E’ tornato a chiedere lumi alla Regione Lazio, mettendo nero su bianco alcuni passaggi normativi dubbi, il patron di Rida Ambiente Fabio Altissimi. L’ultimo fianco è stato prestato proprio dalla Regione Lazio, precisamente dalla commissione Ambiente che, il 27 settembre scorso, si è riunita alla presenza di alcuni sindaci e comitati cittadini della provincia per discutere del caso Sep.
“Da quel che ho letto sui giornali, e che non risulta essere stato smentito, l’Arpa in quell’incontro avrebbe ribadito che l’impianto in questione, autorizzato il 17 giugno a incamerare 50 tonnellate di rifiuto organico al giorno in più, in un controllo del 2016 sarebbe risultato produrre compost non conforme alla normativa. Se le cose stessero come riportato dalla stampa, mi sembra che il Presidente della Regione e i funzionari competenti dovrebbero fornire delle spiegazioni all’opinione pubblica. Alla Rida è stato vietato di ricevere rifiuto organico sulla base di un controllo Arpa (eseguito nove mesi prima e poi smentito dalle verifiche effettuate in contraddittorio con la stessa Arpa su disposizione del TAR) che indicava come superiore al limite consentito un indice respirometrico. Perché invece al controllo che sarebbe stato eseguito da Arpa presso un altro impianto, e da cui sarebbero emerso che il rifiuto prodotto non era conforme alla normativa, non sono seguiti provvedimenti della Regione?”.
Anche sui tempi di autorizzazione, però, la Regione dovrebbe arrivare fornire chiarimenti: “Sempre dagli organi di stampa apprendiamo che modifiche alle autorizzazioni possono avvenire anche in 72 ore. Perché allora abbiamo aspettato più di 500 giorni per ricevere un preavviso di rigetto sul progetto della discarica Paguro? Parere preliminare negativo nel quale l’area valutazione impatto ambientale non sembra nemmeno aver valutato la parte tecnica, e soprattutto la parte economica, visto che Paguro costava la metà delle discariche che operano attualmente nel Lazio?”.
Non manca una stoccata ai tanti detrattori di Rida: “Molti, a iniziare dalla politica e mi riferisco non solo al Pd ma anche al M5s, hanno nel tempo attaccato Rida definendola inquinante e contraria ai dettami dell’ambientalismo. Perché quegli stessi movimenti non appaiono così accaniti contro la scelta della Regione Lazio di autorizzare nuovi tritovagliatori? Se noi inquiniamo, e i rifiuti li trattiamo trasformandoli in prodotto utile al recupero energetico, si figuri un impianto che sminuzza il rifiuto tal quale per poi gettarlo tutto in discarica. Perché, se è vero ciò che si legge sui giornali ossia che rifiuto non ancora trasformato in compost è stato sversato sui terreni, questi movimenti non hanno gridato allo scandalo?”
“Sembra che il male assoluto, nel sistema dei rifiuti, sia l’impianto Tmb di Rida. Eppure è proprio Rida, e solo lei, che da mesi lancia l’allarme sulla delibera 199 del 2016 che prevede la possibilità di ampliare le discariche esistenti, quindi Malagrotta e Montello per fare un esempio che ci riguarda da vicino. Una delibera che sarà probabilmente uno degli ultimi atti della giunta Zingaretti prima delle elezioni. Le discariche servono e nemmeno una è stata autorizzata e guarda caso, nelle ultime settimane, è stata data notizia della messa in vendita della parte pubblica di Eco Ambiente, la società che gestisce la discarica di Borgo Montello. Una società che, allo stato dei fatti, non potrebbe fare alcunché ma che è stata considerata valere due milioni di euro, e non stiamo parlando certo di un quadro antico. Sembrerebbe quindi che la Regione preferisca mega invasi inquinanti che discariche controllate più piccole e meno onerose. Un indirizzo che non capiamo ma del quale non potremo che prendere atto anche noi per continuare a operare”. https://www.facebook.com/notes/rida-ambiente-srl/la-regione-sui-rifiuti-ha-gettato-la-maschera/1759712957662026/
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