venerdì 1 gennaio 2016

BIOMASSE. Frosinone spegne le stufe a pellet ma OK alla centrale

Non c'è solo la pianura padana, Roma, Napoli. Anche in diverse località dell'Italia centrale lo smog raggiunge livelli da fare "invidia" alle città della Lombardia. Una di queste è Frosinone.
Nello stesso giorno in cui il comune di Frosinone autorizzava la centrale a biomasse emanava un'ordinanza per spegnere tutti i caminetti e le stufe a pellet e a legna a causa  dell'emergenza aria avvelenata. (http://www.teleuniverso.it/frosinone-pm10-nuova-stretta-vietati-caminetti-e-stufe-a-pellet-e-biomasse/)
Un fatto emblematico: si spengono le stufe e si accende una "stufona", l'ennesima centrale da 998kW elettrici (6-7MW totali che sono quelli che contano agli effetti della capacità combustiva. L'ARPA ha chiesto una riduzione dlele emissioni che dovranno essere dimezzate gradualmente entro 5 anni. Ma se inquina troppo perché non opporre diniego al progetto e quantomeno chiedere fin dall'inizio un inquinamento minore. Tutto questo comunque non ha senso perché aggiungere una "stufona" da 7000kW (le stufe domestiche sono da 10kW) dove l'aria è già fuorilegge è un crimine.
Perpetrato grazie ai cavilli dei "bilanci emissivi" che sulla carta - ma solo sulla carta - fanno credere che le centrali elimineranno altre fonti emissive.





Fonte: http://ciociarianotizie.it/popup/?url=http://www.ciociariaoggi.it/news/news/8922/Autorizzato-impianto--biomasse-Frosinone-nei-giorni-dell-emergenza-smog.html

FROSINONE: SOFFOCATI DALLO SMOG MA OK ALL'IMPIANTO A BIOMASSE

(31.12.15) Soffocati dallo smog, ma non abbastanza da impedire la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da biomasse. Il Comune di Frosinone, nei giorni scorsi, nel pieno dell’emergenza polveri sottili, ha rilasciato l’autorizzazione alla società “Bioenergia srl” per costruire e mettere in esercizio un opificio che sorgerà in via Mola D’Atri, nella zona industriale al confine con il Comune di Ferentino. L’impianto avrà una potenza di 999 kilowatt che sarà prodotta grazie alla combustione delle seguenti biomasse, così come indicate nell’autorizzazione comunale: sottoprodotti derivanti dalla lavorazione forestale e dalla gestione del bosco; potature, residui di manutenzione del verde pubblico e privato; sottoprodotti dalla lavorazione del legno per la produzione di mobili e relativi componenti. 
Il nulla osta del Consorzio Asi alla costruzione era stato rilasciato nell’aprile scorso, a seguire sono stati acquisiti tutti gli altri pareri degli enti competenti. La Conferenza di servizi decisoria si è svolta lo scorso 25 novembre nel corso della quale, si legge negli atti, si è preso atto dei «pareri dell’Arpa Lazio e l’amministrazione provinciale ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, alle emissioni in atmosfera». Già, le emissioni. Tema al centro delle cronache di questi giorni sull’emergenza polveri sottili, le famigerate Pm10 e simili, che avvelenano l’aria del Comune di Frosinone e di buona parte della Ciociaria. 
E anche per gli impianti a biomasse, pur rientrando nella categoria energie rinnovabili e per questo beneficiari di incentivi pubblici, non è secondario il nodo delle emissioni. Che dovranno rispettare i limiti di legge. Non solo. In base al Piano di risanamento della qualità dell’aria, l’emissione di tutti gli inquinanti (monossido di carbonio, ossido di azoto, polveri, anidride solforosa) dovrà essere ridotta al 100 per cento entro il quinto anno dal rilascio dell’autorizzazione. A tale traguardo l’impianto dovrà arrivarci in maniera graduale abbattendo il 20 per cento delle emissioni nocive entro il secondo anno; il 55 per cento entro il terzo e l’80 per cento entro il quarto. Anche sul fronte degli odori, la società “Bioenergia srl” dovrà rispettare tutte le prescrizione con un monitoraggio prima della messa in funzione e sei mesi dopo l’inizio dell’attività http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2016/01/biomasse-frosinone-smog-alle-stelle-ma.html

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