Nove associazioni ambientaliste affermano che "c'è un deficit di governance nei parchi nazionali che deve vedere un'azione immediata del ministero dell'Ambiente" e scrivono al ministro Gian Luca Galletti chiedendo "che venga garantita la piena funzionalità degli enti parco e obiettivi comuni per lo svolgimento armonico e coordinato su tutto il territorio nazionale delle azioni a tutela della biodiversità".
Gli ambientalisti denunciano che "metà dei parchi nazionali (12 su 24) è in condizione precaria" e richiedono "un intervento deciso a cominciare dai tre più esposti del Mezzogiorno, ora commissariati, che costituiscono un presidio di legalità sul territorio (Vesuvio, Cilento e Sila), a cui si aggiungono ben nove parchi nazionali che non sono a regime (tre sono senza presidenti, sei senza consigli direttivi, cinque senza direttori), mentre per il parco storico dello Stelvio (istituito 80 anni fa) si è deciso di degradarlo e tripartirlo tra le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia".
Le associazioni (Cai, Cts, Federazione nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e Wwf) chiedono al ministero dell'Ambiente "di mettere tutti gli Enti parco nelle condizioni di poter operare a pieno campo sulla base degli strumenti di pianificazione e di programmazione che hanno a disposizione in un rapporto proficuo con il territorio e la cittadinanza; di procedere alla nomine dei presidenti nominando figure di alto profilo che soddisfino il criterio della competenza e vengano al più presto sanate le situazioni di affidamento a direttori 'facenti funzione', senza i titoli stabiliti dalla legge; di indicare obiettivi omogenei di tutela della biodiversità validi per i parchi nazionali su tutto il territorio, come già previsto peraltro nelle due Circolari Ministeriali del 28 dicembre 2012 e 21 ottobre 2013, in attuazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, e che siano promosse azioni nazionali strategiche afferenti tra l'altro, ad esempio, alla Convenzione Europea del Paesaggio e alla Carta Europea Turismo Sostenibile".
La denuncia, definita dalle associazioni "molto documentata" entra nello specifico ricordando al Ministro dell'Ambiente Galletti che "i parchi nazionali del Cilento, del Vesuvio e della Sila sono da quasi due anni commissariati e privi di una guida autorevole e legittimata dal sostegno di un Consiglio direttivo inesistente al momento; i parchi nazionali della Val Grande, Dolomiti Bellunesi e Gran Sasso sono senza un presidente, ma retti dai vicepresidenti espressione delle comunità locali; i parchi nazionali di Cilento, Vesuvio, Sila, Pollino, Alta Murgia e Cinque Terre mancano di consigli direttivi; i parchi nazionali della Majella, l'Alta Murgia, Circeo, Pollino e il Gargano non hanno i direttori, ma sono retti da 'facenti funzione' senza i titoli previsti dalla legge".
Gli ambientalisti denunciano che "metà dei parchi nazionali (12 su 24) è in condizione precaria" e richiedono "un intervento deciso a cominciare dai tre più esposti del Mezzogiorno, ora commissariati, che costituiscono un presidio di legalità sul territorio (Vesuvio, Cilento e Sila), a cui si aggiungono ben nove parchi nazionali che non sono a regime (tre sono senza presidenti, sei senza consigli direttivi, cinque senza direttori), mentre per il parco storico dello Stelvio (istituito 80 anni fa) si è deciso di degradarlo e tripartirlo tra le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia".
Le associazioni (Cai, Cts, Federazione nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e Wwf) chiedono al ministero dell'Ambiente "di mettere tutti gli Enti parco nelle condizioni di poter operare a pieno campo sulla base degli strumenti di pianificazione e di programmazione che hanno a disposizione in un rapporto proficuo con il territorio e la cittadinanza; di procedere alla nomine dei presidenti nominando figure di alto profilo che soddisfino il criterio della competenza e vengano al più presto sanate le situazioni di affidamento a direttori 'facenti funzione', senza i titoli stabiliti dalla legge; di indicare obiettivi omogenei di tutela della biodiversità validi per i parchi nazionali su tutto il territorio, come già previsto peraltro nelle due Circolari Ministeriali del 28 dicembre 2012 e 21 ottobre 2013, in attuazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, e che siano promosse azioni nazionali strategiche afferenti tra l'altro, ad esempio, alla Convenzione Europea del Paesaggio e alla Carta Europea Turismo Sostenibile".
La denuncia, definita dalle associazioni "molto documentata" entra nello specifico ricordando al Ministro dell'Ambiente Galletti che "i parchi nazionali del Cilento, del Vesuvio e della Sila sono da quasi due anni commissariati e privi di una guida autorevole e legittimata dal sostegno di un Consiglio direttivo inesistente al momento; i parchi nazionali della Val Grande, Dolomiti Bellunesi e Gran Sasso sono senza un presidente, ma retti dai vicepresidenti espressione delle comunità locali; i parchi nazionali di Cilento, Vesuvio, Sila, Pollino, Alta Murgia e Cinque Terre mancano di consigli direttivi; i parchi nazionali della Majella, l'Alta Murgia, Circeo, Pollino e il Gargano non hanno i direttori, ma sono retti da 'facenti funzione' senza i titoli previsti dalla legge".
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