venerdì 2 marzo 2018

Antartide, trovata colonia di pinguini di Adelia: 1,5 milioni nelle isole remote. Scoperta emozionante a Danger Islands. Ci vivono oltre 750mila coppie di pinguini di Adelia nonostante la minaccia del riscaldamento globale

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SE le Danger Islands si chiamano così un motivo c'è. Sono inospitali, circondate da lastre di ghiaccio e iceberg difficilissimi da raggiungere, e quando queste sperdute isole furono scoperte nel 1842 dai britannici una sola cosa era certa: oltre ad essere impervie e remote, erano uno straordinario santuario di uccelli e pinguini.
Ma con il tempo si pensava, come sta accadendo in buona parte dell'Antartide, che anche qui gli animali fossero sempre più penalizzati dal cambiamen...
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Scoperta emozionante a Danger Islands. Ci vivono oltre 750mila coppie di pinguini di Adelia nonostante la minaccia del riscaldamento globale
REPUBBLICA.IT
SE le Danger Islands si chiamano così un motivo c'è. Sono inospitali, circondate da lastre di ghiaccio e iceberg difficilissimi da raggiungere, e quando queste sperdute isole furono scoperte nel 1842 dai britannici una sola cosa era certa: oltre ad essere impervie e remote, erano uno straordinario santuario di uccelli e pinguini.

Ma con il tempo si pensava, come sta accadendo in buona parte dell'Antartide, che anche qui gli animali fossero sempre più penalizzati dal cambiamento climatico, fino alla splendida sorpresa di inizio marzo. Una spedizione ha infatti scoperto che su quelle isole ci sono mega colonie che ospitano 1,5 milioni di pinguini, una buona notizia che rincuora la difficile lotta alla conservazione.

Sono pinguini di Adelia, diffusi nelle coste del continente antartico ma minacciati dal costante scioglimento dei ghiacci legato al riscaldamento globale. In queste inospitali terre nel mare di Weddell, un team internazionale di scienziati già dalle immagini satellitari aveva avuto il sentore che ci fossero numerosi pinguini ma per scoprirlo sono andati, con non poche difficoltà, a vedere di persona.

 "È stata un'esperienza incredibile, sia trovare che contare così tanti pinguini" ha dichiarato Tom Hart, dell'Università di Oxford e parte del team che ha pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Scientific Reports. Una volta approdati sulle isole, grazie all'aiuto dei droni e alle fotografie aeree, i ricercatori hanno contato ben 751.527 coppie di pinguini. Il passaggio successivo è stato confrontare le immagini raccolte con quelle del 1959, anno di un'altra spedizione, scoprendo positivamente che la colonia - che si credeva concretamente in declino - è rimasta abbastanza stabile negli ultimi 60 anni.

·PINGUINI REALI A RISCHIO
E' un evento raro se si pensa che nella penisola artica, soprattutto ad ovest, i pinguini di Adelia scompaiono a ritmi elevati, gli stessi registrati per altre specie di questi magnifici animali. Di pochi giorni fa, ad esempio, l'allarme per i pinguini reali: il 70% della popolazione globale rischia di diventare solo un lontano ricordo entro la fine del secolo dato che il cambiamento climatico costringerà oltre 1,1 milioni di coppie di pinguini in età riproduttiva a intraprendere una difficilissima migrazione verso sud o a scomparire. Per i "reali" una ricerca sul loro Dna ha stabilito però che questa specie, in passato, è già riuscita a sopravvivere ai cambiamenti, rafforzando dunque la speranza di un futuro più roseo. Ma per gli Adelia, fino alla nuova scoperta, tutti gli indicatori parlavano soltanto di futuro nero. Soltanto quattro mesi fa un'altra ricerca riferiva che solo due pulcini erano sopravvissuti da una colonia di 40.000 pinguini a Petrel Island.

"Arrivato lì, sono rimasto stupito dall'enorme numero di pinguini di Adelia che si vedevano. L'acqua intorno all'isola era piena di pinguini" ha detto entusiasta Michael Polito, della Louisiana State University, altro ricercatore della spedizione che ha raccolto il plauso anche del Wwf. Rod Downie, dell'associazione ambientalista, ha spiegato che "questa emozionante scoperta ci mostra quanto ancora c'è ancora da imparare su questa incredibile e iconica specie. Ma rafforza anche l'urgenza di proteggere le acque antartiche dalle doppie minacce di sovrasfruttamento e cambiamenti climatici".
Proprio quest'ultimo è il punto su cui ora lavorano i ricercatori: ovvero estendere la Weddell Sea Marine Protected Area (MPA) e includere le Danger Islands in quest'area di conservazione. Se si riuscisse a decretare tutta la Mpa protetta -  ovvero 1,8 milioni di chilometri quadrati (cinque volte più della Germania) - si potrebbe mettere al bando la pesca in buona parte del mare di Weddell salvaguardando così "orche, balene, pinguini e tante altre specie che si nutrono di krill e pesci cacciati dall'uomo in quell'area" spiegano i ricercatori che adesso attendono la conferenza delle nazioni antartiche in ottobre per sapere se sarà ufficializzata l'espansione della riserva.

Per ora, resta la splendida notizia del ritrovamento di milioni di pinguini di Adelia in età riproduttiva, avvenuto tra l'altro a soli 160 chilometri di distanza dall'Antartico occidentale dove la popolazione è in declino. Una scoperta "sorprendente e che ha reali conseguenze su come gestiamo questa regione. Non è stato facile arrivare lì: il mare nella zona è impraticabile per gran parte dell’anno e anche in piena estate è difficile sbarcare per compiere esplorazioni” ha spiegato Heather Lynch della Stony Brook University.

Lynch racconta anche il curioso modo come sono arrivati a individuare la presenza della colonia: "Grazie ai dati dei satelliti Landsat gestiti da Nasa e US Geological Survey: abbiamo poi esaminato immagini a più alta definizione per confermare le macchie di guano rilevate dagli algoritmi sulle immagini di Landsat" . I dati indicavano la presenza di così tanti pinguini che "ho pensato fosse un errore" confessa la scienziata.

"Siamo stati molto fortunati nel trovare un periodo di tempo in cui il ghiaccio marino è receduto e una nave è potuta passare - chiosa la scienziata con l'identico auspicio dei suoi colleghi -  e ora che sappiamo che questo piccolo gruppo di isole è così importante dovrà per forza essere protetto meglio dalla pesca”.

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