,NON POSSO dimettermi e lasciare
una città in sofferenza” e
poi “da spartano sono abituato a mangiare
la zuppa nera che fa soffrire molto
ma rafforza”. Sono davvero queste e non
altre le parole con le quali il sindaco di Taranto, Ippazio
Stefano, ha risposto ai tanti cittadini che in
consiglio comunale gli chiedevano di lasciare la
poltrona dopo il rinvio a giudizio per omissioni in
atti d’ufficio nell’inchiesta Ilva. Una richiesta,
quella dei cittadini, quasi legittima dopo
le frastornate dichiarazioni del primo cittadino
sull’argomento. Nel 2012, alla sua rielezione,
decise di non nominare la giunta in
attesa di sapere i nomi dei politici tarantini indagati
nell’inchiesta Ilva. Bene. Bravo. Bis. Ma poi qualcuno
gli disse che l’unico indagato era lui. Incredulo,
il sindaco pistolero, lanciò temerario la sfida:
“Se mi arriva l’avviso di garanzia mi dimetto”. L’av -
viso di garanzia è arrivato. E l’ex vendoliano d’acciaio
al suo secondo mandato alzò il tiro: “Se mi
rinviano a giudizio mi dimetto”. Anche il rinvio a
giudizio è puntualmente, le sue dimissioni ancora
no. Anzi. Ai cronisti Stefano ha detto di essere quasi
felice: “Non sono mai stato ascoltato finora e al
processo avrò la possibilità di chiarire tutto”. Da
vero spartano. il fatto quotidiano 25 luglio 2015
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