di Pd, Iv-Azione, M5s, Verdi-Sinistra. Le prime due approvate insieme a quella del governo, bocciati i documenti del Movimento e dell’alleanza rossoverde, perché mettevano in discussione l’assegno in bianco sulle armi a Kiev. Centristi e dem, del resto, hanno sempre difeso il sostegno militare all’Ucraina. Giuseppe Conte oggi ha tuonato, dall’aula di Montecitorio: “Il governo chiude gli occhi di fronte alla povertà, ma ha orecchie pronte per le istanze della lobby delle armi”. E intanto il Calenda che s’offre (a Meloni) ottiene oggi un primo risultato: fonti dell’esecutivo fanno sapere che tutte le proposte avanzate dal leader di Azione durante l’incontro a Palazzo Chigi saranno esaminate in modo approfondito. Slitta invece la nomina del dem Lorenzo Guerini (ex ministro della Difesa di fede atlantista) alla guida del Copasir. Una partita che si intreccia con la presidenza della Vigilanza Rai ambita dal M5s. Sul Fatto di domani vedremo come si riposizionano le forze politiche dopo il dibattito odierno. La maggioranza ingrana la marcia indietro anche sul decreto rave: sparirà il vincolo sul numero di partecipanti (dopo il balletto tra 50 e 100) e il reato si applicherà solo agli organizzatori, non ai partecipanti. L’emendamento è stato presentato dal ministro della Giustizia Nordio, per placare il forte dibattito interno.


QUANTO PESANO NOVE MESI DI CONFLITTO: IL NOSTRO BILANCIO. La domanda si è riaffacciata dopo il “qui pro quo” che ha imbarazzato Ursula von der Leyen stamattina. Annunciando in un video l’inizio del percorso di costituzione di un tribunale speciale sui crimini di guerra russi, la presidente della Commissione Ue ha affermato che Kiev avrebbe perso 100 mila soldati e 20 mila civili in battaglia. Cifra mai detta ufficialmente finora, tanto che poco dopo il video è stato rimosso e ricaricato successivamente senza quel brano. La portavoce di von der Leyen poi ha spiegato tutto come la correzione di un errore: “La stima utilizzata, proveniente da fonti esterne, avrebbe dovuto riferirsi alle vittime, cioè sia ai morti che ai feriti, e aveva lo scopo di mostrare la brutalità della Russia”. Ma appunto resta la domanda: quanto è costata la guerra in termini di morti? E quanto in termini economici? Si combatte ormai da più di nove mesi e il bilancio è complesso. Nel conto vanno messi gli effetti delle distruzioni sul terreno, il consumo di armi e le spese per le forniture, la crisi energetica e il crollo del Pil, nonché gli effetti delle sanzioni sulle economie non soltanto di Russia e Ucraina. Sul Fatto di domani vedremo il complesso delle stime disponibili, con una mappa della situazione attuale sul campo di battaglia. Dove si registrano oggi bombardamenti a Zaporizhzhia, Kherson, Sumy e un parziale black out in due distretti della regione russa di Kursk, per effetto di un attacco ucraino. Mentre Mosca ha annunciato che investirà in infrastrutture per le armi nucleari strategiche.


JUVENTUS, TUTTI I CONNIVENTI CON IL CLUB. RINVIO A GIUDIZIO PER AGNELLI. Dopo le dimissioni in tronco del Cda, il caso Juventus si avvicina a esplodere. La procura di Torino ha pronta la richiesta di rinvio a giudizio sull’inchiesta per false fatture e omissioni di comunicazioni sociali e al mercato che ha investito i vertici del club un anno fa. Riguarderà Andrea Agnelli e quasi tutte le altre persone che nelle scorse settimane avevano ricevuto l’avviso di chiusura indagini. Sotto la lente della Procura della Repubblica ci sono i bilanci di tre annualità (2019, 2020, 2021) per i quali l’accusa ipotizza plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid. Secondo indiscrezioni, mancano all’appello 34 milioni di euro di cui 20 di Cristiano Ronaldo. Ma ora anche la Procura sportiva potrebbe riprendere in mano il caso, dopo averlo lasciato cadere. Qui il club rischia anche la retrocessione, come abbiamo spiegato sul Fatto di oggi. Sul giornale di domani continueremo a seguire il caso giudiziario che imbarazza la Serie A, ma non i principali quotidiani, che oggi hanno steso i tappeti rossi alla dirigenza dimissionaria. Che in una nota oggi contesta i rilievi della procura: “Sulla base di un solido set di pareri di primari professionisti legali e contabili. Le contestazioni della Procura non paiono fondate e non paiono allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ucciso il leader dell’Isis. Abu al-Hasan al-Qurashi è stato ucciso in combattimento. L’organizzazione islamista terroristica ha nominato un nuovo capo: Abu al-Husayn al-Husayni.

Ischia, le mappe del rischio. Continueremo a raccontare gli sviluppi delle ricerche e le responsabilità per la tragedia annunciata della frana sull’Isola.

Soumahoro, coop in liquidazione. Scioglimento del Consorzio Aid e liquidazione coatta della cooperativa Karibù, impegnate nell’accoglienza dei migranti in provincia di Latina, amministrate dalla suocera del deputato eletto con Verdi-Sinistra Italiana. Lo hanno proposto gli ispettori inviati dal Ministero delle Imprese e Made in Italy.

Che cattiveria, queste piante! Il lato oscuro della botanica, in un saggio divertente.

Il Fatto quotidiano di domani, giovedì 1 dicembre 2022

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