domenica 27 novembre 2016

Sabaudia Droni e soldi per salvare il Parco nazionale del Circeo

Nasce in Regione la task force per debellare il coleottero che essicca la vegetazione nell’area protetta
Bisogna fare presto, servono soldi, studi approfonditi e alta tecnologia. Questo il motivo per cui, per debellare la minaccia che incombe sulla vegetazione del Parco nazionale del Circeo, è stato istituito lo scorso 25 novembre un tavolo tecnico regionale formato da docenti dell’Università della Tuscia, i gruppi di ricerca del “Crea”, il servizio fitosanitario regionale e il Corpo forestale dello Stato. Un protocollo d’intesa per lavorare in sinergia e sventare la minaccia di questo coleottero che, trasportando le patologie vegetali che nascono sui funghi, contamina la vegetazione, essiccandola. Alcuni studi già avviati danno il quadro della situazione. Accanto allo Xylosandrus Compactus è spuntato un nuovo esemplare, lo Xylosandrus crassiusculus, che agisce in sinergia con il primo e, si legge in una nota, «potrebbe avere gravi effetti sulla vegetazione del parco». Per ora si possono soltanto approntare le prime azioni. Il fenomeno viene definito «nuovo negli ambienti naturali italiani», ecco perché serve una governance gestionale. Sebbene in regressione, infatti, non conviene adagiarsi su esiti ottimistici del fenomeno, occorre avviare una approfondita valutazione dei rischi. Qui entra in gioco l’alta tecnologia. La tecnica migliore ipotizzata per il monitoraggio è chiamata «pest risk analysis» e necessita «alla sua base di una attenta attività di monitoraggio, sia con mezzi volanti (droni) che a terra». Il tavolo tecnico ha intenzione di informare anche gli organi dell’Unione europea, anche perché per avviare questa complessa fase di studio servono finanziamenti, senza i quali si rischia l’impasse. Intanto si partirà con «le prime misure di contenimento e di divulgazione della problematica», utile a «non creare inutili allarmismi per un fenomeno che è stato subito attenzionato dalle autorità competenti e vede a lavoro alcune tra le principali autorità nazionali in materia». Insomma, un approccio scientifico, scevro da elementi emotivi ma anche propositivo ed efficace. Alla cosa si stanno interessando anche alcuni soggetti di ricerca internazionali. «Per il futuro si aprono diversi scenari e possibilità - conclude la nota dei tecnici - ma tutti necessitano, alla base, di uno studio approfondito e di adeguati mezzi di finanziamento che gli enti in sinergia si adopereranno per trovare». Intanto all’interno del tavolo è stata istituita una cabina di regia ristretta «al fine di snellire e facilitare le azioni da svolgere». http://www.latinaoggi.eu/news/news/32245/droni-e-soldi-per-salvare-il-parco.html

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